Pressing dei popolari su Prodi di Fabio Martini

Pressing dei popolari su Prodi ROSCI Pressing dei popolari su Prodi IIpremier: per ora no, ma a maggio... LA STRATEGIA DI MARINI S ROMA EDUTO su uno dei sofà rossicci del Transatlantico Ciriaco De Mita chiacchiera con gli amici di sempre e uno di loro gli chiede: «Ciriaco, facciamo il gioco della torre: tra Prodi e Di Pietro, chi butteresti giù?». Il vecchio Ciri' gigioneggia un po' e poi risponde con una smorfia silenziosa che vuol dire: non saprei proprio chi preferire... Certo, De Mita ha le sue personali idiosincrasie, ma quell'incertezza nel gioco della torre è lo specchio del grande enigma che in questi giorni percorre il partito popolare. Gratificato da un successo elettorale inatteso, ma preoccupatissimo per la corposissima concorrenza di Tonino Di Pietro, il segretario popolare Franco Marini sta tentando l'operazione più complicata della sua carriera politica: far nascere entro la primavera la «Cosa bianca», la federazione di tutti i moderati dell'Ulivo. Ma perché l'operazione non si risolva in un modesto maquillage, Marini deve imbroccare due piccoli miracoli: anticipare l'attivissimo Di Pietro (che coltiva lo stesso progetto) e al tempo stesso coinvolgere da subito Romano Prodi, sempre più corteggiato da quando la sua popolarità è in aumento. Ebbene, dalla selva di incontri riservati di questi giorni sono spuntate due novità: il presidente del Consiglio, concentrato nella sua attività di governo, non ne vuol sapere di farsi distrarre, ma in compenso ha fatto sapere: «Dopo maggio, dopo l'ingresso dell'Italia in Europa, se ne può riparlare». Certo, i popolari vorrebbero Prodi subito al loro fianco, lo vorrebbero in primavera «super-presidente» della «Cosa bianca» e non lo avranno. Ma da Palazzo Chigi è arrivato comunque un primo spiraglio importante, tanto più se accoppia- to ad un altro segno di disponibilità pervenuto due sere fa a Marini: Tiziano Treu, ministro di Rinnovamento italiano, ha portato un'ambasciata di Dini: «Caro Marini, è arrivato il momento di dare un'accelerazione al progetto di federare le forze moderate». E il progetto di una federazione moderata dall'Ulivo interessa anche un altro gruppo reduce da un discreto risultato elettorale, i Socialisti italiani di Boselli e Del Turco: «Certo che ci interessa - spiega il segreta¬ rio Enrico Boselli - purché non ci siano volontà integraliste, purché il ppi non pensi ad un ppi più grande. E anche nel rapporto con Prodi direi che si è invertito il simbolo alle elezioni: era "Popolari per Prodi" e ora loro vorrebbero un "Prodi per i popolari"». E infatti, il rapporto Prodipopolari resta uno degli snodi irrisolti della «Cosa bianca»: al di là dello spiraglio aperto, Prodi per il momento non ha alcuna intenzione di farsi coinvolgere nelle prossime settimane. ma eventualmente soltanto dopo lo storico successo del traguardo europeo. Spiega il popolare Roberto Pinza, sottosegretario al Tesoro, uno degli «uomini forti» del governo, amico di Prodi: «Il governo deve continuare a lavorare bene come sta facendo, perché i frutti di una politica moderata non possono che depositarsi nelle caselle del ppi. Prodi? Resti al suo posto, l'appuntamento con le forze moderate dell'Ulivo ci sarà in una fase più avanzata, a ridosso delle elezioni». Già, perché il sospetto di Marini e non solo dei popolari è che D'Alema punti ad uno scioglimento anticipato delle Camere: «Se Di Pietro dimostrerà in questa tornata elettorale di portare un valore aggiunto, magari facendo eleggere Orlando al primo turno - spiega il ccd D'Onofrio - D'Alema lo incoraggerà a mettersi in proprio e punterà allo scioglimento anticipato a giugno». La solita fantapolitica di Transatlantico? «Mica tanto - insiste D'Onofrio - a quel punto il Capo dello Stato lo elegge l'Ulivo in Parlamento un anno dopo, nel 1999: perché non Prodi al Quirinale e D'Alema a palazzo Chigi?». E Di Pietro resta l'ossessione di tutti i moderati dell'Ulivo. Di Dini, che in polemica con D'Alema dice: «Di Pietro devono tenerlo a bada quelli che l'hanno sponsorizzato, non quelli che l'hanno subito», anche perché la formazione di un gruppo dipietrista «è una cosa assurda», visto che l'ex pm «esprime solo se stesso». Ma Di Pietro non convince neanche Prodi e i suoi: rispetto al progetto di un Coordinamento nazionale dell'Ulivo con i leader politici più i sindaci, il prodiano Gianclaudio Pressa dice «che è difficilmente spiegabile la presenza di Di Pietro in una eventuale segreteria del coordinamento, visto che l'ex pm non guida alcuna formazione politica». Fabio Martini Anche Dini punta ad «accelerare» il progetto di federazione al centro Il ministro degli Esteri Lamberto Dini A destra Franco Marini

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