IL SOGNO PERDUTO di Pierangelo Sapegno

IL SOGNO PERDUTO IL SOGNO PERDUTO SCASSANO MURGE ULL'ULTIMO pullman c'è una bimba in piedi vicino all'autista. Dietro, dormono tutti. Lei guarda sfilare l'Italia che non c'è più. A mezzogiorno, il sogno italiano si spegne così, come una giornata di sole. C'è più melanconia che rabbia, più pietà che dolore, nell'addio che gli ultimi ribelli albanesi consegnano alle telecamere e ai cronisti assiepati davanti all'Orsa Maggiore. Dalla fortezza di Cassano Murge escono solo uomini stanchi, donne svenute, bimbi stralunati. E se c'è chi ringhia «fate schifo» passando fra due ali di carabinieri e poliziotti, c'è anche chi chiama un microfono per pianger¬ ci sopra: «Grazie Italia, grazie davvero. Sono qui da 8 mesi e sono stati gli unici 8 mesi belli della mia vita». Ma è tutto così strano in questo blitz ormai inaspettato, con la luce del giorno, 19 cellulari, due autobotti, 200 uomini in divisa, 5 pullman, e Gaetano Aiello che entra nel refettorio e dice: «Mi dispiace». Il maresciallo Maldarizzi che li rincuora: «Tenetevi per mano, così non vi perdete». L'assistente Gennaro Mattiace che coccola un bimbo. E poi con la gente che esce dai negozi per applaudire i pullman che vanno via: «Viva il blitz». Pierangelo Sapegno CONTINUA A PAG. 3 TERZA COLONNA

Persone citate: Gaetano Aiello, Gennaro Mattiace, Maldarizzi

Luoghi citati: Italia