Nomine, Violante e Mancino: decidiamo noi di Roberto Ippolito

Prodi e D'Alema d'accordo su Cheli aU'Autìiority. Ancora, incertezza sul nome di Casavola Prodi e D'Alema d'accordo su Cheli aU'Autìiority. Ancora, incertezza sul nome di Casavola Nomine, Violante e Mancino; decidiamo noi Oggi al Consiglio dei ministri ROMA. Tutto pronto. 0 quasi, in vista del Consiglio dei ministri convocato per le 9,30 di oggi. Il giurista Enzo Cheli è sul punto di diventare presidente dell'Authority delle comunicazioni, ovvero il gran controllore di tv e telefoni. Il presidente del Consiglio Prodi lo ha già scelto. Il segretario del pds D'Alema è d'accordo. Le resistenze di Rifondazione e dei verdi non sembrano in grado di bloccare la designazione. E allora la nomina sarà decisa questa mattina dal Consiglio dei ministri? «Spero di sì» risponde Antonio Maccanico, ministro delle Comunicazioni. Maccanico, dunque, si limita a sperare che la nomina arrivi. E questo significa, evidentemente, che non c'è alcuna sicurezza sulla sua concretizzazione in giornata. Come mai? Nulla di personale, sembra. Per Prodi, al quale spetta per legge il compito di proporre il nome in Consiglio dei ministri, Cheli resta l'uomo giusto. Lo stesso vale per Maccanico, che sempre per legge deve essere consultato dal premier. E Cheli non ha riserve ad assumere la guida del nuovo organismo che dovrà tutelare contemporaneamente aziende, investitori e utenti, assicurando il corretto funzionamento del settore televisivo e delle telecomunicazioni. Però la partita della nomina dell'authority resta collegata con un filo invisibile a quella relativa a un altro organo di garanzia: l'individuazione del successore di Giuliano Amato che dal primo gennaio lascerà la presidenza dell'Antitrust che vigila sul rispetto della concorrenza. Le due nomine sono legate sia perché interessano organi con caratteristiche simili sia perché alcune candidature hanno riguardato entrambe le presidenze: è il caso di Francesco Paolo Casavola, garante per l'editoria ed ex presidente della Corte costituzionale, attualmente favorito per l'Antitrust. Ma c'è una complicazione politico-istituzionale. L'accoppiata Cheli-Casavola per Authority e Antitrust è sostenuta da Prodi e D'Alema. Tuttavia il presidente del Consiglio ha solo il diritto di decidere chi debba guidare l'Authority delle comunicazioni. Per l'Antitrust, il potere di nomina è affidato dalla legge ai presidenti dei due rami del Parlamento. Non a caso i presidenti di Camera e Senato, Violante e Mancino, piuttosto risentiti dalla fuga di notizie dei giorni scorsi, rivendicano le loro prerogative. Violante puntualizza che «non c'è nessun metodo» per individuare l'erede di Amato: «La nomina spetta a Mancino e me». E da Bucarest, dove è in visita ufficiale, Mancino nega di poter subire pressioni dall'esterno per l'Antitrust: «A me nessuno ancora... ha chiesto niente, né credo che nessuno possa ordinare niente. La scelta verrà compiuta in piena autonomia». Non c'è fretta, puntualizza Mancino: «Il presidente Amato andrà via il primo gennaio 1998. Almeno fino a quella data c'è tempo. Credo che la scelta si faccia prima di Na- tale. Una cosa è il presidente della nuova Authority per le telecomunicazioni la cui nomina spetta al governo, un'altra è il presidente dell'Antitrust che invece è nominato dai presidenti delle Camere. E comunque anche la scelta che spetta al governo dovrà ancora passare per le commissioni parlamentari». Violante e Mancino puntualizzano quindi seccamente che l'Antitrust è affare loro. Sono irritati? Certo non amano apparire come notai delle decisioni concordate da altri, in pratica da Prodi e D'Alema. E il capogruppo dei verdi alla Camera, Mauro Paissan, invita Vio¬ lante e Mancino a compiere «una scelta per 1 Antitrust che smentirà le incredibui anticipazioni di questi giorni». Secondo Paissan «si è tentato di condizionare pesantemente l'autonomia dei presidenti delle Camere». Considerato che per l'Authority è competente il governo e per l'Antitrust decidono i presidenti delle Camere, le due nomine non potrebbero essere sganciate? Il Consiglio dei ministri deciderà oggi? L'intenzione è questa. Nulla vieta a Prodi di imporre oggi il suo nome: è un suo diritto. Però la decisione in simultanea sembra garantire meglio gli equilibri politici. Cheli è più ap- prezzato a sinistra (pur non risultando sgradito al Polo), Casavola piace al partito popolare ed è stimato dal presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Secondo alcune versioni Scalfaro preferiva che Casavola andasse all'Authority. Ora c'è chi ritiene che Casavola abbia perso quota anche per l'Antitrust. La questione è insomma molto delicata. E tutto lascia immaginare che Scalfaro ne abbia parlato con Prodi, ricevuto ieri sera al Quirinale per il rituale colloquio alla vigilia del Consiglio dei ministri. Roberto Ippolito Rifondazione e Verdi puntano a bloccare la decisione Anche Scalfaro appare deluso Il professor Enzo Cheli e, nella foto in basso, il sindaco di Roma Francesco Rutelli

Luoghi citati: Bucarest, Roma