Sicilia, scoppia la crisi

Sicilia, scoppia la crisi Sicilia, scoppia la crisi Veleni nel centrodestra «Qualcuno ha tradito» PALERMO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La crisi del governo regionale di centrodestra mette a nudo i nervi a fior di pelle nel Polo dopo l'insuccesso nelle amnnnistrative. Gianfranco Micciché sconfitto a Palermo da Orlando parla adesso come coordinatore regionale di Forza Italia e denuncia il tradimento di Ccd e Cdu che non avrebbero sostenuto né lui né gli altri candidati di Forza Italia e della stessa An, come Benito Paolone a Catania. Il presidente della Regione forzista Giuseppe Provenzano in serata ha confermato le dimissioni e quindi l'apertura della crisi del governo regionale i cui tempi saranno scanditi dopo la conferenza dei capigruppo che il presidente Cristaldi ha convocato per martedì. «Le mie dimissioni? Certo che le confermo» ha affermato Provenzano. Ma durante una colazione Micciché ha ospitato a casa sua i tre assessori regionali del suo partito, il capogruppo e il vicecapogruppo in Regione e il portavoce Aldo Sarullo. «Chiederemo a Provenzano di ritirare le dimissioni - sostiene Micciché -. L'annuncio della crisi è servito a indicare il disagio che c'è nella nostra maggioranza ma pensiamo che non possano farne le spese i cittadini». La crisi siciliana secondo il segretario regionale del pds e riconfermato sindaco di Taormina Mario Bolognari era già in atto da tempo: «Qui il Polo come abbiamo detto e ripetuto - ha rilevato - è nato ed è cresciuto su un equivoco di fondo e su una contraddizione molto forte che hanno ingannato gli elettori». «Le forze del cambiamento nei Comuni hanno dimostrato di avere un forte radicamento fra i cittadini - aggiunge Bolognari - e per noi è essenziale la tenuta dell'alleanza di centrosinistra» • ~>lr C'è chi parla anche di scioglimento anticipato dell'assemblea siciliana e di ricorso a nuove elezioni dopo .quelle che due anni fa segnarono il successo del Polo. Fra costoro è Franco Pira portavoce nazionale-della Rete e capogruppo in Regione che osserva: «Se il centrodestra non è più in grado di governare passi la mano e andiamo al voto». Da Rinnovamento Italiano con Mimmo Rotella viene invece la disponibilità «a costruire una casa comune dei moderati» mentre Giovanni Barbagallo del ppi fa ricadere sul centrosinistra la responsabilità «di una proposta di governo basata su scelte chiare e discriminanti nette all'altezza della sfida che si propone oggi in Sicilia». D presidente dei giovani industriali dell'isola Giuseppe Puglisi fa notare che «questa è una politica vecchia che non promette niente di buono per il futuro della Sicilia». Come lui la pensano i segretari regionali di Cgil, Filippo Panarello, e di Cisl Nino Amato. Il vicecapogruppo regionale di An Guido Virai garantisce: «In tutto i deputati regionali che sognano il cambio di barricata non superano le dita di una mano». E prosegue: «Facciamo in fretta un chiarimento anche attraverso un rimpasto e un allargamento del Polo. La Sicilia non ha tempo da perdere con crisi da prima Repubblica». Il capogruppo regionale del Ccd Giuseppe Drago si domanda: «Su quale progetto dobbiamo confrontarci?». Il governo Provenzano, formato da Fi, An, Ccd e Cdu, è in carica da 496 giorni dopo essere stato eletto con i voti di 50 dei 90 deputati regionali. Già il 5 settembre scorso la crisi l'aveva sfiorato quando fu sconfitto in aula nel voto finale della legge sulla riscossione delle imposte. Ccd e Cdu chiesero la verifica che in un vertice a Roma fìi rinviata a dopo le amministrative di domenica scorsa. Antonio Ravidà

Luoghi citati: Catania, Palermo, Roma, Sicilia, Taormina