Allarme occupazione per Bonn di Emanuele Novazio
Economisti preoccupati: gii interventi non stanno dando i risultati attesi Economisti preoccupati: gii interventi non stanno dando i risultati attesi Allarme occupazione per Bonn «I senzalavoro verso quota cinque milioni» BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE A lanciare l'allarme sono economisti autorevoli, consiglieri del governo e sindacalisti, che neppure il ministro dell'Economia Guenter Rexrodt si sente di smentire: nei prossimi mesi l'emergenza disoccupazione assumerà in Germania contorni drammatici, fino a sfondare la soglia dei cinque milioni di senza lavoro «ufficiali», cioè regolarmente censiti e iscritti nelle liste di collocamento. Un record assoluto - per un Paese che conta oggi 4 milioni e 300 mila disoccupati - e che rende tragicamente lieve l'allarme sollevato due anni fa, quando gli iscritti alle liste di collocamento furono, per la prima volta, oltre 4 milioni. Riassume il capo dei «Saggi», Herbert Hax: «Non c'è ancora in vista nessuna svolta, nel mercato del lavoro», e anche se la situazione potrebbe migliorare nel corso dell'anno prossimo, «non sono da escludere peggioramenti nei mesi invernali» che porteranno il numero dei disoccupati al nuovo record negativo. Le ragioni di un fenomeno dalle conseguenze politiche e sociali potenzialemnte devastanti, sono varie. Secondo Rolf Peffekoven, membro del Consiglio dei Saggi che due volte l'anno presenta un rapporto di previsione al cancel- liere Kohl, una delle principali è il fallimento della riforma fiscale, che ha aggravato la stagnazione degli investimenti. Secondo Roland Issen invece, presidente del sindacato Dag, a provocare il nuovo balzo sarà soprattutto la riduzione dei finanziamenti per la formazione e la qualificazione professionale: una decisione obbligata, in seguito ai tagli decisi dal governo. Senza contare il ruolo delle condizioni meteorologiche: l'andamento del mercato del lavoro peggiorerà certamente, se il freddo costringerà a chiudere molti cantieri e a interrompere lavorazioni esterne, come è avvenuto l'anno scorso. La situazione sarà particolarmente difficile nelle regioni orientali, la ex Ddr, dove le imprese non risentono del traino delle esportazioni come all'Ovest, e dove la crisi dell'edilizia continua ad essere molto grave. Questa «variante pessimistica» nell'evoluzione del mercato del lavoro è condivisa dal ministro dell'Economia Guenter Rexrodt: sconfessando implicitamente l'impegno, più volte riaffermato dal cancelliere Kohl, di «dimezzare la disoccupazione entro il Duemila», il ministro esclude «una significativa riduzione della disoccupazione nel corso del 1998». E come molti economisti, anche Rexrodt ritiene che a provocare la nuova impennata della disoccupazione sia «il perdurare di alcuni scompensi strutturali» del sistema Germania: «Lavoro troppo costoso, flessibilità e mobilità ancora insufficienti». Emanuele Novazio Il cancelliere Helmut Kohl
Persone citate: Guenter Rexrodt, Helmut Kohl, Herbert Hax, Kohl, Rexrodt, Roland Issen, Rolf Peffekoven
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