E la Padania sbarca in Europa di Cesare Martinetti

E la Padania sbarca in Europa Il leader della Lega: «Il Nord con l'Euro dovrà lavorare il doppio» E la Padania sbarca in Europa Bossi inaugura il primo circolo leghista a Bruxelles BRUXELLES DAL NOSTRO INVIATO Padani attenti, con l'Euro dovrete lavorare il doppio. Lo dice Bossi, qui dall'avenue Nenuphars, periferia di Bruxelles, quartiere residenziale, verde-viali-laghetti, dove ieri sera s'è aperta la prima sede della Padania in Europa, non ancora «rappresentanza diplomatica», solo un circolo, dice Formentini, ma però qualcosa da registrare e da andare a vedere. E tanto per cominciare ci sono tre camicie verdi con la faccia da ragazzi, camicie verdi da importazione, vengono da Pavia e sono arrivate qui per fare un po' di scena, non certo la «guardia» al Bossi. Poi viene incontro un sardo che si chiama Antonio Rubattu e fa il giornalista (per la Padania) qui in Europa. Poi viene avanti un altro che fa sempre il giornalista, si chiama Matteo Incerti, universitario in Olanda e viene da Reggio Emilia. Padania? «Certo, lo dicevano anche i comunisti di Reggio...». Ma un padano-padano? Il sardo (che cita Emilio Lussu è parla di partiti-nazionalità) dice che al circolo sono iscritte cinquanta persone, tutti residenti a Bruxelles, ma che stasera non verranno, «perché si intimidiscono, hanno famiglia e a casa i bambini». E infatti non arrivano, se non Alfredo Sarich, triestino, piccolo imprenditore di informatica, ex funzionario dell'Europa, uno dei tre soci fondatori del circolo. Un altro è la Manuela Profili, la segretaria di Bossi al Parlamento europeo; del terzo - accidenti - Sarich non ricorda il nome. Comunque il circolo è verissimo. Presidente Marco Formentini, sindaco di Milano bocciato dai milanesi. La bandiera con la stella verde della Padania viene da Grugliasco, il panettone («del Nord») da Milano, l'unico socio che si presenta in quanto tale viene da Pavia. E' l'Archimede Bontempi, editore, assessore alla Cultura di quella giunta leghista che resistette solo due anni a se stessa e poi crollò. Il Bontempi è soprattutto papà di una delle due camicie verdi. C'è poi Sandro Fontana, bresciano, una volta de, adesso riddi, sempre parlamentare, qui nella tana leghista in veste di «storico» e laudatore dell'ospite: «Sono sempre stato un feroce autonomista». Leghista? Chissà. C'è Gipo Farassino, che sta zitto. C'è un funzionario della DG13 (in euro-gergo una direzione generale della Commissione) che non dice come si chiama, ma filma con la videocamera la scena. Formentini dice che di qui «informerà l'Europa su quanto si decide in Padania, visto che le informazioni arrivano distorte» (e i parlamentari della Lega non vengono quasi mai al Parlamento europeo). Bossi annuncia agli invitati (per nove decimi giorna¬ listi) che «Berlusconi non c'è più», che «Forza Italia è stata spazzata via dal Nord-Est» ed ha solo più due «comunelli in Lombardia». Dalle ultime elezioni, dice il boss, la Lega esce con un fronte geografico lungo «500 chilometri»: conquistate le province di Varese, Como, Bergamo, Verona, Vicenza e Treviso. E i voti nelle province, sono «quelli che valgono di più». Risultato? «Berlusconi sta per lasciare la politica», tre giorni dopo la sconfitta «l'hanno già condannato a un anno di carcere» e la Lega a «primavera presenta la sua costituzione». L'Europa è matrigna e «l'Euro ci farà lavorare il doppio per mantenere il magna-magna di Roma perché non sarà più possibile svalutare». A meno che? «Non si faccia la Padania», dice Bossi al corrispondente del Wall Street. Journal. Cesare Martinetti «Non sarà più possibile svalutare e dovremo mantenere ilmagna-magna di Roma» Il segretario della Lega Nord Umberto Bossi