«Der Totmacher» apre la rassegna al Fregoli di D. Ca.

GOETHE INSTITUT GOETHE INSTITUT GERMANIA IN 12 FILM «Der Totmacher» apre la rassegna al Fregoli Il Goethe Institut organizza al Fregoli, piazza Santa Giulia 2 bis, la rassegna «La Germania del nostro secolo attraverso dodici classici del cinema tedesco dal dopoguerra ad oggi». Proiezioni al martedì, ore 18, 20,30 e 22,30, ingresso 8 mila. EFINIRE «classici del cinema tedesco» i dodici film che il Goethe presenta al Fregoli dal 2 dicembre al 26 maggio, con l'intento di ripercorrere la storia della Germania del 900, può essere forse azzardato. Non ci sono infatti titoli famosi (se non «Il matrimonio di Maria Braun» di Fassbinder e «La ragazza Rosemarie» di Thiele), né registi famosi (ad eccezione appunto di Fassbinder). Ma questa rassegna, anche perché presenta film poco o per nulla noti al pubblico italiano, acquista un significato particolare, che va ben al di là del valore intrinseco di ogni opera o della notorietà degli autori. L'intento è infatti quello di farci conoscere alcuni momenti particolarmente importanti della storia della Germania, e al tempo stesso di usare il cinema come strumento di indagine del passato, di rielaborazione spettacolare di fatti, luoghi e personaggi che, sullo schermo, riacquistano una dimensione seducente, coinvolgente, impressionante. A cominciare dal primo film della serie, «Der . Totmacher» di Romuald Karmakar, premiato a Venezia nel 1995, che ripercorre la vita e l'opera di Fritz Haarmann, il «lupo mannaro» che seminò il terrore nella Germania degli Anni Venti. lri ili i gMa ci sono altri capitoli interessanti di questa storia sociale per immagini semoventi e ricostruzioni drammatiche: la questione dell'antisemitismo e dello sterminio degli ebrei nella Germania di Hitler, in «Ein Tag» (1965) di Egon Monk e in «Hitlerjunge Salomon» (1989) di Agnieszka Holland; gli albori della Repubblica Democratica Tedesca dopo la fine della guerra in «Der Bruch» (1988) di Frank Bayer (uno dei più noti e contestati registi dell'ex Germania dell'Est); gli Anni 50 e il miracolo economico nei citati «Rosemarie» (1958) e «Maria Braun» (1978), nonché in «Haus ohne Hùter» (1975) di Rainer Wolffhardt; gh' Anni 60in «Die Abfahrer» (1978) di Adolf Winkelmann, in «Ein ganz und gar verwahrlostes Màdchen» (1977) di Jutta Briickner, in «Redupers» (1977) di Helke Sander; infine gli Anni 80 in «Schlaf der Vernunft» (1984) di Ula Stòckl e in «Wallers letzter Gang» (1988) di Christian Wagner, accolto con favore a Cinema Giovani nell'89. Gianni Rondolino Festival del Trash Prosegue sino a domenica 30 al Café Liber, via Barbaroux 25, la seconda edizione del «Festival del Cinema Trash». Si segnalano sabato 29 alle 22 il torinese «Squonk: il lato oscuro della scienza» di Pino Roggero, premiato dai telespettatori di «Numero Zero» su Raitre, e domenica alle 18,10 il raro «Trash» di Paul Morrisey nella versione originale del '70. Proiezioni dalle 16 a mezzanotte, cerimonia di premiazione domenica alle 18. Ciak si gira Una troupe della nuova televisione della Cei (comincerà a trasmettere via satellite da metà gennaio) gira venerdì 28 alle 10 nei locali di «Un progetto al femminile» in piazza Giovanni XXIII 26 e, a partire dalle 13, a «La città dei ragazzi» in strada Traforo del Pino 67. La regia è di Alberto Gedda e Gianni Galli, le immagini verranno inserite ne «Il giornale del volontariato». Antenna Media Nel corso del Festival Cinema Giovani è stato illustrato il lavoro di Antenna Media Torino, sportello informativo del programma media dell'Unione Europea. Tra il gennaio '96 e l'ottobre di quest'anno sono state finanziati, a livello continentale, anche i progetti delle case torinesi Tecla Multimedia e Stefilm. La sede di Antenna Media è in via Cernaia 3, il numero di telefono a cui rivolgersi è il 53.98.53. Incontri professionali E' in programma martedì 2 dicembre dalle 9,30 alle 17,30 a Villa Gualino (viale Settimio Severo 65) una giornata di incontri professionali sul cinema organizzata da Agis, Regione, Provincia, Comune. Si propone come un momento di riflessione e di confronto sulle principali tematiche del settore in Piemonte. [d. ca.] CLAUDE CHABROL «Il fatto che si parli ancora della Nouvelle Vague dimostra la sua importanza. Fu un momento irripetibile, l'incontro di cineasti e critici che fanno film diversi, ma detestano le stesse cose e ridono delle stesse cose. Per il cinema di allora fu un trauma, come se in un gala sei persone si togliessero contemporaneamente la cravatta». E' una recente dichiarazione di Claude Chabrol, il regista francese al centro di una personale (l'ennesima in città) a cura del Museo del Cinema in cartellone dal 28 novembre al 3 dicembre al Massimo Tre, via Montebello 8. Farmacista mancato, l'autore dell'imminente «Rien ne va plus» vincitore dell'ultimo Festival di San Sebastian, è da quarant'anni dietro la macchina da presa con alterni risultati. La sua filmografia comprende ben cinquanta lungometraggi. Dieci di questi lavori formano il programma della rassegna: l'esordio subito premiato al Festival di Locamo del 1957 «Le beau Serge» con Jean-Claude Brialy, l'opera seconda «I cugini» interpretata da Gerard Blain, «A doppia mandata» con Madeleine Robinson, «L'occhio del maligno», «Marie Chantal contro di Dr. Kha», «Criminal story», «Les Biches - Le cerbiatte», «Trappola per un lupo», «La femme infedéle», «Il tagliagole». I biglietti d'ingresso costano 7 mila lire. [d. ca.]