Dalla Chiesa, l'eroe e il dubbio di Marco Neirotti
Dalla Chiesa, l'eroe e il dubbio la memoria. Carriera, amori, delusioni: due libri ripropongono la figura del generale Dalla Chiesa, l'eroe e il dubbio Padrone di segreti o vittima di giochi politici? r_«"]RA il 10 ■ .'agosto H 1982 II I i generale L_MI Carlo Alberto dalla Chiesa rispondeva a Giorgio Bocca: «Ho le idee chiare. Le ho da tempo illustrate nella sede competente. Spero che si concretizzino al più presto. Altrimen ti non ci si potrebbero attendere sviluppi positivi». Le pallottole dei killer vennero nella notte fra il 2 e il 3 settembre, prima che le idee si concretizzassero, prima di qualsiasi «sviluppo positivo». Sono appena stati scanditi i quindici anni dall'attentato, in via Carini a Palermo, dove con il prefetto morirono la moglie, Emmanuela Setti Carrara, e l'agente Domenico Russo. Quindici aimi dopo - mentre sull'Anna, sulla procura, sulle istituzioni soffiano temporali di fango due libri ripropongono la figura di Dalla Chiesa e, attraverso questa, i percorsi che legano il terrorismo prima e la mafia poi con lo Stato, con le indagini, con il potere politico e le strade di una carriera. Nando dalla Chiesa è docente di Sociologia economica all'Università di Milano, deputato dell'Ulivo, autore di saggi, alcuni dedicati al padre. Ora ha affidato a Rizzoli In nome del popolo italiano, autobiografia postuma ricavata da documenti pubblici e privati, con commenti e contestazioni ai sospetti, ai dubbi, agli interrogativi sugli anni del generale. E Generale (Carlo Alberto dalla Chiesa, un caso aperto) è il titolo del volume (Limina edizioni, in libreria domani) scritto da Pierangelo Sapegno, inviato della Stampa, e Marco Ventura, inviato del Giornale (anticipiamo qui accanto alcune pagine dedicate al «diario» del militare nel momento in cui stava assumendo l'incarico di supeipreletio a Palermo e si stava sposando con Emmanuela). Dalla Chiesa simbolo, ma anche mistero. Dalla Chiesa padrone di giochi investigativi e vittima di giochi politici, oppure padrone di segreti e vittima di vendette? Il figlio Nando scandisce le tappe introducendo documenti dal tenente partigiano a Liggio, dalla psicologia del padre ai suoi rapporti con la politica, dalla P2 a Andreotti, dalla relazione mafia-partiti all'ultimo messaggio da Palermo -; Sapegno e Ventura percorrono attraversa testimonianze dirette, analisi d'archivio, riflessioni, non soltanto le tappe ma anche l'itinerario umano e militare di un uomo in prima linea contro il teiTorisuiL, prima, contro la mafia poi, in un alternarsi di intuizioni investigative (dal ruolo delle carceri a quello dei pentiti) e slanci umani (il diario che dalla Chiesa impostava come un dialogo immaginario con la prima moglie defunta, la stesura di una Ballata della nostalgia che si riprometteva di inviare a Celentano). Dunque, Dalla Chiesa simbolo, ma di un coacervo di serenità, dolori, timori, ambizioni. Nando vuole spazzare via ombre e dubbi anche attraverso la propria presenza diretta, la legittima fiducia nel rigore paterno (con contestazioni a personaggi chiave come il maresciallo Angelo Incandela, spiegazioni dell'iscrizione alla loggia di Gelli). Sapegno e Ventura si controllano per non incanalarsi in un binario unico: c'è da una parte il rischio del libro agiografico, dall'altra quello dello scoop irrispettoso. Di qua il rischio di un monumento a un eroe, di là quello di un lavoro che sgretoli la sohdità del monumento stesso. Perciò Sapegno e Ventura riordinano e raccontano con tensione narrativa i momenti di una vita privata e pubblica inscindibiU, la carriera e l'apparato, l'amore, la nostalgia, la famiglia e la speranza. Non è un caso che ambedue i volumi si chiudano con l'intervista a Bocca dalla quale molto traspariva delle ansie e degli interrogativi di un Generale vissuto dentro lo Stato - Stato di apparati, di politica, di difficoltà di muoversi - e andato a morire da eroe, tra delusioni e riprese, in una Palermo che non era più, come lui sapeva, soltanto Sicilia, ma un pezzo di Italia mafiosa. Marco Neirotti // figlio Nando e i giornalisti Sapegno e Ventura raccontano l'uomo in prima linea contro il terrorismo e la mafia Il gen. Carlo Alberto Dalla Chiesa. Nella foco a destra, ancora capitano, con la prima moglie Dora, nel 1958
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