Tangenti, prosciolto D'Alema

Tangenti, prosciolto D'Afonia Finisce la vicenda che coinvolse Greganti, scagionato anche Occhetto Tangenti, prosciolto D'Afonia Ma il suo nome ritorna in aula nel «caso Enel» MILANO. Archiviato dal gip «per non aver commesso il fatto», il nome di Massimo D'Alema rispunta, nella stessa giornata, in un processo per le tangenti Enel. E' Bartolomeo De Toma, ex percettore di mazzette per il psi di Craxi, a tirare in ballo nuovamente la figura del segretario del pds. Interrogato dal pm Paolo lelo, De Toma ripete infatti quanto aveva già dettato a verbale nel '95: «Durante una riunione sull'alta velocità delle Ferrovie dello Stato, dove si discuteva delle ripartizioni dei lavori tra le varie imprese che poi avrebbero dovuto erogare finanziamenti illecita, Balzarne (il defunto segretario amministrativo del psi, ndr) mi disse in quell'occasione che pur essendo Stefanini il segretario amministrativo del partito, tutte le questioni riguardanti il finanziamento del pds erano coordinate allora dall'ex vice segretario D'Alema. Quando parlo di finanziamenti del partito mi riferisco a contribuzioni illecite in relazione al sistema degli appalti pubblici». Quindi De Toma ha precisato: «Tutto ciò che so su D'Alema mi è stato riferito da Balzamo. Io non ho mai saputo di una lira ricevuta da D'Alema». Anzi, ha spiegato poi fuori dall'aula, «Balzamo in realtà mi disse sempre che D'Alema era una brava e onesta persona e che sull'alta velocità tutto si sarebbe messo a posto proprio perché c'era D'Alema». La vicenda raccontata da De Toma ieri mattina in tribunale, fu oggetto di una lunga indagine i cui atti confluirono in parte nell'inchiesta di cui ieri il gip Roberta Cossia ha deciso l'archiviazione, su richiesta degli stessi pm Paolo lelo, Piercamillo Davigo e Ghenardo Colombo^ Un processo che vedeva come principali imputati D'Alema e l'ex segretario del pci-pds Achille Occhetto. L'indagine cominciò nel '94 a seguito di un esposto di Bettino Craxi, secondo cui anche i due segre¬ tari della Quercia avevano partecipato al sistema delle tangenti. Ne scaturì un procedimento, radunato ora in 79 faldoni, che ha raccolto le conclusioni di varie inchieste sulle «tangenti rosse», vedendo tra gli imputati anche Primo Greganti, titolare del famoso conto «Gabbietta». I pm hanno sostenuto che «si può ritenere pacifico che Greganti abbia chiesto e ottenuto tangenti in nome e per conto del pei, ma non vi sono elementi per affermare l'esistenza di un contributo causale alla realizzazione del fatto» di D'Alema e Occhetto. Per giunta, sottolineano i magistrati, all'epoca D'Alema non era neppure segretario politico del pds e «non vi è alcun elemento idoneo a ipotizzare le sue responsabilità, Non una (Marnata di correo, diretta ó' indiretta, non un collegamento, non un conto bancario, non un ruolo specifico all'interno^ del partito, tfdeda rendere riconducibile ih qualche misura la sua posizione alla commissione del reato». Analoghe considerazioni hanno riguardato Occhetto. [p. col.] Il pubblico ministero milanese Paolo lelo

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