Bufera sulla confessione del mostro in tv di Fulvia Caprara

A sorpresa la deposizione di Chiatti a «Un giorno in pretura». La replica: tagliate le parti più scabrose A sorpresa la deposizione di Chiatti a «Un giorno in pretura». La replica: tagliate le parti più scabrose Bufera sulla confessione del mostro in tv Accuse a Raitre: «Ha fatto un maxi spot per gli abusi» ROMA. La storia del «mostro di Foligno» raccontata in prima persona dall'assassino dei due bambini uccisi tra il '92 e il '93 va in onda all'ora di cena, e sulla Rai si abbatte una nuova tempesta di polemiche. L'altra sera Raitre ha trasmesso, per «Un giorno in pretura», le immagini del processo a Luigi Chiatti, con la lunga deposizione del giovane condannato per i due omicidi. Una scelta che ha provocato immediate proteste e ha indotto i vertici Rai ad aprire una mini-indagine interna. Il presidente Enzo Siciliano ha subito deciso di visionare la cassetta del programma e il direttore generale Franco Iseppi, oltre a chiedere anche lui la registrazione, ha scritto una lettera al direttore di Raitre Giovanni Minoli per conoscere le ragioni che l'hanno indotto a mandare in onda quelle immagini. Ieri si è saputo, infatti, che la direzione generale non era stata informata del contenuto particolarmente delicato della puntata di «Un giorno in pretura». La difesa della terza rete, affidata alla capostruttura Gabriella Carosio, è che il processo Chiatti doveva servire a «sensibilizzare l'opinione pubblica sul grave problema della pedofilia. Senza compiacimento, ma accompagnando il programma con le dichiarazioni di due esperti, e tagliando le parti che potevano risultare dannose». Ma queste precauzioni non sono bastate a evitare polemiche e dichiarazioni molto critiche sulla scelta di Raitre. Ernesto Caffo, presidente del Telefono azzurro, parla di «speculazione inaccettabile» e si augura che vengano presi prowedimenti: «E' stata un'operazione bieca, ad utilità zero, anzi sottozero, il cui unico obiettivo era creare ascolto. Far entrare nelle famiglie italiane, alle 20,30, una tale rappresentazione di abominio e di violenza, raccontata con dovizia di particolari agghiaccianti e scabrosissimi, è francamente inaccettabile». Sul fronte politico interviene il presidente della Commissione di vigilanza sulla Rai Francesco Storace, avvertendo che l'azienda di Viale Mazzini «non può pensare di passarla liscia». Secondo l'esponente di An «è da irresponsabili mandare in onda un programma del genere. Sono stati inoltre violati i nostri indirizzi per quel che riguarda l'attenzione alle fasce deboli della società; non c'è senso del rispetto del telespettatore». Maretta Scoca, deputato del Ccd, sostiene che la puntata sul processo Chiatti «ha violato il codice penale, che vieta ai giovani non ancora maturi di presenziare a situazioni nocive al loro sviluppo etico e psicofisico». La Scoca ha inviato un esposto a Storace, ai presidenti di Camera e Senato e ai ministri della Giustizia, della Solidarietà sociale e delle Pari opportunità, e ha definito la trasmissione «un maxi-spot per la pedofilia con licenza di uccidere». Critici anche il presidente dell'Ordine dei giornalisti di Lazio e Molise Bruno Tucci («Le promesse e le buone intenzioni dei vertici Rai sono sempre smentite dai fat- ti») e il segretario della Fnsi Paolo Serventi Longhi: «L'iniziativa di Raitre va decisamente in senso opposto all'esigenza di rispetto dei minori e della sensibilità dei cittadini». I responsabili di Raitre sostengono di aver preavvertito del programma il presidente della Consulta qualità della Rai Jader Jacobelli, il quale però ieri ha spiegato di aver espresso «un giudizio mol¬ to critico» sulla trasmissione, giudizio che verrà inoltrato al direttore generale e al consiglio d'amrninistrazione della Rai. Ma la tv di Stato non è nuova al caso Chiatti. Le immagini del processo dovevano andare in onda il 13 e il 14 gennaio 1995, all'indomani della sentenza di primo grado contro l'assassino di Simone Allegretti e Lorenzo Paolucci. Un esposto di Maretta Scoca e di altri parlamentari aveva però indotto la presidente di allora, Letizia Moratti, a chiedere al direttore di Raitre Locatelli di non trasmettere il programma e di farlo visionare preventivamente al consiglio d'amministrazione. Locatelli accettò l'invito e di quelle immagini non s'è fatto più nulla. Fino all'altra sera. Fulvia Caprara Storace: non la passeranno liscia Caffo parla di inciviltà e speculazione Siciliano: voglio vedere la cassetta A destra: Luigi Chiatti, il mostro di Foligno. Sopra: Franco Iseppi, direttore generale della Rai e Francesco Storace, presidente commissione di vigilanza

Luoghi citati: Foligno, Lazio, Molise, Roma