Jospin, affondo finale contro Chirac di Enrico Benedetto

«Le mie 35 ore un azzardo? Pensi alle sue strategie che ci hanno regalato la vittoria» «Le mie 35 ore un azzardo? Pensi alle sue strategie che ci hanno regalato la vittoria» Jospin, affondo finale contro Chirac Chiude il congresso in trionfo criticando il Presidente BREST DAL NOSTRO INVIATO Da tre giorni Lionel Jospin meditava l'attacco a Chirac. E ha scelto l'ora dell'addio per scagliarlo. I 1500 militanti in sala non se l'aspettavano più. In fondo, emozioni il congresso ps ne aveva già distillate eccome: sistema correntizio kappaò, nuovo linguaggio antiretorico e dal pragmatismo blairiano, love story con il pcf e un'intesa vera, profonda, amichevole fra lo Jospin che abbandona la rue Solferino da trionfatore e il Francois Hollande succedutogli con l'incarico più improbo per i segretari: sostenere il governo senza lasciarsene appiattire. E invece, prima che risuoni a sorpresa la Marsigliese una première nei conclavi del socialismo transalpino Lionel scocca l'affondo. Da Lussemburgo, venerdì, Jacques Chirac aveva criticato con insolenza «il miraggio di rischiose sperimentazioni sull'impiego». Ovvero le «35 ore» jospiniane. La beffarda smentita successiva - «Non mi riferivo alla Francia» non poteva che esacerbare ancor più un premier impostosi il fair-play con l'Eliseo, quantomeno nei summit oltrefrontiera. Ma la francese Brest (e il suo pubblico gauchiste, incline ad applausi spellamani e lunghe ovazioni) autorizzano la rappresaglia. Rimproveratagli l'indelicatezza, un ironico Jospin rampogna Chirac: «Di azzardi sperimentali, l'Eliseo se ne intende. Non ha sciolto forse l'Assemblée Nationale, in aprile, regalando - dissoltosi il miràggio - la vittoria alla Sinistra? Talora l'azzardo fa le cose per bene. E gli sperimentatori non si trovano forzatamente ove Chirac li cerca». Uno schiaffo verace. Il destinatario è in Guyana, ma la distanza non l'attutirà. Nel felpato - sinora - esercizio della coabitazione (un «prego, si accomodi» dai rari strappi), l'episodio cambia qualcosa, c'è da giurarci. Con brutale franchezza, Lionel Jospin - che secondo il «Canard enchàiné» lo designerebbe ironicamente come «il nostro benefattore» - ricaccia nell'angolino l'Eliseo affibbiandogli il copricapo «A.sino» d'antan. Ma è solo un accenno, nel commiato dal ps. Jospin si dice «felice, fiducioso e fiero». Sono le «3 F» che il dibattito masticava da ore. L'autocongratularsi costituisce un'irresistibile tentazione per chiunque arrivi al potere in maniera fortunosa e complici gli errori altrui - vede, come cantava Edith Piaf, «la vie en rose». Malgrado Jospin, Hollande e i notabili predichino dal palco modestia e understatement (l'onnipotente ministro dell'Eco- nomia Dominique StraussKahn sfiorerà il virtuosismo presentandosi in «Twingo»), nella maratona ps il narcisismo politico deborda. Eppure Mitterrand è morto, in fondo, solo ieri. Con l'abbraccio Jospin-Hollande, i demoni del machiavellico padre-padrone rientrano nei loro avelli. Il nuovo «boss» si presenta come un quarantenne prolifico (4 figli legittimi, benché fuori dal matrimonio: alla compagna, il sottosegretario all'Educazione Ségolène Royal, va bene così), serio e nondimeno pacioso. Raffrontandolo con la sua paffutezza, il pallore spettrale dell'ultimo Mitterrand appare fantasmatico. Hollande rompe, insieme e dopo Jospin - l'hanno ribadito entrambi con forza sottolineando una significativa rottura di stile - con il potere so¬ litario e spesso capriccioso, dominato da una singola intelligenza che incarnerebbe la sacralità repubblicana. Frangois Mitterrand amava schermirsene. Ma la sua traiettoria, da Vichy in poi, non mirò che a edificare il personaggio che incarnerà nel duplice settennato. Jospin vuole evitare la trappola. E' talentuoso, ma ogni personalizzazione del suo «genio» gli ripugna. Troppo diverse cultura e radici per giocare l'anti-de Gaulle in versione Gauche. «A sentir parlare di "jospinmania" mi vengono i brividi» spiega. Ma con l'84% del partito che lo segue, una Francia solidale e due dissidenze interne assai rispettose con il «patron», essere virtuoso deve costargli parecchio. Enrico Benedetto Sancito il passaggio della leadership ps al fedele Hollande li primo ministro Lionel Jospin durante il congresso dei socialisti

Luoghi citati: Brest, Francia, Lussemburgo, Solferino