I'Ulivo fa il pieno nelle grandi città di Alberto Rapisarda

Dopo i ballottaggi è già tempo di resa dei conti E le strategie si dividono Orlando (Palermo) e Bianco (Catania) eletti al primo turno. An e ccd-cdu salvano il centrodestra I/Ulivo fg il pieno nelle grandi città Rimonta la Lega, il Polo tiene nei piccoli centri del Sud ROMA. Le grandi città tutte all'Ulivo (anche Genova, Palermo, Catania). La Lega rimonta al Nord (Alessandria, Varese) grazie all'aiuto di Forza Italia e, in cambio, a Como è la Lepa che aiuta il Polo. Il Polo pare tenere la provincia italiana al Sud (Caserta, Vibo Valentia), grazie al radicamento dei partiti più tradizionali (ccd, An). Il secondo turno delle elezioni comunali e il primo turno delle amministrative in Sicilia sembrano dare al Polo, nel complesso, risultati meno drammatici di due domeniche fa, stando agli exit poli della Abacus, in molti casi assai dubbi. E di fatti, gli alleati di Berlusconi, che minacciavano un «vertice» da resa dei conti per domani, a questo punto si accontenteranno di costringere il capo del Polo a concordare un programma vincolante per tutti per il futuro. E a definire, sulla base del programma, la classe dirigente capace di realizzarlo. Perché anche in questa tornata elettorale si è visto che la palla al piede del Polo è proprio la mancanza di una classe dirigente locale capace di reggere il confronto nel duello con gli uomini dell'Ulivo. Per non dire del consueto duello fratricida tra Fini e Berlusconi che ha portato alla scelta di candidati al ribasso e perdenti a Palermo e Catania. Comunque, l'ostruzionismo messo su dal Polo alla Camera contro il decreto che aumenta l'Iva qualche risultato deve averlo dato. «Venivano da noi deputati e dirigenti dalla Sicilia a complimentarsi per la battaglia spiegando che aveva un forte impatto sull'elettorato» dice Angelo Sanza, capogruppo del cdu alla Camera. E questo è un punto a favore di Berlusconi, che quella battaglia l'ha voluta. Un punto che gli servirà per fronteggiare l'offensiva «moderata» di Gianfranco Fini, preoc- cupato di mantenere aperto il canale di comunicazione con D'Alema per salvare la riforma semipresidenziale. Per il resto, non rimane che rilevare come emergano due Italie a due velocità. Quella dei grandi centri urbani, dove la partita per i sindaci si gioca quasi come si trattasse di elezioni politiche nazionali. Dove conta l'immagine pubblica dei personaggi e gli strumenti per farla crescere. E l'Italia dove tornano alla ribalta i vecchi amministratori democristiani, ben noti e ben radicati, che si prendono la rivincita sui dirigenti «clonati» di Forza Italia. Ma da queste elezioni (dopo il ko ricevuto dal Polo al prino turno) ci si attendeva di capire cosa è oggi la Lega. Che era parsa sempre più asfittica, stretta nel duello Ulivo-Polo e politicamente autoemarginata con la scelta della secessione del Nord. Il risultato degli exit poli, se sarà confermato dagli scrutini, sembra dire che la debolezza del Polo e quella della Lega spingono i due schiera¬ menti a Nord a darsi reciprocamente una mano, con risultati apprezzabili. E questo, senza che risultino contraccolpi negativi al Sud. A Nord il Polo, infatti, aveva ricevuto al primo turno un duro colpo. Meno venti punti ad Alessandria rispetto alle elezioni politiche del 1996, meno 7 a Varese, meno 10 a Como provincia, meno 6 a Vicenza provincia. Al ballottaggio, l'elettorato del Polo, che aveva libertà di voto, ha scelto in buona parte il candidato della Lega. Per l'Ulivo il voto di ieri è una conferma. «Si ripete il successo dei sindaci del centrosinistra già ottenuto nelle grandi città al primo turno - sostiene Leonardo Domenici, responsabile del pds per gli enti locali -. E' certa la vittoria di Leoluca Orlando a Palermo e di Enzo Bianco a Catania, in due città dove il centrodestra poteva contare teoricamente su un consenso superiore al 60 per cento ottenuto alle elezioni politiche del 1996». La vittoria del Polo a Vibo Valentia viene addebitata all'errore commesso dall'Ulivo che al primo turno si è presentato diviso, con due candidati: «Questa è una lezione ormai chiara - sostiene Do-> menici -. Le divisioni sono difficilmente recuperabili al secondo turno con gli apparentamenti». Alberto Rapisarda Dopo i ballottaggi è già tempo di resa dei conti E le strategie si dividono li segretario del pds Massimo D'Alema