Amari gli ultimi pugni per «nonno» Foreman

Boxe: a 49 anni cede fra le polemiche a Briggs Boxe: a 49 anni cede fra le polemiche a Briggs Amari gli ultimi pugni per «nonno» Foreman ATLANTIC CITY. Il match della sconfitta con il venticinquenne Shannon Briggs ha concluso ieri notte la lunga carriera, divisa in tre atti, di George Foreman, un mito del ring che il prossimo 10 gennaio compirà 49 anni. Foreman è stato battuto da Briggs ai punti al termine di dodici riprese senza nessun titolo in palio. Coloro che avevano assistito all'incontro si dicevano convinti che George avesse meritato il verdetto. Tifosi, tecnici e lo stesso Briggs erano rimasti sorpresi per un risultato che ritenevano ingiusto. George aveva conquistato e in modo chiaro almeno otto dei dodici round disputati. Ma dei tre giudici, solanto uno aveva segnato in calce ai cartellini un pareggio: gli altri avevano sentenziato, tra i fischi del pubblico, la sconfitta. «Penso che non combatterò più ha detto Foreman alla fine del match . Mi sento l'ultimo dei moicani. Ho avuto una fantastica storia sul ring ma credo che questa storia sia'giunta al termine». E alla domanda se davvero escludeva la possibilità di continuare, ha risposto: «Forse per il giusto prezzo. In fondo sono un venditore di pugni, ma per coinvincermi dovrebbero offrirmi un enonne sacco pieno di soldi». Molto, molto di più insomma dei cinque milioni di dollari intascati per essere battuto dal giovane Briggs. Addolorato per il mancato successo? «Non mi interessa quello che hanno deciso i giudici - sono ancora le parole di Foreman -, Il mio parere è che ho vinto e non mi metterò a piangere per il risultato ufficiale. Faccio i miei complimenti a Briggs, gli auguro buona fortuna per il futuro». Perfino Briggs ha ammesso che George ha «portato un maggior numero di colpi. Ma certo i giudici hanno visto meglio di me ciò che è successo e mi rallegro di aver conquistato una vittoria che mi consente di stare tra i più grandi pugili del mondo». Ventitré anni fa George Foreman perse la sfida per il titolo mondiale con Mohammed Ali. Quando salì sul quadrato di Kinshasa, in una della più fantastiche notti della boxe, il nome di Foreman era già scritto nella leggenda del pugilato. Fu quell'incontro il fulcro di una vicenda che tutto il mondo aveva seguito e in tanti s'erano augurati il trionfo del bravo campione nero ossequiente alle leggi, perfettamente integrato nel¬ la società americana, la sua elezione a re davanti all'avversario ribelle alle regole. La vittoria di Ali non tolse a Foreman l'amore per il pugilato. E così, tramontato ClayAlì e tramontate tante altre stelle del ring, George era diventato il pugile più anziano nella storia dei pesi massimi. Aveva già 45 anni e riuscì a battere Michael Moorer. Non si era più inchinato a un rivale dal 7 giugno del 1993 Leggendario per essere tornato alla boxe dopo dieci anni di inattività, oltre che pei i due titoli mondiali conquistati, Foreman chiude dunque, se dobbiamo credere ai suoi propositi, con un carnet straordinario' 76 vittorie, di cui 68 prima del limite, e cinque sole sconfitte. «Sì, ho avuto una carriera splendida, piena di soddisfazioni Ma ì giorni di un atleta vincente si sono consumati, il calendario e giunto all'ultima riga dell'ultima pagina. 1 Come posso dire che adesso sono stato derubato dai giudici se. grazie ai pugni datj e presi, ho le Lasche piene di denaro?». Frasi recitate in una affollata conferenza stampa. «Una lunghissima avventura s'è concluso, amici. E' arrivato il momento in cui bisogna pensare al domani». (r. p.) George Foreman (a destra) incassa un destro di Shannon Briggs: una sconfitta con verdetto controverso, poi il ritiro |ap]

Luoghi citati: Kinshasa