«Subito un vertice dell'Ulivo sulla Rai» di Maria Grazia Bruzzone
La maggioranza cerca (con difficoltà) un'intesa sul futuro dell'ente pubblico La maggioranza cerca (con difficoltà) un'intesa sul futuro dell'ente pubblico «Subito un vertice dell'Ulivo sulla Rai» Ppi e pds all'attacco, ma i Verdi disertano il sum ROMA. Un vertice di maggioranza sulle tv, in vista della discussione sul disegno di legge di riforma che comincerà il suo iter al Senato la prossima settimana. Lo chiedono ppi e pds, attraverso i rispettivi responsabili della comunicazione, Giancarlo Lombardi e Giovanna Melandri, per trovare una posizione comune in una materia complessa. E per mettere fine alle polemiche e alle lacerazioni che da un mese e mezzo attraversano sia l'Ulivo sia la «sua» Rai, in conflitto con la commissione parlamentare di vigilanza e al proprio interno, col presidente Enzo Siciliano e il direttore generale Franco Iseppi l'un contro l'altro armati. Sul tavolo ci sono varie questioni scottanti, a cominciare dalla trasformazione della Rai in holding e dalla sua ristrutturazione, che il pds vorrebbe in varie società con l'eventuale ingresso dei privati, altri (vedi Iseppi, ma anche prc) preferirebbero lasciare accentrata e fondamentalmente pubblica. Poi ci sono gli indici di affollamento pubblicitario per tv di Stato e private, le quote di produzione, l'emittenza locale. Una riunione della maggioranza avrebbe dovuto tenersi già l'altro ieri, ma era saltata perché i Verdi intendevano disertare l'incontro per protesta contro l'editoriale di Giovanna Melandri sull'Unità di martedì in cui, a loro dire, si prefigurava un «piano del pds» sulla trasformazione della Rai. Lo stesso quotidiano della Quercia aveva ospitato pochi giorni prima un'intervista del sottosegretario alle Poste pidiessino Vincenzo Vita, che bocciava il progetto del direttore generale Iseppi, sostenendo che è in contrasto col disegno di legge che si sta per discutere. Oggi i principali partiti della maggioranza ritornano alla carica, chiedendo esplicitamente e nettamente un incontro. E intanto da ogni parte arrivano segnali di pace o, quanto meno, si azzerano le posizioni in vista del confronto. Insomma la parola d'ordine è «sdrammatizzare». «Smettiamola con le polemiche e le ripicche, che spesso hanno anche aspetti personali, e mettiamoci una buona volta intorno a un tavolo a discutere concretamente i vari aspetti della questione», invoca il popolare Lombardi. Lombardi fa sapere di non aderire alle idee della Quercia S in materia di holding, ma prende le distanze anche dal «piano Iseppi» e dalla stessa proposta di legge di Maccanico, peraltro oggetto di una riscrittura non ancora definita. «Credo tuttavia che nelle varie ipotesi ci siano spazi per una mediazione», sostiene il responsabile comunicazione del ppi, il quale chiede che nel disegno di legge vengano inserite anche le nuove norme per l'elezione del cda (e Maccanico si è già detto favorevole). Melandri si dice a sua volta «pienamente d'accordo» circa il metodo suggerito da Lombardi. Rivendica la libertà di scrivere editoriali come quello che ha mandato sulle furie i verdi, ma precisa che il suo «era solo un contributo di idee». «Dobbiamo confrontarci sul testo del governo, punto per punto», spiega. E la stessa disponibilità arriva dal gruppo di Rinnovamento, mentre i Verdi tacciono. Rifondazione insiste sull'intoccabilità «di un servizio pubblico articolato in tre reti». Intanto il cda della Rai ritrova una miracolosa unità, rinunciando ad esaminare il «piano Iseppi» che lo stesso direttore generale definisce «un semplice contributo alla discussione». E impegnandosi a svolgere «un ruolo attivo nella definizione del nuovo assetto societario» della Rai. E però il consiglio ribadisce anche il suo ruolo di «pilota» della tv pubblica, stando alle norme attuali, e impegna il direttore generale a correggere il tiro della programmazione Rai «ripensando alme- no la seconda serata», a varare subito edizioni culturali dei tg, e a dedicare una prima serata su Raiuno all'intrattenimento culturale, «per distinguerci dalle emittenti commerciali». Maria Grazia Bruzzone presidente della Rai Enzo Siciliano
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