IL NEMICO SCONFITTO IMPRIGIONA LE DESTRE di Barbara Spinelli

IL NEMICO SCONFITTO IMPRIGIONA LE DESTRE IN EUROPA UN PARADOSSO DOPO LA CADUTA DEL MURO IL NEMICO SCONFITTO IMPRIGIONA LE DESTRE QUANDO cadde il muro di Berlino nell'autunno '89, sembrò che le destre conservatrici e liberali avessero vinto infine la loro vasta, quasi secolare battaglia. Il concorrente ideologico della democrazia capitalistica aveva dovuto capitolare in tutti gli Stati d'Europa orientale, e di lì a poco avrebbe capitolato nel santuario stesso dell'imperiale Chiesa comunista: in Russia. Alcuni parlarono addirittura di fine della storia, non senza compiacimento. Il capitalismo occidentale poteva ora espandersi con tranquillità, la buia parentesi si chiudeva, il mondo tornava a essere quello descritto dall'ottimista Pangloss, nel Candido di Voltaire: tornava a essere il migliore dei mondi, all'interno del quale le disgrazie individuali succedono per il bene pubblico e «quante più disgrazie individuali esistono, tanto più tutto è bene». Così si compiacquero le destre moderate, convinte che ormai non esistessero più vere battaglie, né vere riconquiste: la Storia aveva non solo premiato le loro idee, ma aveva regalato anche un potere durevole, non più seriamente confutabile dalle sinistre tradizionali. Si poteva tornare a casa, indossare vestaglie. Le grandi idee generali non erano più necessarie, e neppure le vaste missioni affidate agli Stati, o ai gruppi di Stati. Trionfò l'intimità casalinga, non tanto in America dove permangono ambizioni globali, ma di certo nei singoli Paesi d'Europa: trionfò l'intimità retrattile di chi non ambisce più a tenere insieme una collettività complessa, né a guidarla, ma si accontenta di esprimere gli appetiti minacciati di questo o quel pezzo di società, di questo o quel particolare interesse aziendale o di classe. Trionfò la sociologia, sulla politica e la geopolitica. Le destre moderate avevano perduto il Nemico che le aveva fatte esistere, e caddero a sedere come esseri svuotati, spoliticizzati. Sottovalutarono le sofferenze delle società, alle prese con la mondializzazione dell'economia e con una disoccupazione crescente. Sottovalutarono i nuovi compiti affidati a un'Europa che recuperava il suo Oriente, e non voleva però integrarlo né pacificarlo nei Balcani. Sottovalutarono le stesse incognite del suffragio universale. E' in questo stato che le destre moderate son state sorprese dalle sinistre, e son state sconfitte non soltanto in Italia ma in buona parte dell'Occidente. E' in questo stato che si trovano ancor oggi: non più compiaciute ma mosse ormai da risentimento. Kohl costituisce una provvisoria eccezione: per lui l'Ottantanove non rappresentò una fine della storia tedesca, bensì un ricominciamento. Ma le altre destre in Europa si sentono umiliate, offese. Hanno perduto la vittoria dell'89, e ancora non sanno spiegarselo. Sono state incapaci di elaborare il lutto del Nemico Esistenziale, e adesso non sanno indagare sulle proprie dimissioni, i propri suicidi. La destra in Italia è particolarmente vuota: perché da noi la perdita del Nemico Esistenziale si è sommata - dopo Mani pulite al naufragio di un'intera élite dirigente. Ma conservatori e liberali sono suicidi anche in Francia, in Inghilterra: anche qui sono smarriti, orfani d'identità. Anche qui sono colti di sorpresa da una vittoria delle sinistre cui non hanno veramente resistito, e che commentano adesso con il risentimento, subalterno, di chi non riesce ad essere padrone di sé ma è riottosa figura di valletto. Questa passione del ressentiment immobilizza le destre moderate, e rende le loro menti non già libere ma prigioniere non già aperte a nuovi compiti ma chiuse. Le rende prigioniere delle idee della sinistra su alcuni temi fondamentali: come il ruolo dello Stato, dell'interesse generale, della collettività nazionale. Le rende prigioniere quando si tratta di immaginare la futura capacità di resistenza dell'Unione Europea - e la fu tura sopravvivenza politica del le singole élite nel Vecchio Continente - il giorno in cui le nazioni smetteranno di potersi comportare come autentici Stati sovrani, in materia non solo monetaria ma economica, e adotteranno l'euro e le disci- Barbara Spinelli CONTINUA A PAG. 2 TERZA COLONNA

Persone citate: Kohl