Palano Chigi: basta veleni ai vertici Rai
Il presidente della commissione di vigilanza Storace: se litigano è perché c'è un bottino da spartirsi Il presidente della commissione di vigilanza Storace: se litigano è perché c'è un bottino da spartirsi Palano Chigi: basta veleni ai vertici Rai E Siciliano elseppi sospendono la «guerra delle interviste» ROMA DALLA REDAZIONE Con l'intervento del presidente del Consiglio Romano Prodi si placa, almeno per ora, ma forse non per molto, la guerra che da giorni divide i vertici Rai. Combattuto a colpi di interviste, lettere, dichiarazioni strategiche, il match tra il presidente dell'azienda di Viale Mazzini Enzo Siciliano, i membri del consiglio d'amministrazione e il direttore generale Franco Iseppi non registra per ora né vincitori né vinti, ma offre sicuramente il quadro di un'azienda in difficoltà. Al termine dell'incontro con Iseppi (durato un'ora) e del lungo colloquio telefonico con Siciliano che si trovava a Firenze, Prodi ha auspicato «una gestione della Rai all'insegna della massima collaborazione nell'interesse primario dell'azienda e del servizio pubblico che ad essa è affidato». Come dire stringetevi la mano e andate avanti. Cosa non facile dopo quello che è accaduto nelle ultime ore. Prima il direttore generale Iseppi che dichiara che la «diarchia» ai vertici Rai non è «il modo più funzionale» per raggiungere gli obiettivi e sottolinea le caratteristiche che lo differenziano dal presidente Rai: «Non è vero che io litigo con Siciliano. Siamo diversi. Lui è un letterato, io un produttore, lui è uno che la tv l'ha guardata e io l'ho fatta e studiata...». Poi la regista Liliana Cavani, membro del consiglio d'amministrazione, che gli risponde con una lunga lettera in cui dice che le sue affermazioni le hanno dato l'impressione che egli non desideri altro che «scaricare questo eda sulla prima isola per guidare la nave da solo». Infine il presidente Rai che risponde a Iseppi invitandolo a «mettere a registro i propri progetti e a disporsi a un confronto positivo col cda». Sullo sfondo del conflitto, consumato sempre attraverso la carta stampata, i bagliori dell'importante futuro che atten- de la tv di Stato, con la riforma all'esame del Parlamento e la conseguente totale trasformazione dell'ordinamento Rai. Sull'intervento di Prodi il presidente della Commissione di vigilanza Francesco Storace ha espresso un parere completamente negativo: «Se Siciliano e Iseppi fanno pace perché è intervenuto Prodi, diventa giocoforza chiedersi qual è il bottino che ci si spartisce. L'unico interlocutore istituzionale del vertice Rai resta la Commissione di vigilanza. Manovre di impropria protezione non farebbero che peggiorare il clima politico, come potrebbe chiaramente spiegare il ministro Maccanico». Il responsabile della comunicazione del gruppo della sinistra democratica Giuseppe Giulietti si augura che «il tempo delle esternazioni sia finito visto che ognuno ha espresso agli altri il suo punto di vista. Adesso è il caso che il confronto rientri nelle sedi proprie altrimenti le ragioni del dissenso rischiano di non essere comprensibili all'esterno». Lo scontro di questi giorni ai ver¬ tici dell'azienda di Viale Mazzini rappresenta, secondo Paolo Romani, membro della Commissione di vigilanza, «il completo fallimento anche della gestione complessiva dell'azienda, oltre che dei programmi di rete e della qualità dell'informazione». Il vicesegretario ecd Follini coglie l'occasione per rilanciare «la proposta per la prossima Rai con un amministratore delegato che abbia pieni poteri di gestione dell'azienda, ma che non si trasformi in dittatore mascherato». Secondo Follini «occorre superare la diarchia al vertice di Viale Mazzini che, come si vede, produce frutti avvelenati e annuncia ulteriori turbolenze». Enzo Siciliano (a sinistra) e Franco Iseppi (a fianco) rispettivamente presidente e direttore generale della Rai hanno parlato a lungo con Prodi
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