Un blitz dà il via al rimpatrio

Un blitz dà il via al rimpatrio Carabinieri e polizia hanno cominciato le irruzioni all'alba, poi l'imbarco su aerei e navi ? Un blitz dà il via al rimpatrio Chiusi sette centri, tornano a casa300 albanesi ROMA. Qualcuno gridava «Grazie Italia», sarcastico. Qualcuno ha inalberato striscioni «Gita turistica», con uguale sarcasmo. Altri hanno inveito, minacciato a vuoto. Ma i temuti incidenti non ci sono stati. A sera, ieri, 310 albanesi erano a Tirana, alla fine di una giornata lunghissima, cominciata con blitz all'alba a Teramo, continuata a Cassano delle Murge, vicino a Bari, e poi proseguita, fino alla chiusura di 7 centri d'accoglienza, tra cui anche Macerata, Foggia, Catanzaro, Brindisi e Modena. Tra dramma e farsa, c'è chi è riuscito a guadagnare qualche ora, come un gruppo di 36 profughi che avrebbe dovuto imbarcarsi su un Hercules e poi è stato dirottato sulla nave da sbarco «San Giorgio» per eccesso di bagagli. E' partita nella notte. L'unità era scortata da gommoni del battaglione «San Marco», pronti ad intervenire nel caso in cui qualche clandestino si gettasse in mare per un'impossibile fuga. Gli albanesi erano stati caricati in mattinata sui pullman a piccoli gruppi. Non più di 15 alla volta per evitare che la ressa creasse contestazioni pericolose e scoppi di violenza. E infatti i tafferugli sono stati limitati al minimo. A Samano un carabiniere è rimasto ferito nella confusione creata da una donna in preda a una crisi di nervi e alcuni capi famiglia si sono rifiutati di portare i bagagli fino agli autobus, mentre si sollevavano le camicie e i maglioni per mostrare lividi di ipotetici pestaggi. Ma i casi isolati di resistenza passiva non sono serviti e un po' alla volta i clandestini sono arrivati all'aeroporto di Ancona. Per il trasferimento e l'imbarco sono stati impiegati 200 uomini, tra carabinieri, polizia, guardia di finanza. L'area dello scalo era stata blindata e reporter e telecamere sono stati tenuti a distanza. Ad aspettarli un Hercules C-130 e un G-222, che hanno dato il via al ponte aereo. I primi 37 albanesi sono partiti alle 11 e mezzo, per lo più donne e bambini. Facce delu- se, a volte disperate, per non essere riusciti a sfruttare la direttiva Prodi. Le madri hanno alzato in aria i propri bambini; «Siete un Paese di senza pietà». Forse, pensavano con invidia ai fortunati di Borgo Mezzanone, vicino a Foggia: 30 hanno potuto chiedere asilo politico e 4 donne incinte e 4 bambini abbandonati sono rimasti nella «lamerica»-Itaha. Senza le tv e le radio a cui si erano incollati da settimane, non hanno potuto sentire il coro di dichiarazioni che accompagnava l'esodo. «Stiamo applicando le leggi e stiamo agendo con saggezza e umanità», ha detto Romano Prodi da Londra, dove ha in programma un incontro con Tony Blair, «vo- gliamo mantenere l'armonia tra il rispetto delle regole che ci siamo date e le considerazioni di umanità che ci stanno particolarmente a cuore», gli ha fatto eco da Roma Walter Veltroni, «la forza non serve», ha dichiarato l'arcivescovo di Foggia, Giuseppe Casale: «Che facciamo? Li buttiamo a mare?». In compenso avevano visto l'altra sera in tv il sottosegretario agli Esteri Piero Fassino, che aveva promesso: «Gli albanesi che torneranno in patria non verranno lasciati soli». Sembra che quelle parole abbiano convinto molti disperati. Fino alla prossima traversata. Gabriele Beccaria In 209 impegnati nell'operazione Trentasei profughi sono stati dirottati dall'aeroporto di Ancona a Brindisi perché avevano troppi bagagli I NUMERI DELL'OPERAZIONE TI centri di accoglienza chiusi. L'elenco: Cassano delle Murge (Bari), Teramo, Macerata, Foggia, Catanzaro, Brindisi e Modena. 310 Gli albanesi rimpatriati ieri. 4T89 Numero totale degli albanesi da rimpa triare. 1840 Numero di clandestini ospitati nei centri. 524 Numero di albanesi ospitati in Puglia. 200 Numero degli albanesi ospitati nella Marche. ORE 6.00 m ORE9.00 Irruzione a Teramo Momenti di grande tensione, ma nessun incidente: comincia con un blitz delle forze dell'ordine l'evacuazione dei 71 profughi albanesi ospiti del centro di accoglienza nell'ex caserma «Grue» di Teramo. Da due giorni i profughi attuavano lo sciopero della fame e si erano barricati nelle camerate, esponendo lenzuola con la scritta «Solo morti ce ne andremo». A Cassano delle Murge (Bari) la polizia ha fatto irruzione nel refettorio e ha portato via tutti, a volte ricorrendo alla forza. L'esodo sui bus Dai 7 campi d'accoglienza - a Teramo, Bari, Macerata, Foggia, Catanzaro, Brindisi e Modena comincia l'esodo degli albanesi. Uomini, donne e bambini vengono caricati sui pullman: per ragioni di sicurezza, non ci devono essere più di una quindicina di persone alla volta. Imponente il dispiegamento di forze dell'ordine: 200 uomini fanno da scorta alle complesse operazioni di trasferimento. La destinazione finale è l'aeroporto di Ancona-Falconara, circondato da poliziotti e carabinieri.

Persone citate: Gabriele Beccaria, Giuseppe Casale, Piero Fassino, Romano Prodi, Tony Blair, Walter Veltroni