Arcore tradisce il Cavaliere

Arare tradisce il Cavaliere Arare tradisce il Cavaliere E l'Ulivo spodesta anche il Carroccio MILANO. Le passeggiate elettorali davanti a villa San Martino di Silvio Berlusconi, non sono bastate. Sulla «sua» Arcore, adesso sventola la bandiera dell'Ulivo. Per un pugno di voti, 325 appena, il nuovo sindaco è l'agente di commercio e insegnante di catechismo in parrocchia Antonio Nava, iscritto al ppi e sostenuto dall'Ulivo. Non ce l'ha fatta, invece, il ginecologo Attilio Cazzaniga, sostenuto dal Polo. E da Silvio Berlusconi in prima persona. «Va bene, ma adesso siamo forti in Consiglio comunale. Prima non c'eravamo, si era votato nel '93. Adesso abbiamo cinque consiglieri su 20», si consola Cazzaniga. Che ieri mattina presto ha ricevuto una telefonata, direttamente dal Cavaliere. «Ci ha dato parole di incoraggiamento e di affetto», ricorda il candidato sindaco non eletto, consolato dal leader del Polo in prima persona. Sceglie invece l'understatement, Antonio Nava. Che si dice contento di aver vinto ad Arcore, non perché c'è la villa di Berlusconi, non perché ogni giorno si vede passare l'illustre concittadino in auto o elicottero. «Perché sono di Arcore e quindi perché conosco i problemi di questa città. La mia vittoria non vuole essere una rivalsa contro nessuno», giura il sindaco, che ieri mattina presto si è fatto vedere in municipio. E allora? Allora da quel comizio due sabati fa al cinema Apollo, quando davanti a Berlusconi non c'era molta gente, si era capito che poteva finire così. Che gli azzurri avrebbero perso e che nemmeno il Carroccio avrebbe vinto visto che il suo sindaco uscente non è stato rieletto. «Abbiamo perso perché i leghisti non si sono presentati al ballottaggio, ma lo sape¬ vo già che non c'era da fidarsi», fa i conti Cazzaniga, che adesso non crede all'alleanza possibile tra Berlusconi e Bossi. E magari non crede nemmeno all'ex sindaco Perego, che aveva giurato di votare per lui. Una cosa, al sindaco mancato Attilio Cazzaniga, bisogna riconoscergliela. L'ottimismo, più della volontà che della ragione. «Non è andata malissimo e non è andata malissimo nemmeno in altre parti d'Italia. Per stare qui attorno, a Legnano il sindaco è del Polo», assicura lui. Che poi cita Monza, dove ha vinto il Polo e l'effetto Di Pietro non ha funzionato. Nella sede del circolo Arci dove l'Ulivo aveva piazzato il suo comitato elettorale ci sono ancora i bicchieri di carta per i brindisi con le cocacole. Va bene che Nava ha vinto per soli 325 voti, che alla fine le percentuali sono 51,8% contro 42,2%, ma alle 22 e 45, cioè tre quarti d'ora dopo l'apertura delle urne, si era già capito che andava a finire così. «La mia candidatura ha dato fiducia alla gente che si è riconosciuta in me», giura il neosindaco ulivista Nava. Che poi si lancia nel suo primo fervorino: «Non abbiamo puntato alla spettacolarizzazione della politica, ma piuttosto sulla forza delle nostre idee». [f. poi.] Il sindaco di Arcore, Nava

Luoghi citati: Arcore, Italia, Legnano, Milano, Monza, Villa San Martino