« I sindaci marceranno su Roma» di Maria Grazia Bruzzone

«Daremo battaglia sulla Bicamerale per imporre un federalismo alla catalana che dia spazio ai poteri locali» « I sindaci marceranno su Roma» Bianco: voglio federare le liste civiche LE SFIDE DEL VINCITORE CATANIA I L centravanti è Antonio Basii sonno, Cacciari è Jair, il fantasista colto, in difesa c'è uno libero e durissimo come Rutelli. Mentre il mio ruolo è quello di regista, discreto e poco appariscente, come lo sono i piccoletti». Nel suo maestoso studio di sindaco, a Palazzo degli Elefanti, davanti ai doni appena ricevuti (due libri di Adelphi, Auden e Simenon, e un ferro di cavallo propiziatorio regalato da un maniscalco di campioni), un ed di Mozart come sottofondo, Enzo Bianco, appena re-incoronato sindaco di Catania con una percentuale bulgara (il 63,1%), si diverte a parlare del nuovo partito dei sindaci come di una squadra di calcio. Una squadra per la quale il neosindaco, che è anche il presidente dell'Anci, ha grandi progetti. «Non siamo dei gradassi, ma siamo molto uniti e ben decisi a contare di più. Perché la classe di governo di domani è quella che sta nascendo nelle città. E' già accaduto in Francia e in Germania ed è normale che sia così». Così scherza, ma mica tanto, l'ex manager repubblicano, galvanizzato da un successo annunciato, ma dalle proporzioni non immaginate. La sua affermazione personale altissima si accompagna infatti con l'eccezionale performance (oltre il 27%) della sua Usta civica, che comprende tutte forze moderate e laiche, da Rinnovamento ai socialisti del «Si», dal pri al patto Segni, dalla «Nuova Italia» di Federcasalinghe e Nuova Impresa all'unione democratica che raccoglie gli ex Ad di Antonio Maccanico. Una lista che ha pescato voti sia a destra che a sinistra, superando sia la Lista per Illy a Trieste (al 16%) sia la lista trasversale «Beautiful» per Rutelli (al 7%). Bianco quasi si rammarica della scarsa tenuta della Quercia, ma da politico scafato qual è riconosce il «valore nazionale dell'esperimento». Lo vede come «un segnale forte per l'Ulivo, che deve diventare qualcosa di più di un cartello elettorale: deve diventare una vera alleanza, perché quando si presenta con un volto moderato e moderno, con persone fuori dal potere tradizionale, vince al di là di ogni previsione». Non a caso il neosindaco, nel raccontare le telefonate di complimenti che ha ricevuto, cita per prima quella di Walter Veltroni, «H più ulivista», e subito dopo quella di Romano Prodi, la sera stessa, «che mi ha fatto gli auguri come sindaco e come presidente dell'Anci». E poi la telefonata di Scalfaro «molto cortese, ma istituzionale», e infine quella di Francesco Cossiga, dal quale prende le distanze: «Mi ha fatto gli auguri simpaticamente, mica mi ha detto "Vediamoci a Roma". Io ho notato che la compagnia di cui lo hanno circondato non c'entra niente... Comunque resto un bipolare, sono per il rafforzamento della componente moderata dell'Ulivo». Insomma, niente prove per un nuovo pezzo del Centro, inteso come una cosa a sé. Altre sono, al momento, le idee del neosindaco, il quale pure ha tirato dentro nella sua giunta un ex de co- me Piero Benna, un primario dell'Ospedale che fa parte della Compagnia delle Opere ed è amico personale di Rocco Buttigliene. Ma non è del edu, giura Bianco. «Non ho nessuna intenzione di fare inciucetti, o incursioni nel campo avversario». E' effervescente come un vulcano, l'ex manager repubblicano. A primavera punta su una grande assemblea delle liste civiche, «per federarle e farle contare di più. Perché fra quattro anni smetteremo di fare i sindaci... e la politica nasce dal basso». Ma il ruolo chiave è quello della supersquadra dei sindaci, che Bianco ha in mente di far pesare sia sul piano nazionale che su quello locale. il progetto più ambizioso è una sorta di «marcia su Roma» degli oltre 7000 sindaci - non solo quelli di centro sinistra - che aderiscono all'Anci, per dare battaglia sulla Bicamerale e imporre un «federalismo alla catalana» dove una gamba sia quella dei poteri locali. «Dopo una prima reazione un po' sprezzante anche D'Alema ha riconosciuto che dobbiamo contare di più», spiega. A dire il vero il segretario del pds ha persino proposto che entriate in una sorta di supersegreteria dell'Ulivo... «E gliene siamo grati». Intanto, Bianco ha in mente una «marcia su Palermo», che costringa la Regione siciliana a sburocratizzarsi, riconoscendo l'autonomia dei Comuni. «Non voglio strumentalizzare il dato elettorale. Chiederemo al presidente della Regione siciliana un incontro. Ma la Regione non può sottrarsi dall'appheare la legge Bassanini». Ma non basta. «Chiederemo al Parlamento di modificare lo statuto della Regione Sicilia con una legge costituzionale. La Sicilia deve avere due direttrici, una orientale e une occidentale: non è possibile che dei suoi 30.000 dipendenti, 28.000 siano di Palermo». Insomma, è guerra su tutti i fronti. E chissà che nell'Ulivo non ci sia chi si penta di tanto successo. Maria Grazia Bruzzone «Daremo battaglia sulla Bicamerale per imporre un federalismo alla catalana che dia spazio ai poteri locali» È un medicinale. Leggere attentamente il foglio illustrativo. Aut. Min. San. n° 16760 Festa da stadio nella notte a Catania per la rielezione di Enzo Bianco