CINQUE MESI D'ANSIA
Marco Travaglio CINQUE MESI D'ANSIA 17 GIUGNO. Giuseppe Soffiantini, 62 anni, imprenditore tessile, viene rapito nella sua villa di Manerbio, in provincia di Brescia. I rapitori legano e imbavagliano la moglie Adele Mosconi, e la chiudono in un sottoscala. Lei riesce a dare l'allarme molte ore dopo, la mattina del 18. Prima di andarsene con l'ostaggio, i sequestratori dicono alla donna: «Non ti preoccupare, te lo faremo ritrovare». 19 GIUGNO. Primo contatto dei rapitori, che telefonano ad un vicino di casa dei Soffiantini e chiedono il riscatto: alcuni miliardi. I figli del rapito chiedono il silenzio stampa per favorire la trattativa, e diffondono un appello: «Nostro padre è malato, ha bisogno ogni giorno di una dose di Sintrom, un farmaco salvavita». La pista battuta dagli inquirenti parla di sequestratori sardi. 17 OTTOBRE. I sequestratori uccidono un ispettore dei Nocs, Samuele Donatoni, 34 anni, che si era sostituito all'intermediario della famiglia, incaricato di consegnare il riscatto alla banda. Lo scontro a fuoco avviene in una stradina che costeggia la Tiburtina Valeria, tra i comuni di Carsoli (L'Aquila) e Riofreddo. Nella notte scatta una gigantesca caccia all'uomo in zona. Ma tutto è inutile. 20 OTTOBRE. Quattro persone vengono arrestate durante un blitz. La cattura avviene sull'autostrada Roma-L'Aquila, con un tamponamento che mette fuori uso l'auto della banda. Gli arrestati sono Mario Moro, Agostino Mastio, Giorgio Sergio e Osvaldo Broccoli. Due di loro sono feriti. Viene fermata anche Silvana Lippi, convivente di Moro, e il basista, Pietro Raimondi, di Manerbio. 20 NOVEMBRI. La famiglia del rapito rompe il silenzio stampa e si dichiara pronta a tutto pur di riavere a casa l'ostaggio. E filtra una notizia terribile: i rapitori hanno recapitato un brandello dell'orecchio sinistro del rapito. L'avvocato della famiglia smentisce tutto, i figli del rapito si dichiarano sconvolti, chiedono ancora il silenzio stampa e rinnovano l'appello ai sequestratori.
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