Polemiche per le scelte del premier e D'Alema. Cheli: sono indipendente
Polemiche per le scelte del premier e D'Alema. Cheli: sono indipendente Polemiche per le scelte del premier e D'Alema. Cheli: sono indipendente «Il governo azzeri le nomine» Bertinotti e i Verdi incalzano l'esecutivo ROMA. «E' tutto a pesto. Per le nomine non ci sono polemiche» taglia corto il presidente del Consiglio Prodi che fa finta di non udire lamenti e proteste di Bertinotti e dei verdi. Ma sono solo loro, assieme al socialista Boselli, a contestare la scelta di Enzo Cheli a presidente della commissione che guida e vigila su telecomunicazioni e tv. Scelta per ora ufficiosa (la designazione la dovrebbe fare il Consiglio dei ministri di domani e il designato deve ancora accettare), che è diventata di pubblico dominio dopo il lungo incontro di Prodi con Massimo D'Alema. Il segretario del pds, dopo questa delicata designazione, è partito per il Messico lasciandosi alle spalle lo strascico di recriminazioni degli alleati minori del governo e un certo nervosismo nel suo partito. • Capofila della protesta è Fausto Bertinotti che chiede al governo di non procedere domani alle nomine: «Chiediamo che si frapponga un periodo anche breve di tempo per presentare candidature». Ai cronisti che gli chiedono se arriverà a minacciare la crisi per le nomine, il segretario di Rifondazione comunista risponde irritato che questo rischio non c'è. Più aperta la dichiazione di Nerio Nesi, che di Rifondazione è il responsabile per l'economia (cossuttiano). Nesi va al sodo dando la disponibilità a sottoscrivere la nomina di Cheli (laico) all'autorità per le telecomunicazioni. Approva anche la connessa nomina di Casavola (cattolico) alla presidenza del controllo contro i monopoli (nomina che spetta, però, ai presidenti delle Camere). Tutto purché «le nomine facciano parte di un accordo generale». Cioè, che anche Rifondazione abbia i suoi rappresentanti nelle due commissioni. Bisogna sapere, infatti, che alla commissione per le telecomunicazioni otto membri, eletti dal Parlamento, affiancheranno il presidente (e quattro alla commissione contro i monopoli). Quattro se li dividerà il Polo e quattro il centrosinistra. Uno al pds, uno ai popolari, uno a Rifondazione comunista e uno non si sa a chi. Sono in corsa i verdi (sfavoriti) e Dini. E pare proprio che la meglio l'avrà Dini, viste le reazioni. Difatti, il portavoce di Rinnova¬ mento italiano, Stajano, condivide la scelta di Cheli e se la prende con i critici: «Non si comprende la richiesta di forze politiche, anche di maggioranza, di mettere in discussione la scelta». Mentre il coordinatore dei verdi, Luigi Manconi, intima a Prodi di «azzerare tutto. Ripartiamo daccapo. Le nomine sono il risultato di un'accorta e piatela distribuzione tra due componenti della maggioranza». Una componente sarebbe il pds (il quale, però, precisa che ha solo puntato sul criterio della competenza). L'altra sarebbe il partito popolare. Il quale non contesta affatto l'abbinata di cui si parla: CheliCasavola. «Azzerare le nomine? Lo dicessero a Prodi - risponde Franco Marini, con una scrollata di spalle Io, comunque, non ho suggerimenti da dare al presidente del Consiglio...». In realtà, l'accordo tra Prodi, D'Alema e Marini c'è stato, anche se Marini può aver pensato di essere rimasto in credito. E si può star certi che non mancherà di presentare il conto a breve. Anche il ministro delle Poste, Antonio Maccanico, è d'accordo e considera Cheli «il nome giusto». L'approvazione arriva pure da Antonio Marzano, responsabile economico di Forza Italia: «Sono persone di grande livello professionale e personale. Non li contesterei. Avremo delle posizioni nostro, ma non faremo le barricate». In fin dei conti, il gran rumore attorno alle probabili nomine non sembra dover turbare Prodi più che tanto. Qualche problema, caso mai, lo si coglie nel pds. Dove c'è Walter Veltroni (vicepresidente del Consiglio) che sui giornali di ieri si è visto dipinto come lo sconfitto della partita (avrebbe sponsorizzato Massimo Fichera al posto di Cheli) e si è infuriato con Botteghe Oscure. Ritenendo che da 11 siano filtrare le maliziose interpretazioni. «C'è un certo, diciamo così, mercato nero delle notizie» che danneggia il pds, la sinistra e l'Ulivo, accusa Veltroni. A riparazione, l'ufficio stampa del pds ha diffuso un comunicato che definisce «fantasiose e del tutto prive di fondamento» le ricostruzioni del comitato politico di martedì, fatte da alcuni giornali. Non c'è stata né polemica, né scontro, «non esiste uno scontro politico nel gruppo dirigente». Da registrare infine una precisazione dello steaso Cheli che dice «Sono sempre stato indipendente. Ho sempre fatto il mio mestiere in condizione di assoluta indipendenza: lo dice il mio passato». E a chi gli chiede se sia un uomo di D'Alema, Cheli risponde secco: «Penso proprio di no»; né si sbilancia nel commentare la tesi di chi pensa che la sua nomina abbia penalizzato l'area centrista e cattolica dello schieramento politico: «Non sono in grado di valutarlo. Ho avuto una richiesta di disponibUità - insiste - a cui devo dare risposta, ma non so quello che può star dietro, dal punto di vista politico, a questa richiesta», [r. r.] Il premier Romano Prodi
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