Inter gli alleati si sprecano di Roberto Beccantini

Da Simoni ad Ancelotti, è l'inno del contropiede Da Simoni ad Ancelotti, è l'inno del contropiede Inter, gli alleati si sprecano ALLA Juventus, imbottigliata dal Parma, alla Roma, bloccata in casa dal Vicenza, alla Lazio, che in trasferta non sa proprio gestirsi. La sindrome da aggancio condiziona i campioni d'Italia, anche se, per come sono andate le cose, più che di occasione mancata sarebbe meglio parlare di pericolo scampato. E' un campionato strano e impertinente, sul cui pennone sventolano la pelata di Ronaldo e il vessillo del contropiede. Manovrato se non addirittura adulterato per pudore, lungo o corto a seconda delle convenienze di bottega. Ma sempre contropiede. In questo modo, per esagerata che sia, talvolta, la solitudine del Fenomeno, l'Inter di Gigi Simoni ha costruito la sua sgargiante classifica. Con questa arma, il Parma ha indotto Lippi a una tribolata rincorsa e conserva un dignitoso terzo posto. Forse è un caso, o forse no, ma tanto al Meazza quanto al Delle Alpi hanno rischiato di perdere le squadre che, dopo essersi issate al centro del ring, hanno cercato di «fare» la partita: il Milan e la Juventus, appunto. Carlo Ancelotti assomiglia sempre più a un giovane sacerdote che, pur avendo preso i voti dalle mani di Sacchi, consideri tutt'altro che infamante, per le messe cantate, ricorrere alla liturgia e al latinorum del Trap. A essere sinceri, però, il catenaccione esibito nella ripresa ci ha riportati più indietro, più in alto: al Padova di Rocco. Non è una censura. E' una semplice constatazione. La Juve veniva da otto successi consecutivi. Un calo, una pausa, era nell'aria, e non costituisce un'onta. Il problema, se mai, è un altro. Il miglior attacco (con l'Inter) e la miglior difesa (con il Parma) nascondono paradossi scabrosi: tutto nasce dall'esigenza di supportare i pesi leggeri della prima linea, Inzaghi e Del Piero. Se non sblocca subito il risultato, la squadra tende fatalmente a sbilanciarsi. Con Vieri e Boksic la gamma delle soluzioni era più varia: lancio parabolico, cross, sfondamento palla al piede (il croato). E consentiva, soprattutto, un atteggiamento meno spericolato. L'eclissi di Inzaghi è allarmante. Inoltre, era da un pezzo che non vedevamo un Conte così giù, così spaesato. Il Parma si è limitato a saltare il centrocampo: prova ne sia il primo gol (Ze Maria lungo a Chiesa). La Juve ha ricavato il pareggio dalla vena di Del Piero, dalle risorse della panchina (Amoruso), e, questo sì, questo sempre, dal timbro del carattere. Conta l'efficacia, non la bellezza. Simoni passa per un italianista titubante e obsoleto, ma la sua Inter, fra campionato e coppe, ha già mandato in gol undici giocatori. E se una rete come quella di Simeone l'avesse disegnata una squadra diretta da qualche stilnovista, avremmo letto di schema provato e riprovato in allenamento. Per questo, le critiche di Moratti ci sembrano del tutto ingenerose e fuori luogo. Non è stato troppo prudente, Simoni. Al contrario, ha brillato ancora una volta per buon senso e duttilità. Il Milan, oggi, non è assolutamente quel branco senz'anima, e allo sbando, che in avvio di stagione aveva smarrito la memoria di se stesso. Piano piano, Capello gli ha trasmesso la sua tempra, il soffio del suo gioco. A differenza dell'Inter, non raccoglie in rapporto a quello che produce. Ritrovato Weah, urge il vero Kluivert, non la sua ombra. Il campionato resta apertissimo. A dicembre, Ronaldo verrà sequestrato dal Brasile. L'imminente recupero di Zamorano e Ganz si annuncia prezioso, e probabilmente decisivo. Nel frattempo, i confronti diretti cominciano a seminare tracce importanti. La Juve ha dimostrato di soffrirli, come testimoniano lo 00 con la Roma e il 2-2 di ieri, con il Parma. Domenica sono in programma Milan-Juventus, Parma-Roma, Lazio-Udinese e Vicenza-Inter. Lippi, Ancelotti, Eriksson e Simoni potranno occuparsene non prima di aver profuso tesori di energie in Europa, e per l'Europa. Soprattutto la Juve e il Parma. Tappe fondamentali. La politica bipolare esige balzelli salati. Spesso, e sempre senza preavviso. Roberto Beccantini

Luoghi citati: Brasile, Europa, Italia, Lazio, Parma, Roma, Simeone