«Coreani salviamo il nostro Paese »

Dopo la richiesta all'Fmi di un prestito di 20 miliardi di dollari: «Duri sacrifìci per tutti» Dopo la richiesta all'Fmi di un prestito di 20 miliardi di dollari: «Duri sacrifìci per tutti» «Coreani, salviamo il nostro Paese » Seul, drammatico appello del capo dello Stato alla tv SEUL. In un drammatico discorso televisivo, il presidente sudcoreano Kim Young Sam ha esortato la popolazione a prepararsi a far fronte ad una dolorosa ristrutturazione economica del Paese, dopo la decisione delle autorità di sollecitare un intervento del Fondo monetario internazionale. «Non è il momento di cercare ragioni o colpevoli, ma di stringere la cinghia», ha detto il capo dello Stato. «Gli uomini d'affari dovranno concentrare i loro sforzi per ristrutturare le loro imprese anziché cercare un'ulteriore espansione, e i lavoratori dovranno fare del loro meglio per aumentare la produttività senza pretendere nuovi aumenti di salario», ha proclamato Kim Young Sam. L'altro ieri Seul aveva chiesto all'Fmi un aiuto complessivo per 20 miliardi di dollari per tentare di superare la crisi finanziaria fermando il crollo della moneta nazionale, il won. . Ma l'appello di Kim all'unità nazionale non è bastato a far recuperare fiducia all'economia sudcoreana. La Borsa di Seul, che il sabato rimane aperta per mezza giornata, ha chiuso le contrattazioni in ribasso di oltre il 4 per cento, a quota 485,43 punti. Secondo diversi analisti, i benefici dell'intervento dell'Fmi arriveranno solo a lunga scadenza, grazie al riordino del sistema finanziario. Ma tali interventi non saranno indolori. Il won è arrivato a perdere nell'ultima setti- mana il 20 per cento. I gravi problemi per l'economia della Corea del Sud - l'undicesima potenza industriale del mondo - hanno portato quest'anno al fallimento o alla messa in amministrazione controllata di 7 dei primi 30 conglomerati industriali. Seul frena anche l'ottimismo sull'accettazione da parte del regime comunista di Pyongyang a partecipare, il 9 dicembre prossimo a Ginevra, alla conferenza di pace quadripurtita (Corea del Nord, del Sud, Cina e Stati Uniti) sulla riunificazione della penisola. «Sarà un lungo processo» ha ammonito il ministro degli Esteri del Sud, Yoo Ching Ha, in Canada per partecipare al forum sulla cooperazione economica Asia-Pacifico, «tenuto conto che la gamma di problemi da affrontare è estremamente complessa e ingarbugliata. Si tratta di questioni - ha ricordato - che hanno resistito a qualsiasi soluzione nell'ultimo mezzo secolo». Tecnicamente i due Paesi sono infatti ancora in stato di belligeranza: non essendo mai intervenuto un trattato di pace, resta tuttora in vigore l'armistizio del '53. Alla conferenza ginevrina, lo stesso incontro del 9 dicembre si preannuncia molto veloce, forse solo una sorta di formale scambio di credenziali tra delegati del Nord, del Sud, degli Stati Uniti e della Cina, comunque indispensabile vista la fatica che è costata arrivare fino a questo punto. [Ansa-Agi] Un'immagine della Borsa di Seul: il calo non si è interrotto La Borsa reagisce con un'altra scivolata (-4%) La moneta, il «won», ha perso il 20% nel '97 I! presidente sudcoreano Kim Young Sam

Persone citate: Kim Young Sam

Luoghi citati: Asia, Canada, Cina, Corea Del Nord, Corea Del Sud, Ginevra, Stati Uniti