Il pds: disoccupiamo la scuola
Clima da assedio al Mamiani di Roma: il blitz contro il ministro prende in contropiede la Quercia BERLINGUER CONTESTATO Clima da assedio al Mamiani di Roma: il blitz contro il ministro prende in contropiede la Quercia Il pds; disoccupiamo la scuola E' l'ultima contraddizione della sinistra ROMA A qualche decennio in qua le scuole vengono occupate. Negli ultimi anni si predilige farlo a una scadenza fissa, quella di novembre, in prossimità delle feste di Natale. Il 1997 non ha fatto eccezione. Ma questo è vero solo in apparenza. Si prenda il caso di un liceo «simbolo», il Mamiani, uno dei primi a essere occupati, a Roma, nel '68. Siamo al secondo anno del governo dell'Ulivo, e la protesta studentesca si manifesta contro un ministro del pds, Luigi Berlinguer. Sabato 22 un centinaio di studenti entra nella scuola e ci si chiude dentro. Sono i ragazzi dei «centri sociali», cugini dei più famosi leoncavallini. I giovani della Quercia restano spiazzati. E non solo loro. Anche quelli di Rifondazione comunista si dicono contrari all'occupazione. E' curioso, se si pensa che il segretario del prc, Fausto Bertinotti, ha fatto dell'apertura al «movimento» e ai centri sociali uno dei cardini della sua strategia, scontrandosi su questo con Cossutta. Ma tant'è: devono passare tre giorni prima che da Rifondazione venga un attestato di solidarietà agli occupanti. Un attestato reso obbligatorio dal fatto che ormai la contraddittorietà della posizione assunta dai ragazzi del prc rispetto alla linea proclamata da Bertinotti si era fatta stridente. Ed ecco il paradosso. Dentro il Mamiani restano asserragliati gli occupanti. Fuori, i giovani della Quercia e alcuni rifondaroli, con i professori, il preside dell'Istituto, manifestano, ogni giorno, contro quell'iniziativa. E' la contraddizione dell'anno secondo dell'era dell'Ulivo. Quell'occupazione, sfuggita di mano, al contrario di altre, a ra- gazzi che militano in organizzazioni giovanili di due partiti che ormai fanno parte della maggioranza, viene contrastata a suon di comunicati e raccolte di firme. La parola d'ordine dei pidiessini in erba è: disoccupiamo il Mamiani. Vengono raccolte trecento adesioni (tra cui alcune di Rifondazione) ma si lavora per averne delle altre, perché trecento non bastano: gli studenti sono quasi 900, e non si può certo chmostrare di essere una minoranza. «Niente nemici a sinistra»: è stata sempre la parola d'ordine del pei. Era così nel '68, fu così nel '77. «Via via la nuova polizia», gridavano i gruppi extra¬ parlamentari quando arrivavano i giovani comunisti. Ma da allora a oggi c'è una differenza di non poco conto. E cioè che i «nipoti» e i «figli» di quei giovani comunisti aderiscono a partiti, quali il pds e Rifondazione, che non stanno più all'opposizione. Basti pensare che non solo il ministro dell'Istruzione, ma anche quello dell'Interno appartengono alla Quercia. O, ancora - e questa è un'altra differenza che salta agli occhi - basti sapere che oggi il ministro della Cultura, nonché vicepresidente del Consiglio Walter Veltroni (pure lui della Quercia, peraltro) incontra alcuni studenti dell'area governativa per fare il punto della si- tuazione, e tra questi ci sarà pure uno dei rappresentanti d'Istituto del Mamiani, Francesco Ronchi (tanto per intendersi, uno di quelli che manifesta contro l'occupazione). Ma la sinistra giovanile respinge ogni interpretazione che lega questo atteggiamento in relazione al fatto che il pds è al governo. Il loro leader, Vinicio Peluffo, dice che si tratta di «un problema di democrazia, perché l'occupazione non è stata decisa con un'assemblea, bensì con un atto di forza». Più complessa e tormentata la situazione del prc. Intanto, dentro il Mamiani, si respira l'aria delle occupazioni di sempre. In quelle aule il tem¬ po sembra essere trascorso un po' a rilento. Su uno schermo scorrono le immagini di vecchi film: «Io sono un autarchico», di Nanni Moretti, e, addirittura, «Fragole e sangue». C'è anche una versione riveduta e corretta dell'autocoscienza. Si chiama «Intro-spizzo», dal verbo «spizzare», traduzione gergale dell'italiano «sbirciare». Qualche tocco di innovazione «culturale» qua e là, come i «corsi sulle bestemmie». Ogni corso, in pratica, è una gara, a chi inventa la bestemmia più bella. Un primo premio è stato già assegnato l'atro ieri, ma il «testo» che è uscito vincitore è, ovviamente, irriferibile. Naturalmente, come in ogni occupazione che si rispetti, si susseguono riunioni su riunioni. La sera, però, musica a tutto volume, e balli. Quanto durerà? Fino a sabato. A meno che il «blitz democratico» di professori, preside, giovani del pds e di Rifondazione comunista, non riesca già oggi, quando i «controccupanti» terranno una loro assemblea, non nella scuola ovviamente. Comunque vada a finire al Mamiani, sembrano passati anni luce dalle occupazioni degli anni 90, quando genitori pidiessini ed ex sessantottini portavano provvidenziali cestini di viveri ai figli asserragliati dentro la scuola... Maria Teresa Meli Ma la situazione è controversa Ormai la protesta pare sfuggita di mano alle organizzazioni giovanili dei partiti della sinistra Assemblee all'aperto contro i ragazzi dei centri sociali Al secondo anno del governo dell'Ulivo le occupazioni nelle scuole creano nuove tensioni fra i partiti della coalizione A sinistra il ministro della Pubblica Istruzione Luigi Berlinguer e, sotto, il vice presidente del Consiglio Walter Veltroni
Luoghi citati: Roma
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