Armando, un comunista a Manhattan di Antonella Rampino

Armando, un comunista a Manhattan Ricevimento ufficiale Onu e visita al quartiere dei diseredati di New York Armando, un comunista a Manhattan E subito Cossutta va dalla Baraldini in carcere NEW YORK DAL NOSTRO INVIATO Un incontro a quattr'occhi con Kofi Annan, una giornata al palazzo dell'Orni, e soprattutto una visita a Silvia Baraldini, «prigioniera politica» nel carcere di Danbury, «per portarle sollievo, è in una grave crisi depressiva». E' questo il programma della settimana newyorchese di Armando Cossutta. E' arrivato solo da due giorni, ma già in viaggio il presidente di Rifondazione deve essersi ricordato una strofa che si cantava alle feste dell'Unità, anni luce addietro: «L'America è fatta col sangue, degli uomini che ammazzò». Perché appena sbarcato a Manhattan ha preso sottobraccio la moglie Emi, vivacissima vecchia ragazza comunista, e l'eurodeputato Lucio Menisco intabarrato in un cappotto blu degno di Wall Street, e se n'è andato ad Harlem, «un quartiere di poveri, dove non ci sono scuole, dove si vede cos'è la miseria». La visita in uno dei pochi quartieri di diseredati nella New York in cui è diventato alla moda perfino il Bronx, è stata preparata e guidata da Big Black, il grande nero, anche se adesso ha i capelli velati di bianco, che guidò la sanguinosa rivolta nel carcere di Attica, anno 1971, sedata al costo di decine di vite di detenuti. L'ordine di reprimere duramente la rivolta lo diede il governatore Rockefeller, stessa famiglia del tycoon che ventott'anni dopo riceverà Occhetto, primo segretario post-co¬ munista in visita negli States. Ma Cossutta non ha voglia di fare polemiche. Racconta di Harlem mentre visita una mostra dedicata a Leonardo da Vinci. Il World Trade Center, monumento al commercio nell'epoca della globalizzazione dei mercati, è illuminato a festa, sciamano modelle di Armani, la cena di gala è stata preparata da Le Cirque. Cossutta non ha messo lo smoking, «non lo ha fatto nemmeno Gorbaciov per il Nobel, il comunismo non è solo una speranza politica, è anche uno stile di vita». Lamberto Dini invece sì, nonostante arrivi in tutta fretta da Washington, dove ha avuto un colloquio informale con la signora Aibright in materia di Onu, Albania e Iraq. Il cerimoniale del gala offerto dall'Onu prevede che Emi Cossutta sia alla destra del ministro degli Esteri, e il presidente di Rifondazione a un altro tavolo, alla sinistra di Donatella Dini, e accanto al nunzio aposto¬ lico. Hanno parlato fitto fìtto, per tutta la serata, e Donatella Dini annuiva ogni tanto: «Abbiamo fatto discorsi importanti, siamo d'accordo su un punto. Il mondo va migliorato», dice Cossutta. E Dini? «Dini mi ha fatto gli auguri per Silvia Baraldini: speriamo che tutto vada bene, mi ha detto. Dini e Cossutta si stringono le mani, loro che ai tempi del «ribaltone» sono stati acerrimi nemici, e Cossutta, irriducibile, indica al ministro la macchina volante di Leonardo da Vinci che, enorme, pende dal soffitto: «Quella, caro Dini, è il simbolo del congresso di Rifondazione». ■ Inutile cercare nel viaggio americano di Cossutta tracce di contaminazione con i piaceri della società affluente. «New York è bellissima, ma piena di contraddizioni e troppo cara: c'eravamo già stati per 3 giorni, 10 anni fa. Adesso è anche peggio» racconta Emi. Intanto, ieri mattina «l'Armando» e l'inseparabile Manisco, si cacciavano nelle stanze disadorne deUa rivista «Monthly Review», un mito dell'intellighentzia marxista che va avanti dal 1949. A contatto con tutto quello che resta dell'american left, stretta nel riformismo ormai non tanto più liberal di Clinton, Cossutta si è provato a spiegare come si resta comunisti, e come si condiziona un governo di centro-sinistra, a un gruppo di deliziosi ottantenni economisti marxiani, capeggiati da Paul Sweezy. «L'Italia è cambiata» spiega Cossutta «perché non ci sono più il psi e la de, anche se il nostro presidente del Consiglio è un loro nipotino. Senza di noi la destra avrebbe in Parlamento non 200, ma400 seggi». Ma Hugh Deàne, novantenne ex professore di Harvard che ha visto, ai tempi, la rivolta dei Boxer in Cina, non capisce una cosa «What means desistenza!», la de sistenza, che cos'è? Antonella Rampino Il presidente di Rifondazione comunista Armando Cossutta