Ispettori bloccati da Baghdad, riesplode la crisi di Andrea Di Robilant

Sono più di 60 i siti considerati off-limits gal regime^acheno IRAQ Ma Washington reagisce duramente: non possono esserci luoghi vietati agli inviati delle Nazioni Unite Ispettori bloccati da Baghdad, riesplode la crisi Sono più di 60 i siti considerati off-limits gal regime^acheno WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Nuova fiammata nella crisi irachena. Saddam Hussein vieta l'accesso degli ispettori Onu ad alcuni siti sospetti. Bill Clinton insiste che gli ispettori devono potersi muovere in assoluta libertà. E si dichiara «più che mai deciso» a far sì che il leader iracheno non evada i controlli Onu. Gli ispettori sono tornati al lavoro ieri per il secondo giorno consecutivo da quando sono nuovamente a Baghdad. E tutto sembrava procedere in maniera tranquilla, senza intoppi. «Abbiamo potuto muoverci senza difficoltà», assicurava il capo degli ispettori Nils Carlstrom. Ma alla fine della giornata, quando a Baghdad calava la notte e a Washington iniziava¬ no i talk-show della domenica mattina, il clima improvvisamente si riscaldava. Intervistato dalla rete Nbc, il segretario alla Difesa William Cohen accusava gli iracheni di voler bloccare l'accesso agli ispettori Onu. «Saddam ha fatto sapere che i siti off-limit sono 63. E io rispondo che quei siti non possono essere off-limit». Poco più tardi, intervistato dalla Cnn, Cohen aggiungeva: «La crisi non è affatto conclusa. Lo sarà solo quando Saddam concederà pieno accesso a tutti i siti». Alcuni di quei siti si trovano nei palazzi presidenziali o comunque in zone riservate esclusivamente a Saddam Hussein e il suo entourage. Pare che il leader iracheno abbia 47 di questi «palazzi presidenziali», molti dei quali sono rifugi o bunker molto ben protetti. L'ambasciatore iracheno alle Nazioni Unite Nizar Hamdoon si è fatto intervistare a sua volta dalla Cnn per ribattere alle accuse di Cohen: «Noi riteniamo che alcuni siti non vanno ispezionati, specie quelli nei palazzi del Presidente. Gli ispettori devono rispettare la sicurezza nazionale, la sovranità e la dignità dell'Iraq». Cohen ha precisato che gli ispettori hanno chiesto di poter visitare 52 dei 63 siti «proibiti» da Saddam. L'accesso è stata ritardato in 38 di essi e gli americani sospettano che gli iracheni lo abbiano fatto per nascondere o spostare materiale. In altri 14 siti, i tecnici dell'Orni non sono proprio potuti entrare. Andrea di Robilant

Persone citate: Bill Clinton, Cohen, Nils Carlstrom, Nizar Hamdoon, Saddam Hussein, William Cohen

Luoghi citati: Baghdad, Iraq, Washington