In galera l'Eta in doppiopetto
Paura di attentati, la polizia dà le notifìche coi passamontagna I baschi di Herri Batasuna responsabili di «collaborazione con banda armata» In galera l'Età in doppiopetto Sette anni ai 23 capi dell'ala politica MADRID NOSTRO SERVIZIO Applausi e pianti di gioia della Atv, la Associazione vittime del terrorismo. Sciopero generale di protesta il 15 prossimo nei Paesi Baschi. Reazioni di condanna o di sorpresa dei partiti baschi mentre il ministro alla Giustizia Mariscal lancia l'appello a «tenersi pronti a reazioni violente». E la polizia che notifica comunicazioni giudiziarie mascherata con passamontagna per non subire attentati. Sono le prime risposte alla sentenza emessa ieri mattina dal «Tribunal Supremo» di Madrid, la nostra Corte di cassazione: 7 anni di galera e 6 milioni di lire di multa per tutti i 23 membri del comitato centrale di Herri Batasuna (Hb, unità popolare), il braccio politico della organizzazione indipendentista basco-spagnola Età Militar, per «collaborazione con banda armata». Per la prima volta nella loro ventennale storia, i dirigenti di Hb, il partito che Età Militar creò nel '76 fondendo quattro gruppuscoli di estrema sinistra, finiranno dietro le sbarre collettivamente. Nel febbraio del '96 decisero di cedere i loro spazi elettorali gratuiti in tv a im video di 20 minuti elaborato da Età in cui tre «etarras» incappucciati, con pistole sul tavolo, esponevano la cosiddetta «alternativa democratica», cioè le loro condizioni per una «tregua»: diritto all'autodeterminazione dei baschi, unità territoriale della nazione basca divisa attualmente tra Francia e Spagna, amnistia per i 600 assassini «etarras» incarcerati, ritiro incondizionato delle forze armate «di occupazione» spagnole. Una linea politica che Hb giustificò come «proposta di pacificazione del conflitto basco». Per il «Tribunal Supremo» (l'unico competente in quanto 7 diligenti di Hb, 181 mila voti e il 15% dell'elettorato basco e navarrino nelle Politiche del '96, sono parlamentari regionali) «gli accusati cedettero a Età molto più che voce e parole, cedettero i loro spazi per prestare incondizionato appoggio all'organizzazione criminale che si propone di dominare con il terrore la società e imporre i suoi criteri con la violenza». «La cosiddetta "alternativa democratica" - continua la sentenza - in se stessa, nel nostro codice penale, è reato. Assumere tale proposta suppone accettare pienamente la dinamica operativa terrorista». L'Alta Corte conclude: «Il comportamento del comitato centrale di Hb non può difendersi come libertà di espressione. Questa sentenza però non è una con¬ danna a Hb come partito e neppure una condanna politica per la formulazione del diritto alla autodeterminazione, compatibile con il nostro ordinamento democratico». La sentenza, operativa in 48 ore anche se l'avvocato degli «etarras legali», Ilnigo Iruin (sotto inchiesta per essere stato filmato mentre riscuoteva un pizzo milionario estorto da Età a un imprenditore basco), ha già annunciato un ricorso al tribunale costituzionale e alla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo, avrebbe potuto essere molto più severa. Il pm chiedeva 8 anni e la Atv 22 per «partecipazione continuata a banda armata», imputazioni respinte dal tribunale nonostante 100 militanti di Hb siano in galera per aver partecipato direttamente a atten¬ tati di Età (700 assassinii dalla fine della dittatura franchista; 13, finora, nel '97). Ma se a Madrid sia i socialisti che i popolari (destra-centro) del premier Aznar sottolineavano che la sentenza «assicura la osservanza e il compimento della legge», ben diversa la reazione in Euskadi. Per i comunisti di Izquierda Unida «le condanne sono politiche, molto dure, e accentueranno la tensione esistente rendendo ancora più difficile la pacificazione». Il democristiano Pnv, che governa i Paesi Baschi, ha manifestato «sorpresa» e si riserva un giudizio solo dopo aver letto approfonditamente la sentenza. Per Eusko Alkartasuna, una formazione nata da una scissione a sinistra del Pnv e pervicacemente indipendentista, «le condanne sono una mostruosità e dimostrano la dipendenza della magistratura dal governo». Hb ha risposto in serata. Il suo portavoce, il temutissimo Floren Aoiz (ogni volta che lui minaccia, poi Età assassina o sequestra) ha qualificato le condanne «una vera e propria provocazione». «Non cambieremo la nostra strategia perché mai come adesso si è dimostrato che in Spagna non esiste la democrazia - ha continuato chi è considerato uno dei cervelli politici di Età -; ci hanno voluto dire che il governo spagnolo non vuole riconoscere come popolo i baschi, non vuole cambiare la sua strategia fino a quando non lo obbligheremo a farlo. Il 15, i baschi e i navarrini faranno sciopero generale contro questa dichiarazione di guerra». Gian Antonio Orighi Paura di attentati, la polizia dà le notifìche coi passamontagna I separatisti: «Ora è dimostrato La Spagna non è democratica» *Sf?•WU0fif 2f 0£ ~fi jfy Nella foto grande, una manifestazione di separatisti baschi. Sugli striscioni i volti dei terroristi di Età detenuti Qui accanto Karmelo Landa di Herri Batasuna [FOTO REUTER1
Persone citate: Aoiz, Aznar, Gian Antonio Orighi, Karmelo Landa, Unida
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