Fondi elettorali Clinton evita un Whitewater II di Andrea Di Robilant

Non ci sarà un procuratore speciale Non ci sarà un procuratore speciale Fondi elettorali, Clinton evita un Whitewater II L'ha deciso il ministro della Giustizia Anche Al Gore si salva dall'inchiesta WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Bill Clinton e Al Gore possono finalmente tirare un sospiro di sollievo: il Guardasigilli Janet Reno ha annunciato ieri che non nominerà un procuratore indipendente per condurre un'indagine sullo scandalo dei fondi elettorali. La decisione era da tempo nell'aria. Ma la Reno ha la reputazione di essere un Guardasigilli che non si fa piegare dalle pressioni della Casa Bianca. E un certo suspense ha continuato ad aleggiare fino a quando ha reso pubblica | la sua decisione. Lo scandalo dei fondi elettorali dai caffè a pagamento alla Casa Bianca, ai soldi sollecitati dai democratici in un tempio buddista, alle telefonate fatte o non fatte da Clinton e Gore ha macchiato co per tutto l'anno. Ed ha fornito munizioni preziose ai repubblicani, che hanno fatto enorme pressione sulla Reno affinché affidasse l'indagine ad un procuratore indipendente. Il Guardasigilli ha sempre dichiarato che lo avrebbe fatto soltanto in presenza di un'azione chiaramente illecita da parte del Presidente o del Vice Presidente. E alla fine di un'indagine interna condotta dal ministero di Giustizia, la Reno ha deciso di assecondare il giudizio dei suoi consiglieri e di non portare l'indagine alla fase successiva, quella appunto della nomina di un procuratore indipendente. Ma la sua decisione l'ha portata in rotta di collisione con il capo dell'Fbi Louis Freeh, che ha voluto esprimere pubblicamente il suo dissenso con la Reno. Al contrario della Reno, Freeh è infatti convinto che le premesse per un approfondimento d'indagine ci sono eccome. L'annuncio della Reno è destinato ad avere conseguenze importanti: è infatti difficile immaginare come il capo dell'Fbi e il Guardasigilli possano continuare a collaborare in un clima di fiducia e serenità dopo uno scontro pubblico così eclatante. Un'ipotesi circolata nei giorni scorai è che Freeh dia le dimissioni. La Reno continuerà ad essere presa di mira dal Congresso repubblicano, tanto più che il 1998 è un anno elettorale. Ma di fatto, con la sua decisione, ha messo fine ad uno scandalo che ha gettato fango sulla Casa Bianca e sui democratici per buona parte del 1997. Per Clinton, dunque, una giornata finalmente positiva. Ma è soprattutto Gore che trae beneficio dalla decisione della Reno. Lo scandalo dei fondi elettorali aveva danneggiato l'immagine del Vice Presidente, considerato dall'opinione pubblica americana un politico integro e onesto. Adesso Gore può guardare con maggiore serenità alle presidenziali del 2000. Sollievo anche per i democratici. Ieri riconoscevano, con tono contrito, che l'ultima campagna elettorale aveva effettivamente visto «eccessi e anche qualche illegalità». Ma già guardano oltre, a come rimpinguare al più presto le casse del partito. Andrea di Robilant Clinton | Clinton

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