Due concerti per Maisky violoncellista magico
UNIONE MUSICALE UNIONE MUSICALE MISCHA E LE SUITES BACHIANE Due concerti per Maisky violoncellista magico E I E SISTE un genere di musica così piacevole e ben costruita da esseI re in un certo senso svincolata dall'abilità dell'esecutore, pensiamo alle pagine viennesi della famiglia Strauss, al loro contagioso buon umore, all'eleganza sopraffina, alla seducente malia delle linee melodiche e dei ritmi. Bene, le creazioni degli Strauss ne hanno viste di tutti i colori: sono state eseguite da grandi complessi sinfonici e da orchestrine per ballo a palchetto, da interpreti di alto lignaggio e da organetti fatti funzionare da scimmie ammaestrate. Il risultato, da un certo punto di vista, può sembrare addirittura lo stesso: è strano, ma qualche goccia dell'iniziale ispirazione sopravvive a tutti i martìri e fatalmente un po' della gaiezza originaria raggiunge l'ascoltatore attraverso qualsiasi barriera. Poi, c'è un altro tipo di musica, ed è quella che Mischa Maisky (nella foto) suona all'Auditurium della Rai di piazza Rossaro su invito dell'Unione Musicale (serie dispari, mercoledì 3 dicembre alle 21, tel. 544.523): è il repertorio sublime e astratto nel quale si è cimentato Bach a più riprese, quello per strumento solista ad arco, in questo caso il violoncello. Musica pura, dicevano i musicologi di una volta; in effetti il suono è così rarefatto, depurato da scorie temporali o carnali da divenire un evento unico e indefinibile, una laica preghiera al Dio di tutti gli dei, una comunicazione di¬ retta con il cuore ineffabile della natura e dell'esistenza. Detta così, si capisce subito che non è proprio una bazzecola, ma che in queste note si racchiude una verità che attende un grande fabulatore per essere svelata: tant'è vero che il limite che separa l'arte gigantesca di queste cattedrali sonore dalla non-comunicazione è terribilmente diafano e, se le Suites per violoncello solo - o le Partite per violino, naturalmente - cadono nelle mani di un interprete appena un po' meno che eccelso, la meraviglia e l'estasi cedono di colpo il passo alla noia totale. Con Mischa Maisky il rischio non c'è; il grande violoncellista non è soltanto un ottimo tecnico, e neppure uno specialista iperfilologico - per carità della letteratura barocca o classica: è invece un interprete naturalmente versatile, ma portato in modo straordinario per la lunare e complicatissima semplicità bachiana, per il canto emozionante anche là dove le geometrie dei suoni sembrerebbero aprire le, porte al gelo del razionalismo. Mischa Maisky mette il suo magistero a servizio di tutte e sei le Suites: nella prima serata (il 3 dicembre, appunto) si ascolteranno la prima, la quarta e la quinta; nella seconda (mercoledì 10 dicembre) le altre tre. Biglietti: le poltrone numerate costano 50 mila lire e gli eventuali ingressi 30 mila. Alfredo Ferrerò
Persone citate: Bach, Maisky, Mischa Maisky, Strauss
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