La vittoria di Saddam e il ritorno di Mosca

ANALISI La vittoria di Saddam e il ritorna di Mosca ANALISI LA CRISI DEL G@LF® GERUSALEMME NOSTRO SERVIZIO Quando ieri il sottosegretario di Stato americano William Cohen ha dichiarato che i vincitori dell'ultimo corpo a corpo con Saddam sono le Nazioni Unite perché hanno saputo imporre il ripristino delle ispezioni ai 63 siti dove si pensa che l'Iraq prepari le sue armi chimiche e che non sono ancora stati verificati, ha semplicemente detto una bugia. Il vincitore di questo scontro è, per la vergogna e lo scorno di tutti i membri dell'Orni, semplicemente Saddam Hussein e sullo sfondo la Russia di Primakov. Il perdente è Bill Clinton e non per una sola ragione. Con che cosa torna a casa Saddam? Vediamo in ordine sparso. Prima vittoria: la sensazione di solidarietà da parte di tutti i Paesi arabi. Solo il Kuwait si è astenuto per ragioni evidenti dalle espressioni di simpatia che sono dilagate dall'Egitto, ai palestinesi, alla Siria su tutte le prime pagine dei giornali, in tutte le dichiarazioni dei leader e degli uomini della strada. Saddam, questo era più o meno il messaggio, non può comunque essere attaccato militarmente. Infatti il mondo arabo lo difenderà. A ciò s'è aggiunta la richiesta unanime di sollevare le sanzioni, quali che siano le armi chimiche mostruose che, si sa bene, sono pericolose prima di tutto per il mondo arabo stesso. Seconda vittoria: Saddam ha dimostrato che l'Onu può essere presa in giro senza nessun particolare danno. Semplicemente non si ottempera ciò che si è promesso, non le si mostra ciò che si è stabilito le si debba mostrare e si seguita a costruire i propri giocattoli mortali. Anche adesso di questi 63 siti non si è affatto sicuri di quanti e se si potranno visitare. Quattordici Saddam li ha già dichiarati off-limits. La crisi è stata risolta praticamente abbandonando il tavolo dell'Orni e affidandosi a una trattativa incontrollata con la Russia. E intorno a questa trattativa, invece che la tesa e attenta solidarietà del mondo per gli Stati Uniti, si avvertiva un sommesso sghignazzo perché finalmente la supremazia americana veniva scossa, anche se il costo era il vantaggio di un dittatore la cui pericolosità è al di sopra di qualunque discussione. Un uomo che mette il potere al di sopra di tutto, che affama il suo popolo dandone la colpa agli altri, che ha fatto una strage gassando 3 mila suoi concittadini a Halabja, che ha fatto una guerra lunga dieci anni con l'Iran, che ha invaso il Kuwait, che viola i diritti civili ad ogni passo, che indulge a manifestazioni di orrore come lo scudo umano intorno al suo palazzo. Terza vittoria: gli Stati Uniti hanno fatto una figura penosa. La fragilità sia della politica delle sanzioni, che evidentemente a Saddam non fanno tanto effetto, e della minaccia di un attacco militare che gliene fa ancor meno, dato che l'unica cosa che gli interessa è il suo potere, si è sommata con la debolezza dell'attuale politica americana in Medio Oriente, che non ha saputo farsi alleati, che non sa far rispettare i principi, non ha più una strategia né antiterrorista né per i diritti civili, Quarta vittoria: gli Stati Uniti hanno lasciato rientrare la Russia nel gioco mediorientale. E questo è avvenuto attraverso l'eterno ministro degli Esteri Primakov, l'inventore, ai tempi dei tempi, della lotta anti-imperialista del panarabismo contro Israele, inteso come avamposto dell'imperialismo. Primakov ha chiaramente giocato di conserva con Saddam, promettendogli un alleggerimento delle sanzioni e guadagnandosi così un ruolo da protagonista sullo scacchiere mondiale. Gli americani, una volta che l'antico nemico ha portato a Ginevra i risultati del suo lavoro, non hanno saputo che ringraziare. Kissinger nei giorni scorsi aveva previsto un ritorno nell'area me¬ diorientale della presenza russa, e l'aveva definito un fatto in potenza anche positivo. Ma non aveva previsto che dovesse avvenire in un clima di imbarazzo e di assenza americana, e attraverso un personaggio come Primakov. Infine: il primo risultato pratico della vicenda è che dopo diciassette anni di rottura il primo ministro iracheno Tareq Aziz ha avuto un lungo e proficuo incontro con il ministro degli Esteri siriano Faruk Al Shara. Così due Stati campioni in diritti umani, in equilibrio politico, in democrazia, fanno progetti comuni sulla base del loro odio antiamericano e anti-israeliano. Speriamo non sia un segno dei nuovi tempi. Fiamma Nìrenstein Il dittatore ha riguadagnato la solidariettà dei Paesi arabi e ha mostrato la debolezza dell'Orili UN ARSENALE ANCORA TEMIBILE Composizione delle armi chimiche Granata chimica binaria (modello di proiettile inglese da 155 mm binario) parete divisoria —, detonatore spoletta piastra del fondello involucro—1 L Composti organo(os(oratiJ • L'Iraq dispone di un'artiglieria equipaggiata di granate chimiche binarie. La granata contiene composti organofosforati che se separati non sono tossici, ma che lo diventano appena si mischiano durante la traiettoria della munizione. Granata chimica tradizionale (modello di proiettile chimico da 155 mm) corona—i carica chimica-j innesco—| spoletta involucro di acciaio carica del detonatore involucro di acciaio del detonatore Fonte: Segretariale tecnico dell'Organizmione per l'interdizione dille armi chimiche. Mina chimica L'esplosivo è rimpiazzato da un gas (generalmente iprite o gas asfissianti già adoperati nel 1917) oda neurotossici (composti organofosforati derivati da pesticidi tipo tabun, sarin, soman, VX) • Durante la guerra del Golfo le cariche chimiche sono state trovate nei campi minati posati dagli iracheni in Kuwait Armi biologiche Gli agenti biologici utilizzati come armi sono dei microrganismi viventi (batteri, protozoari, rkkettsie, virus e funghi) e tossine (composizioni chimiche) prodotte con microrganismi, piante o animali. A destra un osservatore americano in Iraq per conto dell'Orni Le ispezioni riprendono dopo la crisi