l'onda gigante spezza la nave

l'onda gigante spezia la nave A bordo 12 italiani: una paratia ha impedito l'affondamento del troncone in cui si era rifugiato l'equipaggio l'onda gigante spezia la nave Salvati 34 marinai al largo delle Azzorre ROMA. Nella notte il mare si era scatenato a forza 10, «il che significa burrasca estrema, oltre le possibilità standard di misurazione», spiegano nella sala operativa della Capitaneria centrale di Roma. A un centinaio di miglia al largo delle Azzorre le onde superavano abbondantemente i 15 metri, all'incirca come una casa di quattro piani, e una di queste ha colpito la «Msc Carla» con un tremendo colpo di karaté, spezzandola in due tronconi. «Non ho mai visto onde come quelle che si sono abbattute sulla nostra nave: non so dire se fossero di 15, 20 o 40 metri d'altezza, so solo che in tanti anni di navigazione non mi era mai capitato di assistere a un simile spettacolo», ha raccontato via radio il comandante, Giuseppe Siviere «Il ponte di comando è stato preso in pieno e la nave ha cominciato a rollare spaventosamente». La prua si è staccata di netto e l'equipaggio della portacontainer ha,fatto appena in tempo a rifugiarsi nella zona poppiera. Era notte e c'è voluta buona parte della giornata di ieri per riuscire a portare in salvo i 34 uomini a bordo, di cui 12 italiani. I feriti sono otto (sette italiani e un indonesiano), tutti lievi, ricoverati nella base di Lajes, nell'isola di Sao Miguel. Avrebbe potuto andare molto peggio. Il comandante e altri otto marinai avevano deciso di restare in plancia per dare una mano nel coordinamento dei soccorsi e del recupero del carico, ma, alla fine, anche loro hanno dovuto arrendersi e trasferirsi sulla corvetta della marina portoghese «Jacinto Candido», che è accorsa nella zona del disastro ieri, quando cominciava ad albeggiare. Nonostante la burrasca fosse momentaneamente calata di tono, le condizioni del mare erano sempre proibitive e non si è voluto rischiare oltre il limite. Un elicottero li ha poi trasferiti nel pomeriggio alle Azzorre. Contemporaneamente - come ha confermato il responsabile della sicurezza della compagnia armatrice «Mediterranean Shipping Company», Aniello Russo - veniva dato il via al traino di ciò che resta del mercantile ferito: ad agganciarlo è stato il rimorchiatore d'altura «Foty Krilov», uno dei più potenti del mondo, lo stesso che qualche mese fa aveva trasportato un bacino galleggiante di 100 mila tonnellate da Genova in Turchia. Gli altri membri dell'equipaggio erano già stati soccorsi alcune ore prima e portati al sicuro nell'isola di Terceira. La «Msc Carla», un gigante da 300 metri, trasportava 2300 container, per un carico di 27 mila tonnellate: partita da Le Havre, era diretta a Boston. Secondo Russo, il comandante ha rispettato tutte le regole di si¬ curezza: «Per evitare la burrasca ha tenuto una rotta più meridionale, dove il mare è in genere più calmo», ha detto da Piano di Sorrento, dove hanno sede gli uffici tecnici della compagnia. Evidentemente non è bastato, anche se - si osserva al Registro Navale - l'equipaggio è stato fortunato e deve la vita ai compartimenti stagni. Probabilmente, la frattura si è verificata vicino a una paratia abbastanza robusta da contrastare la spinta del mare in tempesta e in grado di salvare il troncone di poppa, dove si concentrano i generatori e le pompe con cui è stata eliminata dalle stive gran parte dell'acqua. La «Msc Carla», costruita in Svezia nel '72, aveva subito 10 anni fa un allungamento di 18 metri, ma la «Mediterranean Shipping Company» ha escluso che l'intervento possa aver indebolito lo scafo, contribuendo così al disastro, anche perché la nave aveva di recente superato una serie di controlli e revisio¬ ni. Di certo, la notizia che l'equipaggio era in salvo ha fatto esultare Piana di Sorrento, la località in cui non solo si trovano gli uffici della compagnia armatrice, ma di cui è originaria la maggior parte dei marinai: i loro familiari sono rimasti con il fiato sospeso fino a quando l'ultimo dei 34 non ha abbandonato la nave. E da Terceira il comandante Siviero ieri sera ha cercato di tranquillizzare tutti: «Adesso che la grande paura è passata il morale è tornato buono». Ma aggiunge subito: «La situazione era davvero drammatica. Ho pensato: se ci facciamo prendere dalla paura, è finita. Una grossa mano me l'ha data il direttore di macchina, un grande marinaio, un vero amico. Ci ho pensato, mentre eravamo io e lui sulla nave e cercavamo di stare calmi, di dare coraggio agli altri. Nonostante che il pericolo fosse davvero tremendo, mi sono reso immediatamente conto che ce la potevamo fare». Gabriele Beccaria Anni fa lo scafo era stato allungato L'armatore: non c'entra con l'incidente NELLA NOTTE UN'ONDA VIOLENTISSIMA SPEZZA IN DUE LA «MSC CARLA», AL LARGO DELLE AZZORRE. L'EQUIPAGGIO SI RIFUGIA NELLA PARTE POPPIERA. DUE NAVI E UN RIMORCHIATORE SI DIRIGONO NELLA ZONA PER I SOCCORSI, COORDINATI DALLA GUARDIA COSTIERA PORTOGHESE. f f f f f # f f f f f # f * 0 CALHO 0HETRI 0 | QUASI CALMO FINOA0.I0M. 1 2 POCO MOSSO 0,10-0,50*1. 2-J : 3 MOSSO 0,50 -1,25 M. 4 4 HOLTO MOSSO US-2,50 It 5 5 AGITATO 2,50-4,0011. 6 6 H0LT0 AGITATO 4,00- 6,00 M. 7 7 GROSSO 6,00 - 9,00 H. 8-9 8 HOLTO GROSSO 9,00 -14,00 M. 10 9 TEMPESTOSO OLTRE 14,00 H. 11-12 10 BURRASC0SO OLTRE 15,00 H. OLTRE 12 Il portacontainer «Msc Carla» devastato dalla tempesta al largo delle Azzorre A fianco il comandante Giuseppe Siviero

Persone citate: Aniello Russo, Gabriele Beccaria, Giuseppe Siviere, Giuseppe Siviero, Krilov, Siviero