Trieste diventa capitale

Trieste diventa capitale Trieste diventa capitale Di 16Paesi del Centro Europa SARAJEVO. La Federazione jugoslava rimane ancora fuori dall'Iniziativa centro-europea. La richiesta di riammissione, formulata al vertice dei primi rninistri dei Paesi membri dell'«Ince» da Italia, Austria, Repubblica ceca e Slovacchia non è stata accolta a causa della larvata opposizione di Croazia e Bosnia. Durante una breve conferenza stampa che si è tenuta al termine del vertice di Sarajevo, il ministro degli esteri croato, Mate Granic, e il premier bosniaco Haris Silajdzic si sono limitati, in proposito, a far osservare che là Federazione non ha mai presentato domanda formale di adesione. «Noi non abbiamo nulla in contrario - ha detto in particolare Granic - a patto che Belgrado chieda ufficialmente di aderire». Nel documento finale approvato dai rappresentanti dei 16 Paesi membri si parla di «volontà politica diretta a promuovere relazioni costruttive di dialogo coi Paesi vicini, inclusa la Federazione jugoslava», e si aggiunge che «la questione della sua partecipazione all'Ince rimane aperta». Poco prima della conferenza stampa il sottosegretario agli esteri Piero Fassino aveva chiarito la posizione dell'Italia sul tema. «La nostra richiesta - aveva affermato - non cambia il giudizio sulle gravi responsabilità, di Belgrado per quanto è accaduto in queste terre, ma se si vogliono consolidare gli accordi di Dayton è necessario,coinvolgere tut: ti i soggètti firmatari». Il vertice ha deciso che il Centro di documentazione e informazione dell'Ince con sede a Trieste diventa ufficialmente «Segretariato esecutivo» dell'organizzazione interna¬ zionale. «Non si tratta solo di un cambio di nome - ha spiegato Fassino -, In questi mesi la struttura si è rafforzata e al direttore generale Paul Hartig, diplomatico austriaco, si sono aggiunti un vice direttore italiano, Gian Franco de Luigi, è un vice direttore sloveno, Anton Rupnfk. Ciò equivale a un salto di qualità nell'operatività del Centro». Ieri il «New York Times» ha denunciato che i servizi segreti iraniani sarebbero riusciti a far infiltrare diversi agenti nel programma militare statunitense di addestramento dell'esercito di Sarajevo. Secondo il quotidiano, funzionari occidentali e bosniaci hanno - ^fermato di aver iidentificato, più, di 200 agenti segreti iraniani che si sarebbero introdotti nei circoli sociali musulmani di Bosnia. L'ambasciatore iraniano a Sarajevo ha prontamente smentito le accuse. [AdnKronos-Agi-Ansa] li premier bosniaco Haris Silajdzic ha avanzato obiezioni al ritorno di Belgrado in seno all'Iniziativa centro-europea