Gli studenti «cattivi di Pierluigi Battista

Gli studenti «cattivi Gli studenti «cattivi » La sinistra scopre il pugno di ferro MA PAGINA IN una scuola «occupata» e in una «Okkupata» si svolgono in realtà gli stessi riti, si saccheggia la stessa mitologia, si usano le stesse parole d'ordine, si odia la stessa vituperatissima «privatizzazione». La polizia che invece sgombera uno dei licei storici della borghesia romana come il Mamiani «Okkupato» trasmette l'idea che esistano «occupazioni» buone e «Okkupazioni» cattive (e il sospetto che quelle «buone» siano solo quelle benedette dalle forze politiche che fanno parte del governo). Naturalmente è molto probabile che nel Mamiani «Okkupato» si siano commesse numerose illegalità, dall'interruzione delle lezioni all'uso non ortodosso dei supporti didattici. Così come non è da escludere che la ragione che avrebbe reso necessario l'intervento risolutivo della polizia, la circolazione di «droghe» all'interno delle aule occupate, abbia assunto dimensioni preoccupanti e modalità inammissibili in un edificio scolastico. Tuttavia suona come una nota stonata l'incontro tra gli studenti «democratici antiOkkupazione» e il ministro della Pubblica Istruzione, in cui i rappresentanti della sinistra «di governo» hanno appassionatamente difeso le ragio- ni della cultura conculcata dalle prevaricazioni e dai metodi violenti di chi anche quest'anno ha inscenato il logoro copione di una delle tante, innumerevoli «Pantere» che allo scadere di ogni autunno simulano l'esplosione del «movimento». Anche negli anni scorsi, infatti, il Mamiani ha conosciuto l'«oltraggio» di analoghe occupazioni e autogestioni, ma non risulta che nessuno abbia invocato l'intervento della polizia. Né risulta, del resto, che quest'ultima abbia mai sentito l'impellente bisogno di ripristinare la legalità offesa ingabbiando i tanti figli della nomenklatura protagonisti delle «occupazioni». Si obietterà che è un bene che sia stata messa la parola fine alle infinite omissioni che negli anni scorsi hanno tollerato prevaricazioni e metodi violenti. Si rileverà che non c'è niente di cui impietosirsi per quei cuccioli della borghesia che verranno rispediti nelle loro confortevoli case, pronti per organizzare il prossimo corteo «contro la repressione». Tutto vero. Ma non c'è qualcosa di stridente nell'immagine degli studenti di fede «governativa», che invocano il pugno di ferro contro i loro coetanei colpevoli di essersi macchiati più o meno delle stesse illegalità commesse negli anni in cui il governo era di altro genere? Non c'è qualcosa su cui vale la pena di riflettere nel fatto che il pugno di ferro contro gli studenti venga riesumato dopo anni e anni di tacita tolleranza proprio quando la sinistra è entrata per la prima volta direttamente nella stanza dei bottoni? Certo, smentire il rassegnato automatismo che vede nell'annuale fiera delle «occupazioni» uno degli ingredienti fondamentali del panorama politico-antropologico dell'I¬ talia post-sessantottesca può anche apparire come un atto dovuto, sia pur tardivo. Purché non venga divulgata l'immaginetta edificante di un «movimento» un tempo buono, pacifico e democratico che que sfanno ha dovuto cedere a un «mo vimento» violento, prepotente e pu re stordito di «droghe» e che quindi solo ora sia necessario l'intervento di sgombero delle forze dell'ordine In questo caso non sarebbe un'auspicabile prima volta bensì l'enne sima volta in cui si invoca un Grande Fratello con il compito di riscri vere la storia a seconda della convenienza politica. Anche l'ipocrisia esige dei limiti. Pierluigi Battista Polizia, genitori e studenti davanti al Mamiani

Persone citate: Mamiani