Jacovitti la morte arriva due volle di Maria Corbi

15 Aveva 74 anni, il decesso in un ospedale romano. La consorte è stata stroncata dal dolore Jacovitli, la morte arriva due volle // re dei fumetti ucciso da un 'emorragia, la moglie poche ore dopo ROMA. Una morte doppiamente tragica quella di Jacovitti, il grande disegnatore di fumetti colpito da un'emorragia cerebrale. «Jac», così firmava le sue striscie, si è spento a 74 anni ieri mattina in un ospedale romano lasciando un vuoto incolmabile in sua moglie Floriana, due anni meno del marito, «uccisa» poche ore dopo dal dolore. Quarantotto anni di matrimonio, una vita spesa insieme per far sorridere generazioni di giovani. Si erano conosciuti a Firenze, nel periodo della guerra, tutti e due rifugiati, sotto i bombardamenti. La signora Lilli, come veniva chiamata in famiglia, aveva organizzato con fatica, quasi incredula, l'ultimo viaggio del suo «Jac» verso la tomba di famiglia a Firenze. Chi è andato a porgerle le condoglianze ha trovato una donna distrutta, annientata da un dolore che l'ha resa assente. Non ricordava più nemmeno il nome della chiesa dove venerdì si svolgeranno a Roma i funerali. Alla fine il cuore non ha retto. «Non lo ha voluto lasciare, andrà con lui», dicono gli amici Disperata l'unica figlia, Silvia. «Non posso crederci, era un amore d'altri tempi. Proprio non potevano vivere uno senza l'altro», ripete tra le lacrime. Dei sui genitori ricorda: «Mia madre era una gran bella ragazza, fiorentina purosangue e mio padre l'aveva notata subito, malgrado il momento criti- co, la paura, la tensione della guerra. Erano il classico corpo ed un'anima. Pareva li avesse concepiti Peynet. Mia madre non lavorava. Viveva all'ombra di papà, sempre incollata a lui, affascinata dalla sua arte, dalla sua arguzia. Ecco perché non posso rassegnarmi all'idea di non vederli più. Per me, sono stati un esempio stupendo». La morte di Jacovitti, che l'enciclopedia Treccani consacra come «inconfondibile maestro», ha lasciato un vuoto nel mondo dei fumetti. Sergio Staino, il disegnatore di «Bobo», considerato una «matita» di sinistra è commosso: «La prima cosa che mi viene da dire è questa: scusaci Benito, se qualche volta noi vignettisti di sinistra non ti. abbiamo capito». «A Tex Willer mancherà moltissimo il collega Cocco Bill», dice l'autore Angelo Bonelli editore di riviste come Tex Willer e Dylan Dog. «E mancherà anche a me, perché vedo che il simbolo di una generazione, un amico, ora non c'è più». Addolorato anche «Max Bunker», al secolo Luciano Secchi, «l'anima» di Alan Ford. «Jacovitti è stato il padre di tutti i vignettisti», spiega. «Era molto aggressivo. Non troppo sofisticato, non usava il fioretto ma la scimitarra. Un maestro». Max Bunker e Jac erano amici anche oltre i fumetti. «Lui era etichettato come uomo di destra - racconta Secchi ma non era vero. Aveva cari certi valori tradizionali. Mi mancherà, nessuno più sarà capace di far ridere scrivendo "nel nome e nel cognome della legge la dichiaro in arresto"». Non era possibile etichettarlo a destra o a sinistra. E' questa l'opinione di molti adesso su Jacovitti. «Era fondamentalmente un anarchico», dice Forattini che racconta un'episodio significativo: fu licenziato da «Linus» perché in una vignetta mise al posto della carta igienica il giornale che lo aveva appena assunto. Fan del vignettista scomparso anche (Mannelli tanto che si era iscritto al club Jacovitti. Guido Crepax, inventore di Valentina laurea «Jac» uno degli autori più divertenti della sua adolescenza: «Nel fumetto umoristico era il più significativo. Era unico». Per Alfredo Chiappori, Jacovitti è stato «un maestro del comico a fumetto, di un talento unico». Maria Corbi La figlia: il loro era un amore di altri tempi Il lutto dei colleghi Benito Jacovitti, 74 anni il grande disegnatore di fumetti è morto ieri mattina stroncato da un'emorragia cerebrale

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