IL PREMIO DELLA STABILITA di Edmondo Berselli

Prodi in visita a Milano An pronta a contestarlo IL PREMIO DELLA STABILITA' senso al governo dell'Ulivo. Tuttavia se si considera in parallelo anche la fragilità dei programmi e dei comportamenti politici del Polo (continuamente in bilico fra la tentazione di inasprire la propria opposizione, come è avvenuto contro il decreto sull'Iva, e una prassi successiva invece molto più moderata), viene da pensare che nei prossimi mesi sarà difficile impedire che il governo centrale si rafforzi e che guadagni un favore più diffuso nell'opinione pubblica. Sembra quindi che il Polo sia destinato a perdere ulteriormente competitività politica. Se questo è vero, non si pone forse un problema di leadership, dal momento che qualsiasi candidato esterno alla successione di Silvio Berlusconi è un candidato inevitabilmente allo stato virtuale mentre il candidato interno, Gianfranco Fini, è stato indebolito dal cattivo risultato nel voto di lista del primo turno, un dato che potrebbe cominciare a segnare per An limiti fisiologici di sviluppo. Ma se è opportuno abbandonare gli esercizi divinatori sul futuro capo del Polo, rimane invece sul tappeto una questione di alleanze. E' evidente infatti che il centrodestra può tornare concorrenziale soltanto rimettendo insieme le «tre destre», cioè ricomponendo in forma nuova la coalizione del '94. Ma è possibile venire a patti con una Lega che dimostra di essere in grado di mantenere i propri bastioni, e che comunque conserva quote di elettorato consistenti anche se politicamente poco utilizzabili? Esponenti di Forza Italia come Tremonti e Frattini hanno lanciato da tempo messaggi e proposte alla Lega. Soprattutto il primo è riuscito anche a trovare uno slogan piuttosto efficace, secondo cui «la secessione l'ha già fatta l'Europa», in quanto determina cessioni di sovranità così ingenti da rendere sorpassata e inutile l'idea ottocentesca del separatismo. Ma abbiamo già visto tre anni fa che un'alleanza politica non deriva da una semplice sommatoria di elettorati, e occorre considerare che eventuali accordi con Bossi potrebbero avere pesanti ripercussioni dalle parti di Fini. Il centrodestra si trova quindi dentro la maledizione di un triangolo scaleno che in questo mo¬ mento appare come una figura troppo irregolare per poter fungere da base alla politica futuro del Polo. La contraddizione fra An (ma anche i post democristiani della coalizione) e la Lega non sembra infatti mediabile. Se le cose stanno così, è probabile che toccherà a Bossi inventarsi la prossima mossa. Ma poiché non ci sono a breve scadenza occasioni elettorali per rendere efficaci invenzioni o reinvenzioni politiche clamorose, ci si può aspettare che la Lega cercherà in Parlamento di movimentare la situazione, proprio come ha fatto nei giorni scorsi, per recuperare la visibilità perduta. Più che sulla Legge Finanziaria, il banco di prova dovrebbe venire col nuovo anno, cioè con l'avvio della discussione sul progetto della Bicamerale. Il confronto sulle riforme costituzionali può diventare la prova tecnica del rinnovo del centrodestra. Potrebbero andare a rischio le riforme, se il prezzo fossero innovazioni come una inedita soluzione «confederale». Ma potrebbe entrare in discussione anche il Polo così com'è: perso per perso, chi l'ha detto che le alleanze, come i triangoli, devono essere eterne? Edmondo Berselli

Persone citate: Bossi, Fini, Frattini, Gianfranco Fini, Silvio Berlusconi, Tremonti

Luoghi citati: Europa