Il governo «vede rosso» solo con gli oppositori di Paolo Guzzanti

Il governo «vede rosso» solo con gli oppositori Il governo «vede rosso» solo con gli oppositori chi ha visto e raccontato nell'arco di trent'anni decine di interruzioni stradali, sassaiole e sequestro di viaggiatori, fa un certo effetto la severità usata dalla polizia contro i produttori di latte che bloccavano le strade. Ricordo qualche anno fa con quanta gentilezza furono protetti gli scioperanti di Crotone che reclamavano i loro privilegi facendo a pezzi le strade e bloccando le ferrovie. Nessuno osò allora chiamare «inaccettabili» quei fuochi e quelle barricate. Allora si doveva «capire il disagio» e usare, come massimo di violenza, i talkshow della tv di Stato. E non parliamo dell'impunità degli operai di Bagnoli quando decidevano di assaltare i palazzi del governo e paralizzare Napoli: chi avrebbe osato levare il bastone contro la classe operaia che rivendicava privilegi? E invece, questo è il punto, quelli del latte e del trattore, chi credono di essere? Tangheri del Nord, Vandea, gente gretta, villanzoni che usano il concime per le munizioni. E allora [vive la légalité) giù botte da orbi, ■mfipn una spia legnata defcwf' sto, paghi unovè prendi'due: riaffermi un principio civile spacch^^\isQ,a5vn^Bmico, che vuoi di più? Ecco perché, crollati muri e miti, un ministro dell'Interno post-comunista non fa poi tanta fatica a reincarnare, con migliore eleganza, lo spirito ruvido di Mario Sceiba, il ministro che rese calda la guerra fredda usando la «Celere», polizia antisommossa. La vecchia Celere vestiva in grigioverde, era analfabeta e ti piombava addosso con le sue jeep rombanti bastonandoti senza pietà. La polizia usata da Napolitano è più sobria, ma sotto l'occhio impietoso delle telecamere abbiamo visto che spacca, malmena e in qualche caso spiana le pistole. Avrebbe fatto così anche la polizia di Tony Blair? Ne dubitiamo. Certamente avrebbe fatto così la polizia spagnola dei tempi andati. Il ministro Napolitano invoca giustamente un principio generale: il rifiuto di ciò che è «inaccettabile» per la I collettività intesa come I somma delle libertà singole che non devono essere calpestate e violate. Ma sarebbe stato più elegante, visto che per la prima volta la polizia era chiamata a difendere con la forza un principio costantemente violato, che la linea dura cominciasse castigando le illegalità di gruppi e lobbies vicini ai partiti di governo, non andando a rompere il muso a gente che vota per l'opposizione. La verità, ci sembra, è che questo governo di sinistra cerca di assumere ogni volta che può, atteggiamenti «di destra», ma a costo politico zero, per accreditarsi come «responsabile» d'aggettivo preferito da D'Alema). E lo fa usando il sistema metrico dei due pesi e delle due misure. Un esempio? Le scuole, un servizio pubblico costantemente interrotto da centinaia eli i aosi cupazioni, in barba alla legalità. Nessuno va a ripristinare legge e ordine nelle aule occupate. In compenso si registra nelle scuole un curioso fenomeno: la nascita di gruppi di studenti filogovernativi di fiancheggiamento che reclamano a viva voce la dis-occupazione e forse preludono allo sgombero manu militari. Eppure, questi bravi ragazzi appartengono alla stessa area che negli anni passati ha prodotto e protetto le occupazioni selvagge della «Pantera». Massimo D'Alema ama sostenere che in Italia tocca purtroppo alle sinistre l'amaro compito che in Inghilterra prese su di sé la leggendaria Margaret Thatcher. Verissimo. Sarà anche vero, ma omette di ricordare che la Thatcher era trattata e additata al disprezzo da luì e dal suo partito, come neanche il dittatore cileno Augusto Pinochet veniva trattato e additato. Che senso hanno queste lodi postume? Paolo Guzzanti irti | Qui accanto il neo senatore dell'Ulivo Antonio Di Pietro

Persone citate: Augusto Pinochet, D'alema, Margaret Thatcher, Mario Sceiba, Massimo D'alema, Napolitano, Thatcher, Tony Blair

Luoghi citati: Crotone, Inghilterra, Italia, Napoli