« Risarcite le star del fumo »

Azione legale del sindacato degli attori: le spese mediche le ha pagate la nostra mutua «Bogart e John Wayne dovevano fumare per contratto e si sono ammalati» LE STELLE DEL CINEMA « Risarcite le star del fumo » Hollywood contro i giganti del tabacco NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Il più tipico rimane Humphrey Bogart, con la sua sigaretta pendente di sbieco dalla bocca, ma anche John Wayne, Robert Mitchum e Yul Brynner non sono stati da meno nel portare sullo schermo personaggi per il cui fascino la sigaretta era essenziale. Ma non era un'invenzione scenica, sostiene ora lo Screcn Actors Guild, il sindacato degli attori, bensì una pianificata operazione delle compagnie del tabacco per indurre la gente a fumare. Tutti e quattro quei «mostri sacri», e tanti altri loro colleghi, ebbero a suo tempo problemi polmonari che costarono un sacco di soldi, e poiché quei soldi li pagò la mutua degli attori, ecco che ora questo ente, collegato al sindacato, ha deciso di aggiungersi a coloro (un esercito, ormai) che chiedono soldi alle compagnie del tabacco. La somma che si vuole «recuperare» non è stata specificata, ma a seconda di come questo processo si svilupperà si potrà arrivare a svariati milioni di dollari. Il concetto che gli avvocati di questa mutua sostengono è semplice e tortuoso allo stesso tempo. I «fumatori dello schermo», dicono, hanno senz'altro contribuito a diffondere questo vizio fra i loro ammiratori, ma le sigarette che i loro personaggi consumavano, come richiesto dalle sceneggiature, non erano dovute a un fatto «culturale», come ha mostrato di credere recentemente anche Hillary Clinton, quando si è scagliata contro l'eccessivo uso di sigarette nei film e nei programmi televisivi, bensì a precisi accordi che le compagnie del tabacco facevano con le case cinematografiche. E gli attori, in quanto «dipendenti», non potevano che obbedire e subire le conseguenze. Conclusione: per indurre la gente a fumare bisognava prima imporre agli attori di farlo, e ora i produttori di si¬ garette sono chiamati a rimborsare tutte le spese che ciò ha comportato. Una prova di quanto le compagnie del tabacco puntassero sugli attori è il contratto firmato nel 1983 da Sylvester Stallone che gli avvocati dello Screen Actors Guild hanno «allegato» alla loro denuncia. «Mi impegno - dichiara Stallone - a usare sigarette della Brown & Williamson in non meno di cinque film, in cambio di 500.000 dollari». Un'altra prova - e qui si va sull'accusa più micidiale rivolta alle compagnie in altri processi in cui sono già state sconfitte: quella di puntare soprattutto sui ragazzi - è che i loro spot pubblicitari li hanno prevalentemente inseriti nei passaggi televisivi di film notoriamente guardati appunto dai ragazzi, come «Superman», «Supergirl» e la serie di James Bond. Ma a dimostrazione del fatto che i giovani sono sempre stati al primo posto nel «target» delle compagnie c'è anche la testimonianza - anch'essa allegata alla denuncia - fornita da Dave Goerletz davanti a una commissione parlamentare nel 1989, quando l'ondata anti-fumo si era ormai sviluppata e anche i sensibili legislatori avevano deciso di intervenire. Dave Goerletz era diventato a un certo punto abbastanza popolare perché come «Winston Man» faceva il verso al più noto «Marlboro Man», e quando la commissione parlamentare lo chiamò a raccontare la nascita del suo personaggio lui spiegò che «mi era stato detto esplicitamente che il nostro obiettivo erano i giovani». Ha possibilità di vittoria, questa nuova causa? Le conclusioni sfavorevoli già subite nelle vertenze con molti singoli Stati, con i parenti di gente morta di cancro ai polmoni e perfino con le hostess degli aerei che prestavano servizio nelle «smoking sections», quando c'erano, non sembrano lasciare molte speranze ai produttori di sigarette, ormai diventati il male per definizione. Franco Pantarelli Azione legale del sindacato degli attori: le spese mediche le ha pagate la nostra mutua Citato come prova l'impegno sottoscritto da Stallone di mostrare nei film una marca Da sinistra John Wayne e Robert Mitchum con l'immancabile sigaretta (o sigaro) che pende dalle labbra Qui a fianco, Yul Brynner e alla sua sinistra Humphrey Bogart: altri due «mostri sacri» fumatori sullo schermo

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