Massacro di civili nel Sud Libano

Mezz'ora di fuoco dei miliziani contro la zona occupata da Israele, donne e bambini tra le vittime Mezz'ora di fuoco dei miliziani contro la zona occupata da Israele, donne e bambini tra le vittime Massacro di civili nel Sud Libano Cannonate di Amai su un villaggio sciita, 9 morti TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO E' stato il frastuono degli obici da 120 millimetri che si abbattevano fra le loro case a svegliare ieri di soprassalto i quattrocento abitanti sciiti del villaggio libanese di Beit Lif, tre chilometri a Nord del confine con Israele. L'inferno, raccontano adesso i superstiti, è durato circa mezz'ora. Dopo di che è stato possibile contare i morti (nove) e i feriti (una decina) di una delle più insensate stragi in un Paese dove pure gli spargimenti di sangue sono all'ordine del giorno. I mortai che hanno colpito Beit Lif erano appostati qualche collina più a Nord, nei pressi del villaggio sciita di Yater. In serata la radio Voce del Libano Sud ha accusato i guerriglieri sciiti Amai (filosiriani) e Hezbollah (filoiraniani) di aver compiuto il «barbaro crimine» e ha minacciato adeguate ritorsioni. Adesso Israele teme che il suo alleato Esercito del Libano Sud (Els) possa compiere sanguinose ritorsioni contro città sciite nel Libano meridionale: Sidone, ad esempio, la città del leader «Amai» Nabih Beni. «La situazione rischia di precipitare» ha avvertito il generale Amiram Levin, comandante della zona militare settentrionale, al comandante dell'Els, generale Antoùie Lahad. «Mantenete i nervi saldi». Ma in queste ore critiche l'attenzione del primo ministro israeliano Netanyahu è presa da gravi sviluppi interni. Dopo essersi trovato la settimana scorsa isolato fra i ministri del suo stesso partito, il Likud, ieri Netanyahu è stato obbligato ad accettare le dimissioni di Avigdor Lieberman, capo dell'ufficio del premier. Lieberman era lo stratega della conquista delle strutture del Likud da parte di Netanyahu. Intanto la situazione al confine con il Libano sta tornando incandescente: già ieri 11 razzi katyusha sono caduti nell'Alta Galilea, senza provocare vittime né danni. Ieri, a scopo prudenziale, fra Naharya a Ovest e Kiryat Shmone a Est molti israeliani hanno preferito scendere nei rifugi. A incendiare le polveri - dopo un mese di relativa quiete - è stato uno scontro a fuoco notturno nella «Fascia di sicurezza» nel corso del quale militari israeliani sono riusciti a eliminare i 4 membri di un commando di Amai. La reazione dei guerriglieri sciiti è stata istantanea: la loro artiglieria ha preso a martellare - aiutata dai mortai degli Hezbollah - i fortini israeliani nella Fascia. Un diluvio di fuoco di obici e di razzi che non ha risparmiato alcuni villaggi della zona, fra cui Beit Lif. Secondo una versione dei fatti, puntando i loro mortai verso Beit Lif i guerriglieri sciiti cercavano di annientare la unità israeliana che in precedenza aveva ucciso i quattro uomini di Amai. Invece nelle rovine delle case sono stati trovati i cadaveri di nove abitanti inermi (fra cui quelli di tre bambini) e una decina di feriti, i più gravi dei quali sono stati trasportati in elicottero a Haifa. In cielo gli elicotteri dell'aviazione militare israeliana si sono incrociati con i caccia diretti verso il Libano meridionale per colpire, in due ondate, presunte basi della guerriglia a Yater e a Saddiqin vicino alla città di Nabatiyeh. «Ho visto una persona decapitata da una scheggia proprio davanti ai miei occhi» ha detto sconvolta Um Mahmud, un'abitante di Beit Lif che alle otto di mattina sostava assieme ad altri compaesani davanti alla drogheria di Mahmud Assayed. Attorno a lei i muri erano ancora macchiati del sangue delle vittime. Un'altra vittima è stata tagliata in due. «Appena uscito di casa - ha aggiunto Haydar Humayed - ho sentito una fiammata alla gamba e sono svenuto. Ho ripreso conoscenza solo dopo il ricovero all'ospedale di Bint Jbel», nel Libano del Sud. «Un bombardamento gratuito, insensato» afferma Hassan Ayash. «Qua a Beit Lif non ci sono obiettivi militari di sorta, né soldati israeliani né miliziani dell'Els». Il fortino più vicino, quello di Kawzah, dista due chilometri almeno. Aldo Baquis Quattro guerriglieri uccisi in un raid Gerusalemme bombarda le basi Netanyahu sempre più solo: si dimette fra le polemiche il suo braccio destro MAR MEDITERRANEO SIDONE » LIBANO FIUME UTANI KFOUR TIRO. BEIT LIF mJ ISRAELE ì HAIFA NAZARETH Una vittima del bombardamento di ieri ricoverata in un ospedale israeliano