Polo, adesso in Sicilia trema anche la Regione

Polo, adesso in Sicilia trema anche la Regione Polo, adesso in Sicilia trema anche la Regione PALERMO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE L'esito delle Amministrative in Sicilia produce uno strappo anche in Regione. H Ccd ha chiesto la verifica nella maggioranza di centro-destra che sostiene II governo regionale. E se a Palermo e Catania sono stati confermati i sindaci del centro-sinistra, ad Agrigento ce l'ha fatta (al primo turno) Calogero Sodano del Cdu; a Caltanissetta va al ballottaggio con Michele Abbate dell'Ulivo quello dei tre concorrenti dei Polo, Rudy Maira, vicesegretario regionale del Cdu, che ha avuto più consensi. Ma vediamo. Dunque: sindaco del Polo, subito confermato ad Agrigento, Sodano, con oltre il 54 per cento, quasi il triplo di quanto ha ottenuto il candidato dell'Ulivo, Fabrizio Zicari e ben più forte del suo avversario di sempre, l'ambientalista Giuseppe Arnone che pure quattro anni fa era stato superato nel rush finale per soli 435 voti. Gli altri cinque sfidanti hanno raccolto pochi o pochissimi consensi. «Chi ha seminato veleni è stato punito dagli elettori che in questi anni hanno capito molte cose», ha commentato Sodano che ha parlato di «successo straordinario». E nell'Ulivo agrigentino c'è bufera con recriminazioni sulla frammentazione che ha finito per agevolare il Polo. Ancora a Caltanissetta il Polo protagonista, ma in modo ben differente. Infatti tra due domeniche dovranno vedersela il medico Michele Abbate dell'Ulivo (e pidiessino) e l'ex deputato de e sindaco per tre volte, tra il 1982 e il 1985, Rudy Maira, avvocato civilista, proposto non soltanto dal Cdu, ma pure da Ccd e Rinnovamento Italiano, che a Caltanissetta è in sintonia con il Polo. Il sindaco uscente Giuseppe Mancuso di An è giunto terzo e il candidato di Forza Italia, Alessandro Pilato si è fermato molto indietro, a meno del 10 per cento. Come avevano anticipato, però, i tre del Polo, per il ballottaggio faranno fronte comune e se accadrà davvero, Maira allora potrà tornare comodamente a sedersi in Municipio. La conferma di Orlando a Palermo e Bianco a Catania e l'affermazione di Abbate a Caltanissetta, in attesa delle stime complessive sul voto nell'isola, che saranno possibili soltanto oggi, visto il ritardo degli scrutini cominciati soltanto alle 8 di ieri mattina, lasciano pensare che in Sicilia l'Ulivo inizi a marciare bene e che invece il Polo sia in calo. Un andamento evidenziato già nelle ultime Politiche e una situazione che genera nervosismo crescente nel centro-destra, dove il segretario regionale del Ccd, Salvatore Cardinale, che è pure uno dei vicesegretari nazionali del par¬ tito, indica l'utilità di «rafforzare il centro». E aggiunge: «Non vogliamo pannicelli caldi che non servono più e riteniamo che sia indispensabile recuperare dalla sfera di chi ha votato a sinistra». Non è questo il primo siluro del Ccd al governo regionale presieduto dal forzista Giuseppe Provenzano, eletto dopo il successo del Polo nelle ultime Regionali e in cui il Ccd ha tre assessori. Altre volte, infatti, da Cardinale e dal capogruppo in Regione, Giuseppe Drago, sono partiti segnali di guerra contro Provenzanò e varie proposte, come l'allargamento della maggioranza, a esempio, alla Rete di Leoluca Orlando e, perché no?, al Pds per una sorta di governo delle emergenze di fronte alla drammaticità dei problemi dell'isola, con oltre il 25 per cento di tasso di disoccupazione. Ma ogni volta, poi, i tamburi di guerra del Ccd hanno smesso di rullare e il governo regionale ha continuato la sua non facile navigazione. Ieri, comunque, Cardinale se n'è andato a Roma per stabilire il da farai con Casini e Mastella. Da Enrico La Loggia è immediatamente venuto l'invito non a una verifica, ma «a una normale riflessione sui dati elettorali». Il presidente dei senatori di Forza Italia si è anche riferito all'impegno «a tornare al messaggio originario di Forza Italia che nel 1994 ci ha consentito di vincere in tutt'Italia». E Sergio Mattarella, capogruppo del Ppi alla Camera, ha interpretato il voto siciliano di domenica come la prova che l'Ulivo e il governo Prodi «hanno convinto gli elettori sicmani». Fabio Granata, capogruppo dei deputati regionali di An, da parte sua osserva che i sindaci dell'Ulivo rieletti al primo scrutinio, sono stati premiati «perché la gente ha pensato al disastro che c'era prima e perché hanno goduto di grande visibilità e hanno avuto la ventura di amministrare subito dopo la caduta della Prima Repubblica». Antonio Ravidà