IL NEMICO SCONFITTO di Barbara Spinelli

I IL NEMICO SCONFITTO pline comuni di stabilità a partire dal gennaio '99. Le destre non sono preparate a simile appuntamento, che cambierà la vita e la politica degli italiani e degli europei. Sono ancora stregate dal Nemico Esistenziale comunista o veterosocialista, e per questo hanno scelto forme di liberismo economico senza regole, di individualismo tribale o aziendale stile Lega o Berlusconi: manca l'idea di interesse generale, manca l'idea di società, di nazione, di Stato, di solidarietà collettiva, di padronanza politica dei conflitti di mercato. Tutte queste idee sono frutti mostruosi del comunismo e oggi bisogna dimenticarle, combatterle. La stessa Cina non vien più chiamata Cina, ma «Mercato cinese». Margaret Thatcher diceva che «non esiste qualcosa che si chiama società: esistono solo individui». Gii individui non sono cittadini ma consumatori, acquirenti o venditori: il loro territorio è lo spazio della mon¬ dializzazione, e quando riescono a vincere non hanno doveri ma soltanto diritti. Così facendo, i liberali di oggi dimenticano le proprie stesse tradizioni storiche e politiche, e diventano facilmente preda delle nuove destre neofasciste o postfasciste, che il senso della politica non l'hanno dimenticato. E' il caso della Francia, dove gollismo e centro-destra son divenuti in parte dipendenti dai discorsi di Le Pen. Così facendo, dimenticano l'importanza che ha avuto la meditazione sullo Stato e sugli obiettivi ideali della nazione, nella storia del liberalismo e delle democrazie cristiane postbelliche. Il comuni-, smo non ha infatti il monopolio sull'idea di Stato, e d'altronde non ha mai creato uno Stato autentico, con suoi cittadini e le sue classiche funzioni neutrali, imparziali. Le economie comuniste sono solo formalmente stataliste. Nell'essenza, sono governate da uno Stato fittizio, menzognero, da uno Stato-partito che pretende di rappresentare una sola classe come nei testi di Marx e che in realtà non rappresenta nessun tipo di classe: né la classe borghese, condannata a esser liquidata; né la classe del proletariato, condan- nato alla miseria e all'asservimento. Le destre che continuano a inveire contro l'idea di Stato mostrano di non aver capito una delle più grandi menzogne comuniste, e di non aver abbastanza stima di se stesse. Prendono per buone le aspirazioni dell'ex nemico ideologico, credono davvero che lo Stato comunista sia stato espressione di una classe, e tanto più facilmente adottano la visione marxista delle istituzioni. Anche il loro Stato liberale diventa in tal modo incarnazione di una classe, questa volta vincente: diventa espressione di un interesse particolare, o di un partito-azienda, o di una Padania di turno. Diventa tutto, fuorché un'ambizione collettiva. In parte la via è obbligata, almeno in Italia. Scelte difficili si impongono - in economia, nell'assistenza sociale - e le vecchie pratiche consensuali delle democrazie cristiane europee possono divenire paralizzanti. Ma quelle pratiche si accompagnavano anche a progetti politici forti, che furono progetti delle destre moderate neh Europa della guerra fredda. E' grazie a loro che de Gaulle si riconciliò con la Germania di Adenauer, e che furono fondate la Nato, la Comunità europea. E' grazie al peso che tali destre seppero conferire alla politica, alla geopolitica, alle idee generali. Oggi non c'è più la guerra fredda, ma i compiti di ricostruzione e di invenzione non sono meno immani. Fra poco più di un anno gli Stati-nazione classici smetteranno di esser sovrani in Europa, come era nelle loro abitudini da secoli. Entreranno a far parte di un impero, che sarà però acefalo e non sarà guidato da un potere politico, parallelo alla Banca centrale europea. I cambiamenti sono enormi, e per questo urgerà forse un po' di pessimismo su se stessi, per questo Maastricht faticherà a nascere. Faticherà sino all'ultimo minuto, perché i tedeschi temono di divenire il Piemonte dell'Europa. Temono che si dica di loro quel che fu detto di Cavour: che rovinò il Piemonte, e non fece l'Italia. Tutti gli Stati membri possono rovinare se stessi, e non fare l'Europa. E' un rischio che si corre, se le sinistre come le destre non ricominciano a mettere al primo posto l'idea del che fare politico e dell'interesse generale, dentro le nazioni e fuori. Barbara Spinelli •

Persone citate: Adenauer, Berlusconi, Cavour, Margaret Thatcher, Marx