Montecitorio, ultima notte nel bivacco

Montecitorio, ultima notte nel bivacco Montecitorio, ultima notte nel bivacco Scene da cabaret aspettando che venga l'alba IL DEGRETO SULI/IVA E' m ROMA ™ mattina e il sottosegretario alle Finanze Giovanni Marongiu, in preda alla disperazione, si attacca al telefono e chiama Palazzo Chigi. La voce affranta, l'esponente di Rinnovamento chiede perché la sostituzione promessa non sia ancora giunta. «Io non ne posso più, tra mezz'ora me ne vado, succeda quel che succeda, questa fiducia l'ha messa il governo, mica io», sospira nella cornetta Marongiu che, probabilmente a causa della stanchezza, dimentica di far parte anche lui dell'esecutivo. Questa è una scenetta di ordinaria amministrazione in una Camera dei deputati travolta dalle sedute fiume sul decreto dell'Iva. Vengono spazzate via regole di galateo, di grammatica, di sintassi... e di ortografia. Il ibrzitalista Salvatore Cicu usa il termine «saporifera», e viene prontamente ripreso dal verde Marco Boato all'urlo di «soporifera». Ma mentre questa vicenda ormai si avvia verso il suo epilogo, con il voto di oggi, ecco che si profila un'altra mobilitazione generale. Il capogruppo di Forza Italia, Beppe Pisanu, avverte che anche l'opposizione alla Finanziaria, se la legge non verrà cambiata, sarà «stile Iva». E lascia intendere che pure in quel caso ci sarà una convergenza tra il Polo e la Lega. L'ammonimento di Pisanu non tranquillizza la maggioranza, dove tra l'altro c'è già chi recrimina sulla prova di forza fatta per l'Iva. In un'intervista al Messaggero il ministro delle Poste Antonio Maccanico critica il centrosinistra perché ha mostrato i muscoli in Parlamento, preferendo il «muro contro muro» invece di aprire un dialogo. Il capogruppo della sinistra a Montecitorio, Fabio Mussi, infastidito, gli risponde per le rime. Ma il suo collega del Senato, Cesare Salvi, chiede di riprendere il dialogo tra Polo e Ulivo sul ruolo del Parlamento. Un ruolo che, almeno alla Camera, non si sa più bene quale sia, in questi giorni. L'assemblea di Montecitorio è impegnata in un dibattito, a tratti lunare. Dalle 3 e 10 di questo venerdì, dentro l'aula, discorsi seri si alter- nano a battutacce e a tirate di cui si fatica a capire il senso. Il tutto condito da cornetti caldi, fiumi di caffè (ne sono stati consumati 11 chili da martedì notte), alcolici e superalcolici. E' sull'antagonista delle opposizioni in questa vicenda, ovvero Mussi, che si appuntano la maggior parte delle ironie. Nino Sospiri di an sostiene che andrebbe «citato per danni al pds». Il for- zitalista Alberto Di Luca lo chiama «"baffone" figlio di "baffìno"». Vincenzo Zaccheo (an), invece, se la prende con il vicepresidente Petrini. «Il regolamento - gli urla - non prevede che lei debba masticare la gomma americana. Quindi la pregherei di non masticarla». Demetrio Errigo, di Forza Italia, diletta la «platea» presentandosi come esperto di «neurologia di robot» e con un singolare accenno erotico, immaginando «Marx a letto con Darwin». Passano i minuti, lenti come ore, e il sottosegretario Castellani sembra accasciarsi. Zaccheo lo riprende: «Signor dormiente rappresentante del governo». Ma quello si riprende subito e replica: «Sono sveglio». Sempre il povero Castellani dopo un po' viene «sgridato» perché, evidentemente annoiato, si è messo a leggere un libro. Più tardi Castellani cede il posto a Marongiu, tra i frizzi, i lazzi, ma anche il sincero compatimento della minoranza, perché si tratta del sottosegretario più presente nelle sedute fiume. I veri battutisti, in queste sedute, sono i deputati della Lega. Comincia Cesare Rizzi: «Presidente - esordisce - mi appello a lei e alla legge 626, che recepisce una direttiva Cee, perché a mio avviso c'è cattivo odore in aula». Il collega di partito, Daniele Roscia, aggiunge: «Ci sono topi che girano tra i banchi. Bisogna derattizzare». La polemica è contro la presidenza che, per sveltire i lavori, non sospende la seduta consentendo di pulire l'aula. Provocatoriamente il deputato di an Gustavo Selva mette in or dine sul suo banco buttando dei fogli per terra. Nel frattempo il leghista Rizzi sventola una bau diera verde del Carroccio. Viene invitato a farla sparire, ma lui, candido, spiega che si tratta di un fazzoletto e aggiunge che il regolamento della Camera non fissa le misure dei fazzoletti dei deputati. Allo scopo di tirarla per le lunghe, si usa ogni tipo di espediente. Per esempio la leghista Franca Gambato interviene ripetendo parola per parola il discorso pronunciato ore prima da un collega di partito. E la seduta fiume continua fino all'exploit di mezzanotte. Da quell'ora, secondo le opposizioni, il decreto scade. La questione viene sollevata da Polo e Lega all'alba del nuovo giorno. Ma Violante sostiene che ci sono altre 24 ore di tempo, citando tra l'altro il precedente del decreto Tramonti. Oggi la minoranza ricorrerà a Scalfaro, a cui tocca il compito di firmare quel prowedimento. Maria Teresa Meli

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