Apertura di stagione con le divine Falk-Callas di Si. Fr.

DON BOSCO DI RIVOLI DON BOSCO DI RIVOLI CE' VOGLIA DI TEATRO Apertura di stagione con le divine Falk-Callas SI festeggia, al Don Bosco di Rivoli: la stagione «Voglia di teatro» compie dieci anni e si sdoppia, raccogliendo classici tradizionali accanto all'«Altro teatro», quattro spettacoli di risate, musica e fantasia, come sempre voluti dalla Città di Rivoli affiancata da Regione e Stabile di Torino. E per l'apertura, il teatro sarà tutto al femminile martedì 25 novembre alle 21, dedicato a due grandi primedonne della scena: Rossella Falk interpreterà infatti la Callas nella commedia dell'americano Terrence McNally, Master Class con Maria Callas, regia di Patrick Guinand per il Teatro Eliseo su traduzione della stessa Falk. Nato nella versione italiana sull'onda del clamoroso successo incontrato a Broadway, lo spettacolo racconta gli ultimi anni della divina, in particolare le lezioni che dall'ottobre 1971 al marzo 1972, il lunedì e il giovedì, la Callas tenne alle cinque del pomeriggio alla Juilliard School, la famosa scuola di musica di New York al Lincoln Center, per pochi e scelti studenti. E furono lezioni preziose, indimenticabili: perché la Callas, che attraversava im periodo difficile della sua vita sia per il declino della voce che per l'abbandono di Onassis, in esse trasmise insieme con la passione per la musica anche il proprio metodo di studio. Così sul palco prenderanno vita questi attimi, in cui si fondono pedagogia e ricordi, consigli energici sulla carriera e laceranti squarci nostalgici con cui ripercorrere le tappe della sua vita: dagli studi e dai sacrifici in Grecia, alla storia con Onassis. Ancora donne, per i prossimi appuntamenti di questo primo cartellone: il 13 gennaio Pamela Villoresi sarà 1' Antigone di Jean Anouilh per la regia di Maurizio Panici, mentre il 27 gennaio arriverà Valeria Valeri con Madame Lupin nel lavoro di Maria Pacòme diretta da Pa trick Rossi Gastaldi. Per il 3 febbraio è poi attesa Una bomba in ambasciata, ovvero Debora Caprioglio per Woody Alien diretto da Mario Monicelli. Si chiude con tre spettacoli al maschile: il 23 febbraio Ugo Gregoretti non regista ma attore per il Pirandello di Così è (se vi pare) diretto da Lorenzo Saiveti, il lOrnarzo Toni Bei-torelli regista di se stesso ne Le intellettuali di Molière insieme con Valeria Ciangottini e Giannina Salvetti, il 17 marzo Nino Castelnuovo in Ciò che vide il maggiordomo di Joe Orton di¬ retto da Marco Vaccari. All'insegna dell'allegria ^(Altro teatro»: in partenza, il 9 dicembre, un omaggio a Fellini con Snaporaz Fellini di Giorgio Gallione. Aringa & Verdurini arriveranno il 20 gennaio con The best of Aringa e Ver- ìn alto la Falk come Callas poi Pamela Villoresi e. David Riondino durini, il 17 febbraio sarà la volta di David Riondino in Rombi e Milonghe e il 31 marzo chiuderà la Banda Osiris con la Sinfonia Fantastica. Tel. 95.13.581. Monica Sicca LE CARICATURE DI CINZIA LEONE A caccia del mostro che è in noi. Casalinghe vestagliate ciabattanti, in lotta con la cellulite ed insultate dalla bilancia elettronica a «viva voce» ad ogni pesata. Mamme con bimbo «ciao mi buco perché a casa non c'è dialogo». Operatrici di telefoni a luce rossa abbruttite dalla noia dell'erotismo di basso profilo. Impiegate stressate, tutte casa-ufficio, sempre più incattivite, sempre più sole. E' una galleria di grottesche caricature, quella che Cinzia Leone (nella foto) porta sulla scena con lo spettacolo «Questo spazio non è in vendita», in cartellone all'Erba dal 25 al 30 novembre (l'appuntamento, previsto per marzo, è stato anticipato, spettacoli alle ore 21, domenica alle 16, biglietti a 35 mila lire). i i d h a , gMostruosità incarnate in donne che sono le nostre amiche e conoscenti, le vicine di casa e colleghe di ufficio, noi stesse, infine. Tutte voluttuosamente inabissate in tempi di volgarità imperante, di egoismo bieco, contraddizioni spudorate e via lamentando. Tempi che la Leone, in veste da camera e pantofole, va esaminando con scrupolo da entomologo, ironica leggerezza e feroce sarcasmo. La foiba collettiva dilaga, in una civiltà drogata dal desiderio di denaro, dalla necessità di adeguarsi a rigidi modelli stereotipati. Ma è soprattutto il linguaggio della pubblicità ad essere preso di mira: lessico che traduce l'essere in vendere o acquistare. Nello spettacolo, ovviamente, l'assunto sociologico si trasforma in spunti comici. Ecco allora la tele-vendita (a premi) di fegati e reni, alternativa alla spontanea donazione di organi. L'apoteosi dell'abomimo è una sorta di «elogio del water» a cura di una conduttrice televisiva, disposta a tutto pur di sostenere il suo sponsor, tal Morpurgo, «re dello spurgo». [si. fr.]

Luoghi citati: Erba, Grecia, New York, Rivoli, Torino