Irene, mogliettina all'antica di Liliana Madeo

Mattarella (ppi): «Il premier è intervenuto soltanto per rasserenare l'ambiente» Follini (ccd): «Ma se cade il direttore generale, cade anche il consiglio» Oggi le (seconde) nozze della Pivetti. Addio allo stile presidenziale: vuole dei bimbi e tiene segreto l'abito da sposa Irene, mogliettina all'antica PER «il giorni più bello della sua vita» e coronare il sogno d'amore con Antonio Brambilla, giovanotto milanese cattolicissimo e già leghista, Irene Pivetti ha scelto questa chiesona moderna - finita nel 1951 - con la facciata bruna e i fianchi rossastri, ai piedi del quartiere Parioli. Qui, nella parrocchia di Sant'Eugenio, prelatura dell'Opus Dei, alle 12 di oggi si celebreranno le sue nozze, le seconde dopo l'annullamento presso la Sacra Rota del primo matrimonio. Nozze con sarabanda di fotografi e giornalisti, assegnati in un recinto secondo i criteri di un cerimoniale severo e studiato fin nei particolari. Con un coro. E fiori. E musiche scelte dagli sposi. Ma nelle ore della vigilia nessun succulento dettaglio trapela: il parroco non è disponibile prima del tardo pomeriggio, e nel tardo pomeriggio è «impegnato nella preghiera» mormorano i suoi collaboratori. Le partecipazioni sono state un migliaio. Un cartoncino avorio con l'annuncio tradizionale, in caratteri severi e squadrati. Unico dettaglio fuori dal comune, il nome del celebrante: monsignor Liberio Andreatta. Che è il presidente dell'Opera romana pellegrinaggi, personaggio importantissimo per le casse del Vaticano particolarmente in vista del prossimo Giubileo. Il che sta a significare quanto l'orgogliosa Pivetti, dopo aver dato bacchettate sulle dita al cardinale Martini, esibito la croce di Vandea al collo e uno strenuo ossequio all'ultraconservatore monsignor Lefebvre, sappia dialogare con il potere, anche quello che prospera all'ombra del Vaticano. Ma l'orgogliosa oramai, lo ha dichiarato a tutti, è innamorata e felice. Pensa ai bambini che avrà (uno dei motivi grazie ai quali ha ottenuto l'annullamento era la sua dichiarata intenzione di non avere figli). Ha abbandonato quel broncetto un po' monacale un po' zitellesco che la caratterizzava, e che attizzava presso gli uomini il suo sex appeal. Organizza il viaggio di nozze ai Tropici. Tiene gelosamente, come la sposa più tradizionale e ansiosa di sorprendere il futuro marito, il segreto dell'abito per la cerimonia (che le verrà consegnato due ore prima di andare in chiesa dalla creatrice di moda che l'ha disegnato, ma intorno al quale ieri pomeriggio si è creato un piccolo "giallo" per la scomparsa dall'atelier della busta con i 20 bozzetti del famoso abito). Sotto l'orsetto che è il logo del movimento, nella sede romana dell'Italia Federale, ecco gli uomini del servizio stampa. Come si conviene allo staff della severa Pivetti, lavorano alacremente con sobrietà di gesti e di parole. Ricevono i fotografi. Consegnano gli accrediti. Dopo insistenti domande fanno qualche laconica ammissione. Dicono che la Presidente ha diretto personalmente le operazioni-invito. Che la segreteria politica dell'onorevole ha gestito i rapporti col mondo politico. Che hanno confermato la loro presenza Andreotti, Casini, Guidi, Dini, Maria Pia Fanfani. No, non si sa se interverranno Cossiga, Cecchi Gori, Scalfaro, Violante (cui la Pi¬ vetti ha dato personalmente il famoso cartoncino avorio). Certo, in chiesa le porte sono aperte per gli invitati. Ma al pranzo, al circolo di Montecitorio all'Acqua Acetosa, ci saranno non più di 70 persone. «Giusto gli intimi». Ovviamente senza nome. E un solo fotografo. Per il settimanale cui è stata data l'esclusiva? «Per l'album privato di una sposa. Che ne farà quello che vorrà». E Bossi è stato invitato? Silenzi, fogli smossi, dinieghi nervosi del capo. Finalmente la risposta. Come consumati diplomatici alle prese con un affare intemazionale dei più delicati, gli uomini dello staff rispondono: «Non sappiamo. Ci sono cose che neanche la segreteria conosce. Non abbiamo neppure chiesto. Può darsi che non fosse neanche necessario chiedere». Inutile insistere. Lo stile Pivetti «old time» è questo. Liliana Madeo

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