«Meglio in galera che cedere ora»

Nel Vicentino nuovo blocco al traffico dell'autostrada e tornano in azione gli spargiletame , «Se ci arrendiamo ci dimenticano» GLB IRRIDUCIBILI DELLE BARRICATE «Meglio in galera che cedere ora» VANCIMUGLIO (Vicenza) DAL NOSTRO INVIATO L'ora «X» è alle 12, quando si muovono i trattori, quando la polizia per precauzione chiude la «A4» in tutte le direzioni, quando i celerini si schierano ed entrano in azione gli spargiletame, tra gli applausi dei 200 allevatori che non mollano di un millimetro e per oggi si accontentano di inondare di liquame la Milano-Venezia. «Che cos'è? Urina?», chiede il vicequestore, impermeabile beige, impeccabile con la fascia tricolore. «No, peggio», gli rispondono dai Cobas, dall'altra parte della rete, a meno di cinque metri dal ciglio dell'autostrada. Che avevano violato già giovedì scorso, quando c'erano state le cariche, erano volati le manganellate e i lacrimogeni e al povero Orfeo era bruciata la cabina del suo trattore. Adesso va meglio. Se non fosse per il «peggio» che si spande sulla corsia della Milano-Venezia, che costringe l'allevatore alla guida del trattore con autobotte a rimorchio a indossare la maschera antigas. Un'ora, dura il blocco. Liberato poi dai vigili del fuoco, che con gli idranti ripuliscono la strada. Qualche camion suona il clacson in segno di saluto. Sulle auto, prevalgono le facce scure. «Ci dispiace per i disagi, ma siamo esasperati. Se non facciamo così, nessuno ci ascolta», quasi si scusa Ruggero Marchioron, leader del Cospa, i comitati spontanei del latte del Padovano e del Vicentino. «Rivoghamo tutti i nostri soldi, non l'80% come dice il ministero. Lo Stato non deve sborsare una lira, basta che ordini ai caseifici di renderci il superprelievo», spiega. Che la protesta è tutta lì. In quei 1200 miliardi fermi nelle casse dei caseifici, che non pagano il latte, per raccogliere i soldi del prelievo per lo splafonamento della produzione. «Ma se in Italia si produce meno latte di quanto ce ne sia bisogno... E' che c'è la mafia», è la conclusione di Cesare Filippi, allevatore del Vicentino, 700 milioni di multa per 220 capi, sciarpa sul volto dopo quella manganellata che hanno fatto vedere pure a «Striscia la notizia». «Dei 18 punti in discussione a Roma, non ce ne va bene uno», giura lui. E conferma che lo spazio per la mediazione non c'è, che quei 1200 miliardi devono tornare tutti - «anche con gli interessi», aggiungono molti - e che è tutta colpa della mafia se la situazione è quella che è, con le stalle che chiudono e le vacche che non conviene più mungere. Per mafia, gli allevatori inten- dono un po' tutto. La tratta delle quote latte, le 3235 aziende che producono latte senza avere nemmeno una vacca, la stalla in piazza Navona che un'azienda giura di avere, ma in realtà è soltanto un timbro su una carta bollata. E poi, il commercio in nero che arriva dall'estero: latte dalla Francia, dalla Germania, dall'Austria. Più quello in polvere, che con il prezzo di un litro di quello vero se ne fanno tre, ma così è tutta un'altra cosa. «Cinque anni fa ho perso tutto per l'alluvione, a luglio di quest'anno per una grandinata. Dallo Stato non ho visto nemmeno cento Iure e neanche adesso chiedo i soldi dello Stato, rivoglio i miei, nem- meno una lira di più», protesta Giancarlo Viero, che con il suo trattore ha macinato chilometri da Sandrigo, Alto Vicentino. E' giovane, ha la giacca di jeans sopra la felpa. Della sua vita nei campi, dietro alle bestie, racconta il peggio che può: «Per andare a mangiare una pizza, devo mungere due vacche. E se nessuno mi paga più il latte?». A parte il ministro dell'Agricoltura Michele Pinto, i più bersagliati sono i vecchi governi, i predecessori. Da Andreotti a Filippo Maria Pandolfi, che accettò le quote latte imposte dalla Cee per salvare la produzione di olio e di pomodoro. «Ma quello era un metodo che avevano i vecchi de, i mafiosi», dicono gli allevatori davanti ai ceppi che bruciano a un palmo dall'autostrada, di fronte alla tenda che è diventata il quartier generale della protesta nel Nord-Est. In cento città italiane c'è la manifestazione della Coldiretti, l'odiato sindacato. «Quella è una messinscena, si muovono adesso perché ci siamo noi per le strade. Non condividono le nostre lotte, mescolano solo le acque», è il giudizio lapidario di Lorenzo, che arriva dalla provincia di Padova, che ha venti vacche e per ognuna ha pagato un milione di superprelievo. «E' tutto il sistema delle quote che non va bene», blocca in tronco Cesare Filippi. «Le quote vennero assegnate neli' 89 in base alla disponibilità. Io, due anni fa, ho speso un miliardo e mezzo per ristrutturare la stalla, per comperare nuovi macchinari. E adesso? Non posso produrre più latte, perché se no splafono». Nessuno vuole mollare. A questo punto, è chiaro, la partita la voghono giocare sino in fondo. Ruggero Marchioron è convinto: «Se molliamo, la nostra protesta va nel dimenticatoio. In campagna siamo già agli arresti domiciliari, non possiamo muoverci per accudire la stalla. Tanto vale rischiare la galera. Cosa faremo nei prossimi giorni? Siamo imprevedibili, ma da qui non ci muoviamo». Fabio Potetti Nel Vicentino nuovo blocco al traffico dell'autostrada e tornano in azione gli spargiletame , «Se ci arrendiamo ci dimenticano» CHE COSA VOGLIONO I COBAS DEL LATTE Chiarezza sui dati di produzione in Italia (attualmente non sono controllabili) Cancellazione completa del superprelievo (multe) per le annate produttive 1995/'96 e 1996/'97 Variazione dell'anno di riferimento per i calcoli: passare dal 1988/'89 e 1991/'92 alla media produttiva delle ultime due annate Abolizione del sostituto d'imposta (siano gli allevatori a rispondere direttamente di eventuali multe e non i caseifici, che, in attesa della definizione dell'ammontare, bloccano i pagamenti ai produttori) (Fonie: Coordinamento comitati produttori autonomi)]! CHE COSA VUOLE LA COLDIRETTI Investimenti statali per 20 mila miliardi allo scopo di rendere competitivo il settore agricolo a livello europeo ® Apertura di canali di credito agevolato Investimenti infrastrutturali strutture commerciali come strade e © Revisione dell'Irap (Fonte: Coldiretti) Il ministro Pinto. Sotto, la protesta a Torino. A destra, corteo a Roma

Persone citate: Andreotti, Cesare Filippi, Fabio Potetti, Filippo Maria Pandolfi, Giancarlo Viero, Michele Pinto, Ruggero Marchioron