Arafat all'Onu: chiamateci Paese di Aldo Baquis

Betlemme, scontri e feriti in un corteo a favore di un detenuto di Hamas Betlemme, scontri e feriti in un corteo a favore di un detenuto di Hamas Arato airOnu: chiamateci Paese Nei 50 anni della partizione della Palestina TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO In occasione del cinquantesimo anniversario della decisione dell'Orni sulla partizione della Palestina, il centro di Tel Aviv è stato ieri chiuso al traffico per consentire lo svolgimento di una cerimonia celebrativa nel viale Rothschild, il punto preciso dove il 29 novembre 1947 David Ben Gurion annunciò allo Ishuv (l'insediamento ebraico in Palestina) che entro sei mesi si sarebbe trasformato in uno Stato indipendente. Il simbolismo della data non è sfuggito al leader palestinese Yasser Arafat che lotta per realizzare la seconda parte di quella storica risoluzione, ossia per costituire uno stato indipendente arabo accanto a quello ebraico. Ieri Arafat ha inoltrato alle Nazioni Unite la richiesta che la Palestina venga ora considerata non più come «osservatore» bensì «nazione» a tutti gli effetti. Nei contesi territori autonomi palestinesi quella di ieri è stata una ulteriore giornata di lotta quando mille dimostranti arabi hanno affrontato per ore soldati israeliani a Betlemme nel contesto di manifestazioni di solidarietà nei confronti di Ataf al-Ayian, un'attivista della Jihad islamica impegnata da 39 giorni in uno sciopero della fame a oltranza in un carcere vicino a Tel Aviv. Decine di dimostranti sono stati feriti dal fuoco dei militari o intossicati dai gas lacrimogeni. D'altra parte anche i coloni ebrei si sono mobilitati per impedire - alla vigilia di un critico dibattito al governo - un nuovo ritiro israeliano dalla Cisgiordania. Mentre Tel Aviv festeggiava allegramente alla presenza di un emissario personale del segretario generale dell'Orni Kofi Annan - i 50 anni dello stato d'Israele, a Gerusalemme centinaia di coloni dimostravano davanti alla abitazione del premier Benyamin Netanyahu per indurlo a respingere le «pressioni americane» che, secondo i dimostranti, porteranno alla costituzione di uno stato palestinese nei Territori. Nel Libano del Sud prosegue la guerra di attrito dei guerriglieri sciiti Hezbollah i cui ordigni hanno ucciso ieri tre miliziani cristiani e ferito cinque militari israeliani. Granate sparate dagli Hezbollah sono inoltre cadute, senza fare vittime, presso una scuola in un villaggio sciita vicino al confine con Israele. Aldo Baquis I coloni sotto casa di Netanyahu: non cedere all'America Sopra, Yasser Arafat. A sinistra, un palestinese ferito durante gli scontri di ieri a Betlemme

Persone citate: Arafat, Benyamin Netanyahu, David Ben Gurion, Kofi Annan, Netanyahu, Yasser Arafat