Il maresciallo «Ha buttato via i testi e si è messo a piangere»

«Ha buttato via i testi e si è messo a piangere» Il maresciallo Dal verbale di Efisio Ghiani, maresciallo capo della sezione Polizia Giudiziaria di Tortona, del 27 ottobre. «L'8 ottobre, verso le 9,30 è venuta nel mio ufficio la collaboratrice di cancelleria e mi ha chiesto se potevo prestare al dottor Cuva il mio registratore, perché il magistrato doveva sentire una cassetta. Sono andato insieme a lei nell'ufficio del dottor Cuva, portando con me il registratore». «...Il dottor Cuva era seduto alla sua scrivania ed era molto agitato. Dopo poco è arrivata la dottoressa Fenucci. Abbiamo ascoltato tutta la seconda parte dell'esame, quando già ormai la Vezzaro confessava la sua partecipazione ai fatti. Arrivati alla fine della facciata B, viene fuori il nome di Massimo Giardino. La Vezzaro lo nomina e proprio lì termina il nastro. I due pm sono rimasti stupiti perché nel verbale riassuntivo del 20 gennaio non era indicato il nome di Massimo Giardino». «Ho rimandato indietro la cassetta e abbiamo verificato che il dottor Cuva aveva dettato il nome di Giardino, assieme ad altri nomi, al maresciallo che scriveva a macchina, ma il nome non era stato scritto dal maresciallo». «A quel punto il dottor Cuva ha buttato via i verbali e si è messo a piangere.... Ho girato la cassetta, convinto di trovare il seguito dell'interrogatorio e invece ho verificato che si trattava della prima parte dell'esame cioè del lato A». «Il tenore della prima parte era un po' diverso da quello della seconda, si notava che si cercava di "aiutare" la Vezzaro a dire e a ricordare le situazioni. Ricordo di aver detto al dottor Cuva che aveva detto "cose un po' pesanti"... Il dottor Cuva ad un certo punto ha detto che questa registrazione non si poteva trascrivere e mi ha chiesto: Maresciallo, è possibile togliere parte della cassetta? Sostanzialmente il dottor Cuva voleva che io registrassi solo la facciata B su un altro nastro, escludendo la registrazione della facciata A. Visto la tensione che c'era, ho cercato di guadagnare tempo per far riprendere fiato al magistrato che era agitatissimo». «A questo punto la dottoressa ha detto che non condivideva questa richiesta del dottor Cuva, che lei non l'avrebbe mai fatto, che si dimetteva. Il dottor Cuva la guardava, ma era andato completamente nel pallone. Poi ha lasciato intendere che si sarebbe preso lui questa responsabilità e che lo avrebbe fatto lui. La dottoressa Fenucci ha di nuovo ripetuto che non condivideva e che voleva metterlo per iscritto. Ha preso un foglio e stava cominciando a scrivere, poi è andata nel suo ufficio». «Ad un certo punto è arrivata la signorina Staltari, il dottor Cuva si è informato di quali cassette avesse trascritto, poi mi ha chiesto di accomodarmi un attimo fuori. Ho avuto il timore che il dottor Cuva chiedesse alla Staltari di omettere qualche trascrizione. Sono andato a cercare la Fenucci che non c'era. Ho atteso allora fuori dalla porta». «Tornando dal bar io e la dottoressa abbiamo incontrato Cuva che ci veniva incontro con uno stuolo di giornalisti intorno. Era agitatissimo. Ha cominciato a dire che non capiva più nulla, che però ci aveva riflettuto e aveva capito che non era una cosa da fare e ringraziava la Fenucci per aver opposto un rifiuto e avergli dato mo do di pensare più serenamente alla cosa... Sono andato nell'ufficio del magistrato ed ho constatato che non c'era più il mio registratore...». A CURA DI Maria Teresa Marchese Michela Fenucci, sostituto procuratore di Tortona e vice di Cuva «Ha buttato via i testi e si è messo a piangere» Michela Fenucci, sostituto procuratore di Tortona e vice di Cuva