Londra vieta la bistecca con l'osso di Fabio Galvano

«Rischia di trasmettere il morbo all'uomo». I produttori annunciano battaglia «Rischia di trasmettere il morbo all'uomo». I produttori annunciano battaglia Londra vieta la bistecca con l'osso Ritoma la grande paura di «mucca pazza» LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Mucca pazza colpisce ancora. Ventuno mesi dopo il primo allarme, che provocò il blocco comunitario all'importazione di carne bovina britannica, una nuova grave crisi colpisce gli allevatori di queste isole. Con un annuncio a sorpresa ai Comuni, ieri il ministro per l'Agricoltura Jack Cunningham ha proibito la vendita di tutta la carne con l'osso, poiché secondo gli esperti della Seac, la commissione che esamina il problema dell'encefalopatia spongiforme bovina, essa potrebbe contenere una «remota» possibilità di trasmissione alimentare all'uomo, in quella forma del morbo di Creutzfeldt-Jakob che come una spada di Damocle pende sui consumatori britannici. Possibilità remota ed «essenzialmente teorica», dice il ministro; ma tale da indurre, come «misura precauzionale», al divieto che avrà vigore immediato. Fiorentina, addio; almeno in Inghilterra. Tutti i tipi di bistecca con l'osso, di costate anteriori e posteriori e di code di bue sor no da ieri al bando. E questo perché, secondo gli scienziati, l'encefalopatia spongiforme può essere trasmessa attraverso il midollo e certi gangli nervosi che si trovano in prossimità delle ossa. Non che le carni in questione - talune sono fra i tagli più pregiati - siano destinate alla distruzione. Semplicemente spetterà ai macellatori disossare quelle parti del manzo per offrire un prodotto «pulito». Le carni colpite dal nuovo provvedimento rappresentano il 5% del mercato britannico. Una quota, quindi, abbastanza facile da contenere e da assorbire; non tale, in ogni caso, da provocare una crisi di mercato. Ma l'esperienza del marzo 1996, quando il panico prese il sopravvento riducendo drasticamente i consumi prima in Inghilterra, poi anche nei Paesi non a rischio come conseguenza di «mucca pazza», insegna che tutto ci si può aspettare nei prossimi giorni e nelle prossime settimane. Una nazione che ha appreso sulla propria pelle i rischi di «mucca pazza» scopre che le misure adottate 21 mesi fa non erano sufficienti e si domanda se in realtà il pericolo non sia più grave di' quanto il governo abbia avuto ieri il coraggio di ammettere. Già alcune catene di ristoranti hanno tolto l'immancabile T-bone steak, la fiorentina, dai loro menu. Il ministro Cunningham ha precisato di «dover agire sulla base di un parere scientifico». Il rischio, ha detto, «è molto piccolo»; ma il governo «deve mettere al primo posto l'interesse dei consumatori» e «non agire sarebbe stato il massimo dell'irresponsabilità». Ha precisato, sulla base del rapporto della Seac, che «d'ora innanzi la carne dovrà essere venduta disossata, ma la carne stessa non presenta pericoli». «Troppo poco, troppo tardi», tuona il professor Richard Lacey, microbiologo, che sulla questione dell'encefalopia era stato uno dei maggiori critici del precedente governo, quando erano stati messi al bando cervella, midollo spinale, fegato, timo, milza e tonsille. «La proposta di escludere la carne con l'osso è bene accetta ma non è sufficiente - dice il professor Lacey -. Le cellule infette che si trovano nell'osso, infatti, possono circolare anche in altre parti dell'animale». Replica il ministro: «Ho fiducia che la nostra carne bovina sia soggetta ai controlli più rigorosi rispetto a qualsiasi altro Paese. E poiché ci sono tali controlli posso dire con fiducia, oggi e nelle mie discussioni con i partner europei, che il British Beef non è a rischio». Ma i produttori tremano. L'annuncio del governo è arrivato proprio mentre s'intensificava la protesta degli allevatori per le importazioni a poco prezzo di carne bovina, che incidono su un mercato già in difficoltà. Lunedì interi container di carne irlandese, sbarcata al porto di Holyhead, sono stati svuotati e il contenuto gettato in mare. Ieri sarebbe accaduto lo stesso se non ci fosse stata una massiccia presenza della polizia per evitare incidenti. «Un altro colpo basso - ha detto ieri un portavoce del sindacato -. Un fulmine a ciel sereno, proprio mentre cominciavamo a riprenderci dalla botta. E proprio sotto Natale: le vendite crolleranno, la massaia sarà ulteriormente confusa e non crederà più che mucca pazza sia stata circoscritta». Fabio Galvano In Inghilterra ritorna l'allarme rosso tra i consumatori e i produttori per «mucca pazza»

Persone citate: Cunningham, Jack Cunningham, Richard Lacey

Luoghi citati: Inghilterra, Londra