Silvia: donne, dite no ai soldi del riscatto
Appello a mogli e sorelle dei rapitori Appello a mogli e sorelle dei rapitori Silvia: donne, dite no ni soldi del riscatto Mia festa per la sua liberazione «Quel denaro è bagnato di lacrime» NUORO. Con una messa nella nuova parrocchia di Arbatax, dedicata a San Giorgio, sono cominciati ieri i festeggiamenti per il ritorno in libertà di Silvia Melis. Aprendo la cerimonia, il vescovo di Lanusei, Antioco Piseddu, ha voluto subito chiarirne il significato, sottolineando anche il fatto che si svolge in una chiesa dedicata al santo che sconfisse il drago. «Questa è la chiesa di Dio e qui c'è il popolo di Dio in festa - ha aggiunto - perché Silvia è tornata fra noi». L'ex ostaggio ha seguito la cerimonia - cominciata alle 17,15 in prima fila, accanto al padre, Tito, la madre, Domenicangela Gana, la sorella Gemma, e la nonna. Al termine della cerimonia la giovane donna ha rivolto un appello: «Mi rivolgo alle donne dei sequestratori, le donne che sicuramente hanno comprato per me la biancheria, che per me hanno cucinato. Dico: pregate che i vostri figli, i vostri mariti, i vostri fratelli non portino più a casa soldi bagnati dalle lacrime. Io durante il sequestro ho pianto davvero tutti i giorni». La giovane - vestita di nero, con gonna lunga, maglione e cardigan ha invitato tutti i fedeli a unirsi nella preghiera «affinché un raggio di luce possa illuminare le coscienze di coloro che hanno ancora nelle proprie mani Giuseppe Soffiantini». «Durante questi mesi ho avuto - ha spiegato - un pensiero fisso, quello di poter ringraziare Dio qui assieme a tutti voi. Grazie, grazie di cuore a tutti. Il mio pensiero adesso va a chi non è tornato, a Vanna Licheri. Il Silvia Melis marito mi aveva rivolto delle parole di incoraggiamento e aveva capito ciò che più mi mancava durante la prigionia: mio figlio». «Per questo mi rivolgo a voi sequestratori e vi dico - ha proseguito l'ex ostaggio ogni volta che vedete le vostre compagne prendere in braccio i figli ricordate che avete privato di questa gioia me per 265 giorni. Ma soprattutto giunga dal profondo del vostro cuore il pentimento. Comunque vi perdono». Silvia ha concluso con un grande abbraccio e ringraziamento a tutti: «Finalmente 1*11 novembre ho ritrovato la gioia del sorriso grazie alle vostre preghiere, al lavoro, alla solidarietà di tutte le persone che si sono ribellate al sequestro di persona». Al termine della cerimonia le persone che erano in chiesa (più di 300) e altre che man mano si so- no aggiunte fuori dal sagrato, si sono dirette verso un villaggio turistico ad Arbatax dove i festeggiamenti sono proseguiti fino a notte tarda, con canti, balli e un grande rinfresco. Tra gli intervenuti, il presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Gian Mario Selis, tra i primi promotori delle manifestazioni di solidarietà (manifesti e 300 mila cartoline con slogan contro i sequestri distribuite in tutta l'Isola). «Questo momento di festa - ha osservato - non deve farci abbassare la guardia: la mobilitazione deve proseguire per modificare le legge sul blocco dei beni e ottenere interventi (controllo del territorio, sviluppo) indispensabili per debellare questa piaga». [c. g.] Silvia Melis
Persone citate: Antioco Piseddu, Gana, Gian Mario Selis, Giuseppe Soffiantini, Silvia Melis, Vanna Licheri
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