Morto il «mostro» che uccise Silvestro

Napoli: Allocca, 70 anni, stroncato da un edema polmonare in cella. La figlia: non andrò al funerale Napoli: Allocca, 70 anni, stroncato da un edema polmonare in cella. La figlia: non andrò al funerale Morto il «mostro» che uccise Silvestro E la gente telefona all'obitorio: bruciate il cadavere NAPOLI. E' la salma di un vecchio quella adagiata sul tavolo di marmo dell'obitorio. Ma di un vecchio che non avrà mai l'omaggio di un fiore o delle lacrime dei familiari, e non si sa neppure se ci sarà qualcuno ad accompagnarlo alla tomba per l'ultimo viaggio. Perché di lui basta ormai soltanto pronunciare il nome, Andrea Allocca, per suscitare sentimenti unanimi di rabbia e di vendetta come quella che si è invocata per fare giustizia di chi ha ucciso e fatto scempio del cadavere di un bambino di 9 anni. L'assassino - presunto solo per la legge delle toghe, non certo nella convinzione della gente - del piccolo Silvestro Delle Cave è morto pochi minuti dopo le due e mezza di ieri mattina. «Edema polmonare» è scritto nel referto dei medici dell'ospedale Cardarelli dov'era giunto in gravissime condizioni. Quando l'altra notte gli agenti del carcere di Poggioreale lo hanno soccorso nella sua cella dov'era in isolamento da quindici giorni, il settantenne agricoltore di Cicciano respirava a fatica. I medici hanno provato di tutto per salvarlo, sottoponendolo alle terapie d'urgenza, compresa la respirazione assistita mediante «intubazione». Ma non c'è stato nulla da fare, nonostante l'impegno profuso dai medici. «Non sapevo che era Allocca, per noi era soltanto un vecchio inerme», dice l'anestesista Giovanni Olibet. E lascia capire che pure se avesse saputo l'identità di chi stava curando, avrebbe fatto quello che ha fatto. «Ho pronunciato un giuramento, per me la vita è sacra», spiega il dottore. Le sue sono forse le uniche parole pietose raccolte al Cardarelli come anche a Cicciano, luogo del supplizio di Silvestro. All'obitorio il figlio di un operaio morto in un incidente ha chiesto di portar via il cadavere per non farlo stare «vicino a quello». Nessun parente si è recato a vegliare il defunto. E al centralino sono piovute telefonate di cittadini che invocavano di «bruciare il cadavere» oppure di «buttarlo nell'immondizia». Il sostituto della procura di Napoli Arcibaldo Miller ha ordinato l'autopsia che sarà eseguita oggi al Policlinico. Secondo i parenti, Allocca era un accanito fumatore che soffriva da tempo di asma. Forse - è l'ipotesi dei medici - lo stress del carcere può aver aggravato le condizioni provocando la crisi fatale. Da un paio di giorni l'anziano agricoltore veniva curato in carcere con una terapia antidolorifica per una ferita a un braccio che si era procurato prima dell'arresto. In ogni caso non c'era nessun accenno sulla cartella personale custodita in carcere che facesse immaginare l'epilogo di ieri notte. I magistrati di Nola che avevano ordinato l'arresto si erano infatti limitati a disporre una stretta osservanza da parte delle guardie carcerarie perché l'unico timore era quello di un suicidio, rischio sempre incombente per i detenuti accusati di reati infamanti come quelli contestati ad Allocca. Ora l'interrogativo riguarda la sorte giudiziaria delle altre due persone accusate del delitto, i due generi del pensionato, Pio Trocchia e Gregorio Sommese. Anche perché un elemento fondamentale per l'accusa è rappresentato proprio dalla confessione-fiume che due domeniche fa Allocca fece in carcere ai magistrati. I pm di Nola, Simona Di Monte e Carmine Esposito, che non avevano ritenuto di procedere all'incidente probatorio per prevenire eventuali ritrattazioni, potranno utilizzare quei verbali al processo che certamente dovrà celebrarsi in corte di assise. Anche i magistrati ignoravano le condizioni dell'indagato. «Sono rimasta sorpresa, nessuno mi aveva parlato di particolari patologie del detenuto», dice la Di Monte. Forse il questore ordinerà i funerali in forma strettamente privata per ragioni di ordine pubblico. Anche se nessuno vorrà accompagnare quella salma al cimitero. Enzo La Penna

Luoghi citati: Cicciano, Napoli