Che carattere, questa Signora

là' I bianconeri perdono l'occasione di agganciare l'Inter, ma raddrizzano una partita difficile Che carotiere, questa Signora La Juve rimonta due volte un bel Parma TORINO. Il Parma non ha creduto di poter vincere e ci sembra sia il limite che ne smorza le ambizioni di scudetto: possedesse il carattere e l'autostima della Juve racconteremmo del primo successo degli emiliani a Torino invece di un 2-2 che lascia in classifica le cose come stanno. Va bene ai lappanti, sebbene sia fallito l'aggancio all'Inter, un'ipotesi che aveva sovreccitato persino i dromedari del circo Medrano che prima del match hanno sfilato sulla pista, lasciando reperti abbondanti del proprio passaggio. I bianconeri hanno sofferto e per due volte hanno recuperato lo svantaggio, hanno tremato ad ogni affondo parmigiano e hanno premuto con veemenza disperata per tutta la ripresa, contro il catenaccio del Duemila inventato da Ancelotti. La bravura della Juve è di non sbriciolarsi mai. Di tutte le belle qualità che sono state gettate nell'immondezzaio alla ricerca di una soluzione nuova (perché, se la vecchia funzionava?), la solidità del carattere si è conservata ed è un'anima dura a scalfirsi. Finora è servita a vincere partite mai dominate (Lecce, Bari, Napoli), a pareggiarne di compromesse (Sampdoria) e anche ieri l'insistenza bianconera ha portato al gol a 8 minuti dalla fine, grazie alla deviazione di testa di Amoruso, che entra poco e spesso segna, tanto che ci chiediamo cosa accadrebbe se giocasse di più. Lippi dice che la squadra lo soddisfa. Ieri, come nelle altre partite contro avversarie forti, a Roma, a Genova e a Manchester, la Juve ha esibito i nuovi difetti. Questa volta ha sbagliato la difesa. Il Parma ha segnato due gol nel primo tempo cogliendo Ferrara e Iuliano sbilanciati ma, senza fare troppo, gli emiliani avevano già avuto due palle gol sullo 0-0 sfruttando i lanci lunghi nel corridoio centrale. E alla fine, quando sono riemersi dalle sabbie mobili della loro metà campo, Chiesa e Stanic hanno sfiorato la vittoria, a quel punto immeritata. La Juve conclude la domenica con la conferma che quest'anno non è la più forte né la più brava. Ha però energie e Lippi non ha esitato a provare ogni soluzione: alla ricerca del pareggio ha messo in campo tre punte più Zidane. Il coraggio non gli manca. Forse ne darà una nuova dimostrazione togliendo Inzaghi dalla squadra che giocherà a Milano: bisogna aspettare la rinascita di Superpippo senza esporlo a queste figure. Ancelotti invece è una creatura sacchiana che si è ravveduta per tempo: indossa il cappellino alla moda di Arrigo ma se lo cambiasse con il Borsalino di Nereo Rocco nessuno si scandalizzerebbe. Fa la zona il Parma ed è l'unica concessione al modernismo. Il resto è difesa bloccata e contropiede che più italianista non si può: lo si capisce quando al 13' un lancio di Ze' Maria plana su Crespo. Ma Peruzzi ha lo spirito per levargli la palla dai piedi. Quello è lo schema parmigiano. La Juve per un quarto d'ora soffoca gli avversari con un pressing assatanato, nel quale si coglie l'importanza del recupero di Di Livio. Ma regge poco. Il ritmo cala, il Parma trova geometria e ottiene persino un beneficio dalla sostituzione deU'infortunato Sensini con Giunti. Se la Juve gioca molto per costruire palle gol che non produce (salvo un gran tiro di Del Piero), gli emiliani arrivano al vantaggio nel modo più semplice: ancora un rinviacelo di Ze' Maria e questa volta Chiesa non sbaglia. E' il 34'. La Juve spinge e Buffon quasi non tocca palla. Il gioco rapido non funziona, c'è sempre un Thuram, un Dino Baggio o un Cannavaro che mette il piede o la testa al posto giusto. Zidane slalomeggia a vuoto, Inzaghi osserva, suo malgrado. Bisogna attendere Del Piero, il più vivo: al 43' doma con il petto il cross di Di Livio e lo sbatte in porta, con i parmigiani che reclamano timidamente il fuorigioco. Neppure il tempo di gioire e la Juve ci ricasca, Crespo si invola su un rilancio di Milanese, l'arbitro giudica passiva la posizione di Chiesa in offside e il gioco è fatto. Poi la ripresa, con il Parma arroccato nella metà campo. Incomprensibilmente. E se lasci alla Juve un tempo e lo spazio per insistere, un gol prima o poi lo trova. Infatti Amoruso... Marco Ansaldo JUVENTUS (4-4-2) £Hfe PARMA (4-4-2) PERUZZI 7 /ffiffl BUFFON 7 BIRINDELLI 6 ZE MARIA 6.5 FERRARA 5 (19' s.t. MUSS IR.) 6 IULIANO 5 THURAM 6 PESSOTTO 6 CANNAVARO 6 (19's.t.TORRICELLI) 6.5 , MILANESE 6 DILIVIO 6 STANIC 5.5 ZIDANE 6 SENSINI 5.5 DESCHAMPS 6.5 (32'p.t. GIUNTI) 6 CONTEA. 5 BAGGIOD. 6.5 (1's.t.FONSECA) 6 BLOMQVIST 6.5 INZAGHIF. 5 (27's.t. CRIPPA) s.v. (15's.t.AMORUSO) 6.5 CHIESA 6.5 DEL PIERO 7 CRESPO 6.5 All.: LIPPl 6 All.: ANCELOTTI 6 2 Arbitro: TREOSSI7 Reti: p.t.: 34' Chiesa, 43' Del Piero, 45' Crespo, s.t.: 37' Amoruso. Ammoniti: Iuliano, Birindelli, Deschamps, Sensini, Cannavaro, Blomqvist, Milanese. Spettatori: paganti 6.866, incasso 356.275.008, abbonati 40.338, quota abbonati 610.910.720. L'urlo di gioia di Del Piero